Storie da raccontare/14 – Roger Milla: quell’uomo suda…
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Canzone consigliata: Gianna Nannini e Edoardo Bennato – Un’estate italiana
Quell’uomo suda.
In fondo mi somiglierebbe se non avesse la carnagione scura, non ci separassero trent’anni e non vedesse come un miraggio una doccia rinfrancante. Io, ad esempio, ne sono appena uscito. Pulito, profumato e con un bell’accappatoio dell’Uomo Ragno (Spiderman chi?) utile non solo per asciugarmi ma anche per liberarmi la pelle dagli ultimi, residui, granelli di sabbia. Non mi appartengono anche se sembrerebbe.
I ricchi venti minuti di coccole che mi sono concesso sotto un soffione generoso di acqua tiepida non sono serviti: queste dannate briciole di una roccia che fu, proprio non ne vogliono sapere di abbandonarmi. Me li ritrovo ovunque: nelle orecchie, negli interstizi palmati della dita dei piedi, perfino in bocca. Normale per chi, avendo un’epidermide chiarissima, deve riempirsi di una crema solare talmente tanto densa da impedire anche a un muratore esperto di spalmarla alla perfezione. Prima di indossare un cappello, una maglietta rigorosamente bianca e un pantaloncino capace di coprirti ben oltre le ginocchia. Senza dimenticare di accomodarsi sotto l’ombrellone. A leggere e osservare mandrie di bambini sconosciuti che corrono sul bagnasciuga senza apparenti pensieri. Bella vita di merda, quella di un cucciolo di sei anni facile alle insolazioni.
Mio padre, intanto, è in piedi. Accanto al tavolo. Ha gli occhi puntati sulle immagini proiettate da un minuscolo televisore di marca Mivar. Ce lo siamo trascinati dietro per chilometri proprio per assistere ad eventi come questo. Le gare del “nostro mondiale”: Italia ’90. E’ attento, papà. Così concentrato l’ho visto solo quando gioca la Roma. Il che mi fa capire l’importanza del match che ormai stiamo guardando insieme. Sono confuso: quei giocatori non li conosco. In più il cronometro mi manda leggermente fuori giri: segna il minuto numero 107. Ma le partite non finivano al novantesimo? Mah.
Nell’istante esatto in cui me lo chiedo, un portiere riccioluto si appresta ad addomesticare il rinvio della difesa avversaria. È molto lontano dalla sua porta, eppure non sembra preoccupato. Il pallone, con la stanchezza tipica di un tempo supplementare, viaggia verso un compagno e poi gli ritorna. Un tocco di troppo ed ecco accendersi la fame del Re. Corre l’uomo sudato, corre più veloce del vento. La palla ora è sua e nessuno potrà sottrargliela: non i difensori della Colombia, non l’intervento disperato in scivolata dell’amabile ricciolone. La rete che si gonfia, facendo esplodere di gioia la parte camerunense del San Paolo di Napoli, sembra essere l’innesco per la danza dell’uomo sudato. Che ora balla. Avendo come spettatore privilegiato un cartellone pubblicitario.
“Roger Milla, 38 years old” recita la grafica minimal della Rai, facendo scompisciare mio padre.
– Hai capito ‘sto vecchio? – commenta avvicinandosi al bagno. Credo sia arrivato il suo turno per fare la doccia – e quando gli ricapita di fare doppietta in un mondiale? –
Gabriele Ziantoni #DisperatamenteMalinconico
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