Perché non arrendersi alla magia del Natale?

Perché non arrendersi alla magia del Natale?

Avete mai provato a guardare negli occhi di un bambino che vede babbo natale?

Io si, prima in quelli di mia nipote e poi in quelli di mia figlia, quest’anno ancor di più, entrata nei 2 anni di vita.

L’atmosfera natalizia per un bambino è qualcosa di magico e credo che nessuno possa mai spegnere questa magia.
Ci sono i non credenti, i non praticanti o semplicemente Grinch.

Siete tra quelli che già parlando del Natale iniziano un’irritazione cutanea? 

O al primo addobbo vai di rossore e alla prima luminaria girano gli occhi all’indietro?

Io non so che tipo di trauma abbiate avuto da bambini ma non credo esista atmosfera più magica del Natale anche per i non credenti. 

E anche se siete tra quelli che si annoiano a far l’albero in casa non può che farvi piacere il volto che assume la città durante questo periodo. 



Con un bambino è più semplice vivere il natale.

Chi ha un bambino mi capirà! Impossibile non lasciarsi trasportare tra impasti di biscotti, letterine di babbo natale e addobbi vari con cui allestire casa.

Entrare in un mood di dolcezza infinita, perché ogni luce è un richiamo di sorrisi e di attese. 

Mia figlia ad ogni luminaria o addobbo pensa che arrivi babbo natale e il suo modo di fare intenerirebbe anche un cuore di ghiaccio.

“Mamma è babbo!!!”

Perché non vivere come loro?

Perché non indossare quegli occhiali speciali che fanno osservare il mondo dal loro punto di vista?

Un punto di vista magico, un mondo fatato. 

L’altra sera stavamo guardando l’ultima serie di Gomorra con mio marito e mia figlia ci ignorava stando sul suo tanto amato tablet mentre pigiava i suoi cartoni preferiti.


Ad un tratto mi son trovata ad abbassare il volume della tv per la musica alta della colonna sonora tagliente che incalzava i proiettili, con il cuore in gola, lo sguardo quasi serrato mi giro verso mia figlia che guardava degli elfi caricare la slitta di babbo natale al suono di jingle bells. 

Sono scoppiata a ridere, mi è tornato il sorriso nel vedere il suo viso disteso e sognante mentre io e mio marito tesi come corde di violino. 

Certo, altre età, altre situazioni e gusti ma mi ha fatto ridere la scena di due universi a confronto uniti in una sola stanza. 

Mia figlia sicuramente a fine video la vedevo più soddisfatta di me, più serena e sorridente. 

A parte la parentesi casalinga. 

Io sono catalogata tra gli esagerati, l’albero è quello che penso di fare appena solcato Halloween, ci sono però quelli più tranquilli che comunemente lo fanno come da tradizione l’immacolata, l’8 dicembre. 

Ma qui non sto a sindacalizzare quando è bene fare l’albero o gli addobbi, qui è qualcosa di diverso. 

Un angolo del cuore riservato all’essere ancora bambino, riuscire ad essere ancora spensierati per osservare un evento annuale come quello del Natale senza storcere il naso. 

Senza dover essere dal lato di chi mette le mani avanti e dice “ma che palle!” perchè pensa di scoprire il fianco, il suo lato tenero.

Secondo me è impossibile che possa non piacere il natale, che non possa scaturire un movimento, un calore improvviso, da una piega del viso ad sorriso.

Auguro a tutti, anche in case spoglie e solitarie che la magia del Natale riscaldi gli animi e i cuori, colmi i vuoti e le assenze che avete… perché solo di questo si tratta. 

Buon natale! 

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Emanuela Impieri

Mi chiamo Emanuela Impieri, sono nata a Roma 34 anni fa. In passato, la mia timidezza mi ha portato a guardare il mondo senza essere guardata, nascosta dietro la macchina da presa, la mia più grande passione. Ho curato la regia e scritto la sceneggiatura di vari cortometraggi per poi approdare alla tv locale romana, prima a "canale 10" poi per undici anni nel reparto tecnico di Retesole essendone anche la responsabile, per arrivare a collaborare con le tv nazionali. Sono stata docente di dieci Master in Giornalismo Radiotelevisivo per Eidos Communication. Mi piace lavorare e far la differenza proprio in quei settori in cui le quote rosa sono latitanti. Ho cambiato tutto per questo lavoro, città, amici, un’intera vita, finché un matrimonio e una bimba hanno rimescolato le carte per rinnovare tutto di nuovo. Per loro mi diletto a “mettere a fuoco” la mia vita sull’altra passione; cucinare, prima che per gli altri diventasse una moda. Perchè “Cucinare è come Amare o ci si abbandona o si rinuncia”. Il mio stile di vita.

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