Storie da raccontare/4: A volte l’idolo non cade intero
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Canzone consigliata: Cara Catastrofe – Le Luci della Centrale Elettrica
– Oh, ma che hai?
– Niente, perché?
– Tremi, ti lamenti, hai degli spasmi alla pancia
– Stavo sognando
– Un bel sogno?
– Non direi. Un incubo
– Cioè?
– La commessa di una banca mi spiega il motivo della mia infelicità: l’aver realizzato tutti i sogni a soli 38 anni. Una maledizione gitana, cazzo. Comunque il mio inconscio non deve stimarmi molto: l’ho capito quando lo sportello della filiale si è trasformato nello studio della mia psicologa
– Buona quella: è stata capace solo di ufficializzarti la depressione e consigliarti medicinali…
– …che io ho rifiutato…
– …scegliendo le gocce di CBD…
– …che sono naturali
– Sì, ma alterano comunque la percezione delle cose
– Non hai ancora capito che il segreto della felicità sta nel mischiarsi agli altri? Nel diventare stupido come loro?
– Vabbè dormiamo
– Non ci riesco più: la musica mi tormenta
– Quale musica? Io non la sento
– Io sì. Virginia mi aveva detto di evitarla in questo momento, soprattutto le canzoni tristi. Io non le cerco ma loro mi trovano sempre
– Perché non vengono da fuori
– Ieri mentre cercavo di togliere il cavalletto alla Vespa, Brunori Sas mi ha aggredito alle spalle. Se non avessi avuto il contrappeso del motorino sarei andato in terra.
– A volte l’idolo non cade intero. E a volte, quando si rompe, la gente ne divora i pezzi mi pare fosse Galeano a dirlo
– Ti ricordi quella sera? La chiusura della campagna elettorale di Fabio
– Sì
– Ti ricordi che c’era quella ragazza che recitava la favola di Pezzettino? Quella che, poi, Francesca ha letto a Natale ad Alessandro. Che noi stavamo zitti e emozionati mentre Ale distruggeva la cameretta
– Certo che mi ricordo
– Io quella sera ho pensato, e me ne sono convinto, di essere l’ultimo pezzettino rimasto di quell’insieme al quale appartenevo una volta. Poi mi sono voltato e ti ho visto. E allora ho pensato che avevo bisogno di una pinza
– Una pinza?
– Volevo osservarti meglio, studiarti, smussare gli angoli della mia figura e aderirti quanto più possibile. E se questo voleva significare perdere delle parti di me, avrei corso il rischio. Perché forse l’insieme originale è andato perso, ma noi possiamo crearne un altro. Né migliore né peggiore: semplicemente diverso, originale, unico nella forma e nel colore.
– Come i vasi cinesi che quando si rompono vengono riparati con l’oro e addirittura diventano più preziosi
– Esatto. Sarebbe un segreto solo nostro. Magari ne parleremmo ai nostri amici più stretti: Martina, Francesco, Daniele, Eleonora. Li convinceremmo a fare lo stesso, gli spiegheremmo la dinamica. Diventeremmo un insieme potentissimo, bello. Forse anche il mondo sarebbe un luogo più giusto.
– Dai abbracciami
– Non sento più la musica
– Meglio: anche se mi spaventa l’assenza di suono.
– A me no. A me basta il battito del tuo cuore, il respiro di Ulisse e le fusa di Khalisi. Amo la notte per questo. Peccato debba tornare il giorno.
Gabriele Ziantoni #DisperatamenteMalinconico
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