Forza e romanticismo – Parte I
Numerose e gigantesche pale eoliche in costante movimento. Lungo le strade, sparse nelle pianure e sulle alture. Una zona costantemente battuta dal vento. La provincia di Foggia, i Monti Dauni e una Puglia sorprendente. Le meravigliose colline che cambiano colore con la luce del sole. Le nuvole che mutano forma con il passare delle ore. Un fascino delicato. Una interminabile distesa verde. Due borghi. Tra cielo e terra. Poco più di dieci chilometri di distanza. Circa trenta minuti di percorrenza in auto. Tra forza e romanticismo. Tra Deliceto e Bovino.
Dove l’aria non è mai ferma e l’orizzonte è infinito.
Deliceto è uno dei “Borghi autentici d’Italia”. Si trova a circa 600 mt di altitudine, immerso tra boschi di querce, uliveti, vigneti e orchidee selvatiche.
Citato per la prima volta in alcuni documenti medievali con il nome di Ilicetum, Dulcitum e Dulcito, è stato terra di conquista, dopo la caduta dell’impero romano, di bizantini, longobardi e normanni, che resero l’abitato un borgo fortificato e, nella seconda metà dell’undicesimo secolo, costruirono un castello che fu poi ampliato nel tempo dall’imperatore Federico II di Svevia, da Carlo D’Angiò e dai tanti feudatari che si alternarono alla guida del paese e del territorio.
E proprio il Castello normanno svevo angioino è uno dei punti di maggiore interesse, non solo di Deliceto ma anche del territorio circostante.
Dichiarato monumento nazionale nel 1902, osservandolo dal basso incute davvero timore. E’ incagliato sulla collina e domina il borgo pugliese.
Circondato dalle vallate del torrente Gavitello e del torrente Fontana, il castello presenta oggi una forma di trapezio irregolare con tre torri agli angoli.
Il nucleo essenziale è rappresentato da un grande cortile, al centro del quale vi è una cisterna di forma ottagonale che serviva a raccogliere l’acqua piovana. A livello del cortile si conservano gli alloggi del feudatario, composti da sei stanze intercomunicanti, la cappella in cui vi erano conservate le statue di santa Barbara, protettrice dell’artiglieria, e di san Vito, patrono della rabbia.
Forza e romanticismo
Il Castello fortezza è il monumento più emblematico di Deliceto, di cui ne è diventato il simbolo.
Le ampie e sconfinate scuderie sono ricavate dal dislivello del suolo. Ci si perde nel percorrerle.
E la vista che offre, del centro Storico e della Valle in Vincoli, è mozzafiato.
Forza e romanticismo
Il cuore del borgo è dedicato alle chiese e edifici destinati al culto religioso.
Così lungo Corso Margherita, una delle vie principali di Deliceto, si possono vedere gli antichi palazzi delle più importanti famiglie locali e le chiese principali, tra cui la mirabile Chiesa Madre o del Santissimo Salvatore, le cui origini risalgono all’VIII secolo, in epoca longobarda. Oppure la chiesa dell’Annunziata, con le sue tre navate e i bellissimi archi gotici, costruiti in pietra rosata e impreziositi da particolari stemmi e incisioni. Sulla torre campanaria esterna poi, è stata da poco ripristinata la meridiana che scandiva, in passato, il passare del tempo mentre sul lato sinistro è stato collocato un “quadrato magico”, un raro reperto litico di età paleocristiana.
Forza e romanticismo
Nelle vie di Deliceto le cose da vedere e di cui innamorarsi sono tante.
Passeggiare è un piacere. Il centro abitato è ricco di negozi di artigianato locale, piccole botteghe per le quali entusiasmarsi.
Nel camminare senza fretta si incontrano i forni, da cui esplodono profumi dolci e salati, mentre ci si avvia verso ristoranti tipici, dove assaporare i prodotti del territorio.
Forza e romanticismo
Deliceto è colore e calore. E’ la forza della sua fortezza e la dolcezza dei suoi tramonti.
E’ l’insieme di antico e moderno. Dal castello alle chiese, dalla natura alla storia. La macchia mediterranea, i frassini e i peri selvatici. E poi le numerose attività commerciali, dall’artigianato all’intrattenimento, che rendono questo delizioso borgo il cuore vivo, immortale e rock dei Monti Dauni.
Mostra con spavalderia un tempo lontano scritto su muri, parole e fogli. E con amabilità ti riporta al presente, a casa.
E come l’aria mi respirerai…
Le parole lontane – Maneskin
Deliceto è da vivere, assaporare e sentire. Con ogni senso.
La vista che si perde, nella vegetazione sconfinata.
Il gusto che è conquistato, dalle prelibatezze della tavola.
Il tatto che accarezza le impronte, di un passato memorabile.
L’olfatto che fiuta profumi, di fiori e frutti.
L’udito che ascolta sussurrare il vento.
Tra Deliceto e Bovino. Dove l’aria non è mai ferma ma in costante tumulto.
Raccontare un viaggio è sempre un po’ complicato perché si rischia di non riuscire a trasmettere le sensazioni provate.
Mentre ero in Puglia alla ricerca di paesaggi e natura ho incontrato borghi, scorci e storie da raccontare. Accanto alla impetuosa bellezza del Bosco Macchione e del Bosco Paduli ho incrociato l’incantesimo di Accadia, la suggestione di Deliceto e l’armonia di Bovino.
Luoghi che seducono e coinvolgono.
E circondata dal verde e arrampicata su una collina, la suggestiva Deliceto mi ha mostrato il volto più dolce e romantico. Quello del tramonto.