Calcio femminile, professionismo storico

Calcio femminile, professionismo storico

Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne.”

Maya Angelou

Tra dilettanti e professioniste oggi non c’è più differenza. Almeno nel calcio. In Italia le calciatrici sono diventate finalmente, professioniste. In una giornata storica per lo sport femminile del nostro Paese, il Consiglio Federale della Federazione italiana giuoco calcio (Figc) ha completato, martedì 26 aprile, le modifiche normative necessarie al passaggio di ruolo delle calciatrici di Serie A a partire dalla prossima stagione. Un cambio ritenuto necessario per garantire la sostenibilità del sistema e alzare l’asticella della competitività. Quindi, a partire dal prossimo primo luglio, addio dilettanti e benvenute professioniste.

Sembra una cosa da poco ma non lo è. Perché i calciatori maschi devono vivere del loro stipendio da calciatori mentre le calciatrici no? Il calcio femminile negli ultimi anni ha scalato le classifiche. Una prova tangibile del segno dei tempi che stavano cambiando si è avuta quando, il 18 giugno del 2019, l’Italia al femminile fa il suo esordio in prima serata su Rai Uno in occasione della sfida con il Brasile nel Campionato del Mondo di Francia 2019. Audience: 6.525.000 spettatori pari al 29,3% di share. L’avventura delle azzurre si concluderà poi nei quarti di finale contro l’Olanda.

Luisa Rizzitelli – Presidente Assist

Sentenza storica per il calcio

Da sempre, accanto alle donne che praticano sport come professionisti ma che professionisti sulla carta non sono c’è Assist, l’associazione nazionale delle atlete, un’organizzazione no-profit che dal 2000 si adopera per i diritti collettivi delle atlete e delle operatrici e operatori dello sport femminile. Rispetto, etica, parità: queste le parole chiave del movimento.

Dopo questa storica decisione i presidente, Luisa Garribba Rizzitelli ha detto: “Il percorso è stato lungo e di certo non finisce qui, ma dopo 22 anni di lotte possiamo dirlo. Finalmente il calcio approva l’accesso al professionismo! Quello che Assist chiede dal 2000, ossia che anche le atlete siano riconosciute come professioniste, è realtà. “Oggi è un bel giorno per il calcio italiano: dalla nascita della Federcalcio, nel lontano 1898, mai una donna aveva avuto accesso al professionismo, mai. Ma oggi con un annuncio giustamente roboante, sappiamo che alle calciatrici sarà finalmente riconosciuto il diritto sacrosanto e sancito dalla Costituzione di essere professioniste come possono esserlo gli uomini“.

Per il calcio italiano, complice, da lato maschile, la mancata qualificazione ai Mondiali per la seconda volta consecutiva, è una cosa buona. Spiega Luisa Rizzitelli: “Tuttavia, per onestà intellettuale, crediamo sia doveroso dire due cose: la prima è che quello che ha fatto la Federcalcio lo poteva già fare da prima della riforma (sorge il dubbio che a rimuovere le tante resistenze siano stati i milioni di euro della collettività messi a disposizione dallo Stato per sostenere proprio l’emersione del professionismo femminile e che ora, questi milioni, verosimilmente saranno usati soprattutto dai Club del calcio maschile più ricchi e che hanno finalmente ottime squadre femminili…). Comunque sia, ci si è arrivati nel calcio: dopo 124 anni, ma ci siamo arrivati”.

E gli altri sport?

“La seconda cosa che voglio sottolineare – spiega Rizzitelli – è che purtroppo questo successo per il calcio italiano e per le calciatrici non sarà una vittoria per lo Sport italiano, perché nelle altre discipline sportive tutto resterà come prima: non avremo cestiste, sciatrici, nuotatrici, pallamaniste, ecc. ecc. professioniste. E non le avremo perché gli altri 44 Presidenti Federali, votati ed eletti dai datori di lavoro di atlete e atleti, non hanno ancora fatto il passo che invece oggi la FIGC, prima in Italia, ci annuncia di aver compiuto: chiedere che le proprie discipline, non solo femminili, abbiano accesso al professionismo quando si configurino i requisiti del lavoro sportivo.

Quindi attenzione: lo sport italiano non ha aperto il professionismo alle donne, come Assist chiede da oltre 20 anni. Lo ha fatto solo il calcio, e il risultato, piaccia o no, è che ora avremo anche “figlie e figliastre”, cioè chi godrà di diritti e tutele e chi, pur facendo lo stesso lavoro, questi diritti non li avrà.Giudicate voi se questa è una vittoria per lo sport oppure no.”

Nazionale Italiana Rugby Femminile

Conquistata una vittoria bisogna rimettersi l’elmetto in testa per affrontare un’altra guerra. Ma lo sappiamo, le donne hanno forze inesauribili. La storia lo insegna. E segnerà anche questa vittoria.

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#ostinatamenteEclettica

Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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