Storie da raccontare/7: il temporale estivo
Tempo di lettura: 1 minuto e mezzo
Canzone consigliata: Replay – Samuele Bersani
Mancano quattro mesi ai miei 21 anni e sono a casa.
Una tazzina di caffè in mano e lo sguardo perso fuori dalla finestra, impegnato a rincorrere chissà quale pensiero che, solo per casualità, si confonde con la corsa di un gatto.
L’ora di pranzo è passata da poco e sono appena tornato dalle vacanze. Agosto è agli sgoccioli e in strada si sente aria di pioggia: sta arrivando un temporale. Uno di quelli di fine estate, uno di quelli che ti spinge a spalancare le finestre per respirare l’umidità che sta per alzarsi dalla terra secca e infuocata.
Ho le cuffie alle orecchie e il lettore cd (che antichità!!) infilato nella tasca dei bermuda. Mi dà un fastidio pazzesco quell’affare che mi pesa addosso e mi costringe a camminare a gambe leggermente divaricate. In più, se i miei calcoli sono giusti, tra qualche ora dovrò cambiargli le batterie e il sapere di non averne in casa mi rovescia addosso un senso di frustrazione infinita.
E’ quello l’istante preciso in cui il cellulare inizia a vibrare.
E’ un Nokia 2650, un modello a conchiglia comprato qualche giorno prima e lo maneggio come un oggetto sconosciuto. Non sono abituato: devo aprirlo per capire chi mi sta chiamando e lo faccio infilando il pollice nell’incavo che si crea tra i due lati.
La “cosa” scatta e il nome che leggo mi fa salire un fastidio che fatico a gestire.
Lo richiudo, lasciandolo agitarsi accanto al libro di Antropologia Culturale aperto per trequarti sulla scrivania. Aspetto qualcosa e certamente non da chi ha deciso di chiamarmi in quel momento.
Ancora non lo so, ma quella sera riceverò un sms che mi cambierà la vita, dandole una sterzata decisa e decisiva.
Gabriele Ziantoni #DisperatamenteMalinconico
SEGUI DISTANTI MA UNITE!
Sulle nostre pagine social Facebook, Twitter, Instagram e Telegram.