Luca Zesi, stand up comedian per passione
La scena della stand up comedy italiana ha un interprete che non passa inosservato. Lui è Luca Zesi, stand up comedian per passione. Nato a Rovigo ma romano d’adozione. Ha scritto per la tv e per il cinema, ma da quando ha preso l’abitudine di salire sul palco scrive principalmente per sé stesso. Cura personalmente la stesura dei suoi testi, attingendo principalmente alla quotidianità perché si sa…la vita ha più fantasia di noi!
Il 16 marzo 2022 lo potremo trovare in scena all’Ellington Club di Roma con il suo nuovo spettacolo “Amaro Elegante Boulevardier”. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare qualcosa di sé e della sua comicità.
Essere Luca Zesi, stand up comedian per passione
Luca, tu nasci autore e sceneggiatore per la tv e il cinema. Poi ad un certo punto esci allo scoperto e sali sul palco come stand up comedian. Quando e come succede?
Succede che nel 2017 frequento un locale notturno per alcuni mesi e mi avvicino fisicamente al palco ogni sera di più, fino a raggiungere la prima fila, quasi fossi abbonato. Su quel palco ancora oggi si suona, si canta e si performa in stile prima metà novecento, ma allora fu una scintilla. A settembre 2017 avrei compiuto 40 anni e decido che mi sarei regalato il tentativo di concludere il mio percorso: dietro alle quinte, di fronte al palco, sopra al palco.
Il pubblico della stand up comedy è diverso da quello televisivo o della sala? Cosa si aspetta questo tipo di pubblico?
Idealmente il pubblico è lo stesso, la stand up comedy in Italia – intesa come movimento artistico – per accelerare il percorso di formazione del proprio pubblico ha cercato di attribuirgli un’identità forte, ma è un’etichetta senza senso. Cosa si aspetti il pubblico non saprei dire: qualcuno ama ritrovare se stesso nelle idee degli altri, altri amano evadere dal proprio circuito di pensieri. A volte capita di trovarti di fronte qualcuno che si è fatto la doccia, si è vestito, ha cercato faticosamente parcheggio e ha pagato il biglietto per sfidarti, per provare a convincerti che non fai ridere. Quasi sempre uomini, quasi sempre romani.
Stand up comedy e dove trovarla
La scena romana della stand up comedy a che punto è? Quali sono i tuoi locali preferiti?
Il Covid ha cambiato le carte in tavola, dando all’estate un ruolo che prima non aveva o aveva solo marginalmente. Il punto sulla situazione romana (ma non solo) credo vada fatto non appena si potrà fare una stagione intera senza divieti o sirene d’allarme. I comici nascono e muoiono continuamente, se estendiamo il discorso all’Italia la mia sensazione è che siamo in un periodo di crescita demografica. Il mio genere di locale preferito: pedana bassa più che palco alto, pubblico vicinissimo da guardare negli occhi; contesto assimilabile a un concerto punk vecchia scuola, ma condito da un’elegante arredo degli interni. L’eleganza mi calma, la vicinanza al pubblico mi stimola.
Tu scrivi e interpreti i tuoi pezzi. Come nascono e da cosa trai ispirazione?
Quasi tutto il mio repertorio ha una base autobiografica, essenzialmente per me la comicità è vendetta
Luca Zesi, la stand up comedy in Italia e all’estero
Hai lavorato su palcoscenici importanti, in Italia sei stato ospite a Comedy Central e ti ha accolto anche Londra, sul palco di The Comedy Store. In cosa si differenzia la comicità italiana da quella d’oltremanica?
La comicità in senso lato ha un rapporto più trasparente col pubblico. A teatro, al termine di una rappresentazione drammatica, può capitare di rimanere sorpresi dall’intensità degli applausi finali, difficile che capiti al termine di una performance comica, in cui dal palco si chiedono costanti e progressive prove di gradimento sonoro al pubblico, siano risate o applausi. Le somme si tirano sempre alla fine, ma il totale il comico se lo è visto via via scorrere davanti agli occhi mentre performava. Tutto questo per dire che la trasparenza inglese è probabilmente superiore alla nostra: tifano perché la serata sia divertente, lo sperano dall’inizio, ma se deludi le loro aspettative ti inondano di un silenzio mortale, ti consegnano nelle braccia del dramma. Per fortuna non mi è mai capitato, almeno dalle loro parti.
E quale comedian è stato per te un punto di riferimento?
L’uomo che mi fa più ridere al mondo è Larry David, il primo comedian di cui ho approfondito il repertorio è stato Jerry Seinfeld, era il 2001.
Le qualità di uno stand up comedian
Che qualità deve avere uno stand up comedian?
Dipende da quale è il suo obiettivo finale. Essere famoso? Deve avere la capacità di farsi imporre da chi ne ha i mezzi. Avere una voce riconoscibile? Deve avere la capacità di imporsi sul palco, ogni singola volta.
Ti poni dei limiti in termini di “politically correct” nella scrittura?
Se il contrario di amore è indifferenza, il contrario di politicamente corretto è ambiguo. Sempre amato l’ambiguo.
Il nuovo spettacolo: Amaro Elegante Boulevardier
Ti vedremo il 16 marzo all’Ellington Club di Roma in “Amaro Elegante Boulevardier”, ci racconti che spettacolo sarà?
Una serata spartiacque, almeno per me. Un’ora di materiale che parla di femminismo rampante, spermatozoi stanchi, coltelli calabresi, mistress francesi e del mio rapporto coi Rom.
Dove potremo trovarti successivamente?
In posti che sappiano fare un buon Boulevardier.