Dietro il no al vaccino c’è il rifiuto della realtà
Perché molta gente rifiuta il vaccino? Me lo chiedo spesso, ma non trovo mai una risposta convincente. Le loro motivazioni fanno acqua, almeno per me.
Nei loro discorsi dall’aspetto patriottico e ribelle ci leggo sempre qualcosa che non quadra.
Prima di provare a capire le ragioni di chi non si vaccina, però, c’è da fare una doverosa premessa: non c’è un profilo unico, ci sono diverse posizioni contrarie ai vaccini che vengono accumunate tutte erroneamente sotto l’ormai demonizzato appellativo di no-vax.
Se è vero che “loro” se la prendono con il sistema, con il Green pass, con l’obbligo vaccinale, con chi non si ribella, con Bill Gates, con Big Pharma e ora pure con chi si vaccina perché ritenuto complice del diffondersi delle varianti, “noi” ce la prendiamo con loro. Con tutti loro. Senza distinzioni. Ormai siamo arrivati a un tale punto di stanchezza per cui solo a sentire qualcuno che dubita dell’efficacia dei vaccini ci viene da urlargli parole poco cortesi che sintetizzerò così: “E basta! Fatti sto vaccino e non rompere più!”
Pure se è un nostro caro amico o parente stretto. Pure se è una persona che abbiamo sempre stimato e che continuiamo a stimare per tanti altri aspetti.
I no-vax non sono tutti uguali.
Ci sono persone che sono contrarie ai vaccini da sempre; evitano l’antibiotico, stanno alla larga dalle medicine in generale, cercano di rinforzare il sistema immunitario giorno per giorno attraverso la meditazione, l’esercizio fisico e un’alimentazione sana ed equilibrata.
Ci sono persone che hanno la fobia degli aghi e non riuscirebbero a farsi iniettare nulla da svegli.
Ci sono persone che hanno paura, altre che non si fidano della scienza, del sistema sanitario, dell’OMS, dei farmacisti e neanche del medico di famiglia.
Poi ci sono gli invasati. Sì, bisogna riconoscerlo. Tra i no vax c’è una fetta di persone che sta dando di matto. Parlo di quelli del 5G, del piano per controllare le menti ecc…
Insomma, non sono tutti uguali, ognuno ha le sue ragioni e ignorarle od ostacolarle non risolve il problema.
Perché il confronto con i no vax è sempre difficile?
Sarà capitato a chiunque di scontrarsi con un conoscente o anche con caro amico sul tema dei vaccini (Ormai nella scala dei temi più trattati durante una conversazione questo argomento ha superato perfino il meteo).
Dopo i primi minuti ci si rende conto di trovarsi in posizioni diametralmente opposte e nessuno dei due interlocutori riesce a capire le ragioni dell’altro. O meglio, ci si prova, ma alla fine la frustrazione di non riuscire a convincere l’altro ha la meglio e si finisce a litigare.
Ovviamente questo accade perché ci troviamo di fronte ad uno dei momenti storici più difficili che le nostre generazioni abbiano mai vissuto e tutto quello che riguarda l’argomento ha un peso specifico maggiore. Ogni idea, ogni sentimento che riguarda questo periodo è carico di ansia, paura, frustrazione. Vorremmo tutti intimamente che questa storia finisse ora. Pro-vax, no-vax, nì-vax, su questo non abbiamo dubbi. Questa è l’unica cosa che ci accomuna tutti.
Ma quindi, perché non si vaccinano?
Premesso dunque che ognuno ha le sue motivazioni per non vaccinarsi, a ben vedere esiste un comune denominatore nelle posizioni dei negazionisti, dei no-vax e dei no-green pass.
A livelli e gradi diversi, c’è una mancanza di fiducia nel sistema. Non credono ai dati raccolti, non credono ai bollettini dei telegiornali. Ma non credono neanche fino in fondo alla gravità della situazione. Usano qualunque pretesto o stramba voce fuori dal coro per avvalorare le proprie idee. Cercano chi la pensa come loro e si uniscono per fare fronte comune. Per difendersi, secondo loro, da una società che li sta ingannando, da una collettività che li sta ghettizzando, da un governo che li sta rendendo succubi.
Versioni a confronto
La versione ufficiale dice che un virus ha fatto un salto di specie ed è passato all’uomo. In due anni si è adattato cambiando forma. È stato fortemente indebolito grazie ai vaccini, quindi ora non uccide più come prima, ma è molto più contagioso quindi c’è comunque da mantenere il distanziamento perché se anche solo un 1% dei contagiati finisce in terapia intensiva, l’1% di 60 milioni fa 600mila persone e la capienza delle terapie intensive è all’incirca di 10mila posti.
Questo e “solo” questo è sempre stato il vero problema.
Dietro quel no al vaccino c’è una forma di rifiuto della realtà
La versione dei no vax è fondamentalmente quella di controbattere ogni punto, dal salto di specie che ha fatto il virus al sovraffollamento delle terapie intensive.
C’è chi crede a qualcosa della versione ufficiale, chi invece non crede ad una virgola.
E cos’è questa se non una forma di rifiuto? Rifiuto della realtà, della vulnerabilità dell’essere umano, della nostra incapacità di affrontare un nemico così piccolo, proprio noi che stiamo per terraformare Marte. No, non ci si può credere. Piuttosto ci deve essere un piano dei poteri forti sotto.
Eppure…
Eppure, nonostante siamo agli antipodi rispetto alle teorie complottiste e alle posizioni dei no vax, ci rendiamo conto benissimo del caos quasi totale in cui riversa il sistema sanitario. Un’istituzione, quella della sanità pubblica, che ha quasi completamente perso la fiducia dei cittadini e che non sembra in grado di recuperarla a breve.
Accettare che quello che ci è capitato sia più grande di noi è un conto. Difficile, ma fattibile.
Realizzare che ancora oggi, dopo due anni, non si sappia bene quando e come risolveremo il problema è decisamente sconfortante (Un anno fa la situazione non era tanto diversa).
La colpa più grave del Governo e delle Istituzioni è stata quella di non aver saputo trovare un canale di dialogo chiaro e univoco con i cittadini. Fosse stato anche: “Scusate, non ci stiamo capendo niente. Non andate nel panico se no è peggio. Proviamo col vaccino e vediamo come va…”, ma qualcosa di sincero forse andava detto.
Almeno per contrastare quel sentore crescente che ha portato molte persone contrarie ai vaccini a convincersi di una cosa: “Questi mi vogliono fregare”.
Con questo non si vuole dare ragione ai no vax, ma si cerca di evitare posizioni estremiste in senso opposto perché alla fine risulterebbero ugualmente folli.
E invece se c’è una strada giusta da percorrere è sicuramente quella del dialogo e della comprensione reciproca.
Chi si sente “fregato” dal sistema, chi sente di stare in una dittatura sanitaria, chi non crede nel fatto che ci si vaccina per evitare il collasso del sistema sanitario, non potrà essere convinto da nulla e da nessuno.
Condividere e comunicare per uscire dal tunnel dell’odio reciproco
L’obiettivo ora non è più quello di arrivare ad una copertura vaccinale totale, ma di evitare di spaccare il Paese, le famiglie e le amicizie di una vita. Le controversie si stanno inasprendo, non si tratta più di combattere una manciata di negazionisti terrapiattisti adepti di qualche improbabile setta.
Se non si ritrova la capacità di dialogare anche su questo complicato tema, la società civile andrà incontro ad una spaccatura che si ripercuoterà sul vivere quotidiano anche quando ci saremo lasciati alle spalle questa pandemia.
Dobbiamo imparare a comunicare, ad avere la pazienza di capire l’altro e di accettare la sua visione pur non condividendola. Dobbiamo imparare a spiegarci, a condividere le nostre idee senza la convinzione di essere nel giusto. Sembra assurdo, eh? Sì, decisamente, ma vale la pena provarci.
Qui non si sta remando tutti dalla stessa parte, è vero. Ma come si fa? Le correnti spingono in tutte le direzioni, non si capisce più bene quale sia la parte giusta da seguire. Si ha paura di affidarsi a chi dice andiamo di là, perché non ne sembra convinto neanche lui.
Decidere di vaccinarsi a questo punto è una scelta di fede, ma se per le prime due dosi la paura è stata sconfitta grazie alla speranza che fossero risolutive, ora per la dose di richiamo c’è rimasto solo di tirare la monetina. Siamo pieni di incertezza e forse rispetto ai no vax siamo anche molto più confusi.
Io per esempio sto per fare la mia terza dose ed ho un dubbio che non riesco a risolvere: se in queste settimane mi fossi presa il covid senza saperlo, corro qualche rischio a fare il booster?
Lo chiederei al mio medico di famiglia se non fosse che è stato radiato. E’ no-vax. Assurdo, eh?
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