Visitare Lisbona nel solco di Tabucchi e Pessoa
La bellezza di Lisbona è fatta di luce, di strade movimentate, di suoni e colori. È fatta di tram che sferragliano, di bacalhau e di pasteis de nata. È fatta di sorpresa, ogni volta diversa, mentre guardi l’orizzonte da uno dei suoi miradouros. Ma Lisbona è anche una città che restituisce riferimenti letterari continui. Questi sono alcuni degli ingredienti che troverete nel progetto LuzBoa: visitare Lisbona nel solco di Tabucchi, Pessoa, Saramago e di altri autori che hanno raccontato l’anima e i respiri della capitale portoghese anche attraverso i suoi luoghi.
LuzBoa non è solo un tour, è un’esperienza di viaggio alla scoperta del passato e del presente della capitale portoghese; da un bairro all’altro per fare propri non solo nuovi generi musicali, il fado, ma anche nuovi stati emotivi, come la saudade.
Abbiamo incontrato Chiara Formenti e Valentina Stella, due professioniste italiane che, folgorate da Lisbona in momenti diversi della loro vita, hanno deciso di creare insieme l’esperienza di visita LuzBoa. In questo progetto hanno riversato tutto il loro amore per la città insieme alla bellezza che Lisbona ha regalato loro sin da subito.
Luz Boa è un progetto che nasce da un incontro, il vostro. Ci raccontate come, quando e perché avete deciso di costruire e offrire questo tipo di esperienza?
Valentina: Chiara e io – amiche da dieci anni – siamo andate a Lisbona insieme per la prima volta a fine 2015. Appassionate entrambe di Europa e di temi legati alla UE, volevamo passare un weekend in una capitale europea. Io avevo vissuto a Lisbona per un anno nel 1998/99 con il progetto Erasmus. L’amore per la città mi aveva poi spinta a tornarci spesso e, negli anni seguenti, a studiare la cultura e la letteratura portoghese. Credo che quel weekend insieme sia stato il primo passo verso LuzBoa, anche se probabilmente nessuna delle due se ne è resa conto sul momento.
Qualche anno dopo Chiara è andata ad abitare a Lisbona per motivi di lavoro. Un giorno, nel 2019, mi ha detto “Perché non organizziamo un weekend con 8-10 persone e tu vieni a raccontare Lisbona?“. La chiave è stata proprio quel verbo, raccontare. Spesso un luogo viene visitato e descritto ma è raro sentirlo raccontare attraverso le voci di chi ha fatto la sua storia, scritto romanzi e film ambientati lì e di chi cammina e vive in quelle strade tutti i giorni.
Abbiamo sentito forte l’esigenza di offrire ai nostri ospiti la possibilità di “immergersi” nella cultura di una città così europea e allo stesso tempo oceanica. Lisbona è una città molto visitata oggi, ma poco conosciuta fino a pochi decenni fa. Insomma, abbiamo voluto offrire un’esperienza di viaggio profonda, intensa e unica. Abbiamo quindi lanciato il primo weekend LuzBoa a novembre 2019 ed è andato molto bene. Avevamo tre weekend programmati per la primavera del 2020 e sappiamo tutti cosa è successo dopo, ma per fortuna abbiamo ricominciato alla grande nell’autunno 2021.
Lisbona è stata per ognuna di voi una folgorazione. Qual è il vostro primo ricordo della città?
Valentina: Qualche mese prima dell’inizio del mio Erasmus andai a Lisbona con mia mamma per capire come fosse questa città. Nessuna di noi due conosceva la città dove avrei dovuto vivere e studiare per i successivi dieci mesi. Era il 1998, internet non era ancora quello strumento che ti permette di visitare virtualmente qualsiasi luogo nel mondo. Arrivammo in una giornata grigia di pioggia. Per prendere il famoso tram 28 andammo al capolinea in Martim Moniz, una piazza che purtroppo ha molte difficoltà e non è mai riuscita a trovare una sua identità. Eravamo molto silenziose, ci confessammo poi che non avevamo avuto un’ottima impressione della città. Quando il tram cominciò ad arrampicarsi sulle colline come per magia smise di piovere, il cielo si schiarì fino a diventare di un azzurro perfetto. Prima della fine della corsa sia io sia la mia mamma eravamo perdutamente innamorate di Lisbona.
Chiara: per me Lisbona è energia. Quello che colpisce tutti di questa città è la luce e anche dopo cinque anni di vita portoghese, non ci si abitua a questo scintillio. Ti sa regalare piccole esperienze di pura poesia e non per niente uno street artist ha scritto su molti muri della città proprio queste due parole “Pura Poesia“. Non so dire bene quale sia il primo ricordo che ho di Lisbona, perché non è visivo e più un ricordo sensoriale ed emotivo.
Cosa distingue i week end LuzBoa da altre esperienze guidate di viaggio?
Valentina: La frase che ci guida nello studio dei weekend LuzBoa arriva da una canzone di Caetano Veloso: quando a gente gosta é claro que a gente cuida. Per Veloso amare deve per forza voler dire prendersi cura e questo secondo me, nel caso delle città, è ancora più vero. È sulla base di questo gesto, il prendersi cura del luogo che raccontiamo, che costruiamo i weekend. Cerchiamo di portare le persone a vedere tanti angoli della città, certo, ma vogliamo che quegli angoli raccontino qualcosa della cultura del popolo che ci vive. Portiamo i nostri ospiti ad ammirare la bellezza del Mosteiro dos Jeronimos e ne raccontiamo la storia.
Li facciamo entrare nella realtà delle scoperte portoghesi del passato, raccontando loro cosa hanno significato per la cultura del Portogallo e delle ex colonie e quale eredità ha lasciato ancora oggi nel modo di pensare portoghese. Li portiamo a visitare la Baixa ovviamente, ma la sentiamo raccontare soprattutto dalle parole di José Saramago e Fernando Pessoa, che l’hanno amata e vissuta. Ci fermiamo in un punto panoramico e ci facciamo mille foto perfette per Instagram, ma poi ci sediamo poco più in là a leggere una pagina di Dulce Maria Cardoso sui Retornados portoghesi del 1975. I luoghi sono fatti di storie, e le storie sono fatte di persone: nei weekend LuzBoa ci facciamo guidare dalle nostre 3C: comunità, cultura, cura.
Cosa vi emoziona di più quando accogliete e quando salutate un nuovo gruppo di persone che ha scelto la vostra guida?
Valentina: Ogni volta che accogliamo un gruppo la cosa che mi emoziona di più è l’incontro. Quel momento in cui ci stringeremo la mano, ci diremo che possiamo darci del tu e ci faremo le solite domande che però hanno sempre risposte diverse e interessanti. Domande come – dove vivi, cosa fai, perché sei qua, hai già visto Lisbona? – e che immancabilmente mi arricchiscono di quella moneta unica che è il conoscere le storie delle persone. Quando ci salutiamo provo sempre quella straordinaria emozione che è la saudade, che è qualcosa di simile alla nostalgia. Succede infatti sempre la stessa cosa: iniziamo il weekend come sconosciuti e poi, nel giro di poche ore, diventiamo amici, famiglia, gruppo. Ci sembra impossibile che dopo tre giorni ci si debba già salutare (con un abbraccio stretto però, non più con una stretta di mano).
Quale esperienza è irrinunciabile in un viaggio a Lisbona?
Valentina: Nonostante io ami profondamente le vie strette dell’Alfama e della Mouraria, credo che a Lisbona sia fondamentale fare un’esperienza vicina all’acqua, vicino a quel fiume che sembra mare e che profuma di oceano. Credo sia fondamentale perché l’acqua racconta moltissimo della storia del Portogallo. E di conseguenza racconta molto della cultura e del modo portoghese di vivere e di osservare il mondo. Proprio per questo motivo durante i nostri weekend facciamo una navigazione di due ore sul fiume al tramonto su una barca a vela d’epoca. Questo perché da lì, dall’acqua, Lisbona e la sua storia sono ancora più emozionanti.
Qual è il vostro luogo del cuore della città?
Valentina: Quando avevo ventidue anni e vivevo lì andavo spesso in Praça do Comercio da sola, per pensare. Mi sedevo sui gradini della statua di Dom José I, guardavo il fiume e riflettevo, passavo del tempo con me stessa. Quella piazza è rimasta per me un enorme luogo di emozioni, quando arrivo da rua Augusta sento proprio il cuore allargarsi e battere forte.
Chiara: Ci sono due luoghi che prediligo. Il primo è il Jardim das Amoreiras, il giardino dei gelsi, a due passi da Mãe da Agua, il bacino idrico di raccolta dell’antico acquedotto che arriva ancora in città. Anche il mio secondo posto preferito è un giardino ed è quello botanico di Ajuda, appena sotto il Palazzo Reale. Mentre il posto più infernale di Lisbona è la rotonda di Marques Pombal, ogni volta che ci arrivo in auto mi sudano le mani! Ho scoperto che anche a piedi ha il suo fascino demoniaco: pedoni e biciclette condividono lo stesso spazio e il rischio è sempre dietro l’angolo.
Ci sono delle nuove e inedite tappe di LuzBoa che pensate di proporre in futuro?
Valentina: Stiamo pensando di proporre soggiorni più lunghi. Per offrire esperienze che ci portino a vivere l’oceano ma anche la parte dell’entroterra portoghese, pieno di storie e di tradizioni interessanti. E poi chissà, magari arriveremo fino a Porto!
Per conoscere meglio i dettagli e le prossime date dei week end LuzBoa potete visitare il blog LuzBoa di Valentina Stella oppure il sito OttoCollective di Chiara Formenti.
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