Brianda Franco Salazar, una vita nel segno della cultura.
Pronipote di Emiliano Zapata, rivoluzionario messicano, Brianda Franco Salazar ha speso gran parte della sua vita per realizzare un sogno: avere un luogo di cultura, aperto a tutti.
Oggi la Casa de Cultura Coronel Francisco Franco Salazar è reale! Nonostante le molte opposizioni e i drammi che la nazione del Messico vive.
Questa fucina di arte e cultura riesce a sostenere gli artisti locali attraverso svariati corsi e attività.
Ma si è posta un obiettivo sociale ancora più ambizioso: educare le nuove generazioni al rispetto dell’altro, allontanandoli dal mondo delle organizzazioni criminali e fornendo ai giovani gli strumenti e le conoscenze per riattivare l’economia locale.
Grazie alla collaborazione di Maria Grazia Di Somma, abbiamo potuto approfondire con Brianda alcuni degli aspetti significativi del suo vissuto, e quali sono state le motivazioni principali che l’hanno spinta verso questa missione.
Come può la Casa de Cultura aiutare la società messicana e in particolare quella della tua città, Anenecuilco?
La promozione della cultura e dell’arte è il nostro obiettivo principale, oltre che salvare le tradizioni storiche, le radici del nostro popolo. La casa della cultura sta trasformando il modo di pensare della gente, poiché il suo funzionamento non “è normale” per coloro che dispongono di risorse economiche. Abbiamo dimostrato che la società può essere quella che cambia la propria situazione.
Pensi che il fatto di essere una donna abbia reso più difficile la realizzazione di
questo progetto?
Naturalmente… essere una donna intraprendente, in prima linea per il bene pubblico, è stato molto difficile. Ovunque andassi a chiedere come realizzare il progetto, mi veniva sempre detto che era difficile realizzare qualcosa del genere, che non ce l’avrei mai fatta. Era un ritornello costante di “Non ce la farai mai”.
Quei commenti erano dolorosi, ma anche se nella mia famiglia non c’era questa differenza, la società me lo ricordava continuamente. Ci sono state molte volte in cui hanno detto che non volevano che andassi alle riunioni, poiché si tenevano in luoghi lontani da casa mia o dal mio lavoro ed io non avevo una macchina, inoltre in quelle riunioni di lavoro, alle quali partecipavano molte persone con lo scopo di proporre progetti ai politici, erano per lo più uomini; spesso, terminavo molto tardi, per fortuna ho sempre trovato persone di buon cuore che mi hanno aiutato a tornare a casa. Anche oggi che il progetto si è finalmente realizzato, dopo 8 anni di ricerca costante, purtroppo cercano di ostacolarmi.
Come immagini il futuro della Casa de Cultura e quali sono i tuoi prossimi sogni da realizzare?
Questi 6 anni di lavoro della casa della Cultura hanno suscitato negli altri rispetto e simpatia, tanto che sono stata invitata, in altri comuni, per avvivare un progetto simile al nostro. Non mi sento un’ esperta, ma sono mossa dal cuore e dall’emozione di poter aiutare gli abitanti di altri comuni. Per quanto riguarda il futuro della casa della cultura, la vedo come una realtà sostenibile, che permetterà di creare altri spazi culturali in altre comunità. E’ vero i miei sogni sono molto grandi. So che forse la mia vita non sarà sufficiente per realizzarli tutti, ma vedere materializzata l’idea la casa della cultura mi fatto credere che “I sogni si avverano”. Ho solo 38 anni, sono sposata e ho 3 figli, e la mia famiglia mi sostiene. Sogno di lasciare un’eredità ai miei figli e spero che continueranno con questo sogno di realizzare altre case di cultura ovunque nel Messico. Però il mio sogno più grande è quello che la casa della cultura possa essere, sempre sostenibile e portare benefici a tutti coloro che la frequentano. Se aiutiamo gli altri a crescere, automaticamente cresceremo noi!