Alla scoperta delle castagne
Iniziamo questo nostro viaggio alla scoperta delle vecchie tradizioni delle castagne. L’autunno, innegabilmente è arrivato e una delle certezze proprio di questa stagione, oltre alle foglie che cadono, alle giacche di pelle che iniziamo ad indossare e al plaid che ricompare sopra i nostri divani, sono le castagne. Un frutto di stagione, appunto quella autunnale, che come una vecchia tradizione aspettiamo per un anno intero.
In questo periodo, nei weekend ci affrettiamo a cercare la sagra più bella e più vicina a casa nostra per poterne degustare. Perché l’Italia è piena di castagneti che in ogni più piccolo angolo ci regalano dei frutti squisiti. E spesso ci inoltriamo alla scoperta delle vecchie tradizioni delle castagne. Infatti l’Italia, nonostante il forte calo della produzione che ci ha colpiti, resta il paese europeo numero uno per la produzione delle castagne, sia in quantità sia in qualità. Che siano i marroni, con la loro forma più bombata, una base rettangolare ed un’intensità di marrone più chiara. O le classiche castagne, di sicuro più piccole delle precedenti ed un colore più scuro. Ma c’è un ultima differenza non trascurabile, è che senza dubbio i marroni costano in doppio delle castagne. Quindi che siano castagne o marroni l’importante è trovare la giusta sagra per i nostri gusti.
Ma per poter soddisfare l’esigenza del nostro palato bisogna seguire poche ma fondamentali regole. Che vale per entrambe le qualità. Una buona castagna deve avere senza dubbio una buccia integra e lucida e non deve presentare delle spaccature.
Chi è goloso di castagne, come me ad esempio, le ama in ogni sua sfaccettatura: quando le faccio bollite, e mi munisco sempre di un coltello e un cucchiaino per poterle tagliare in due e affondarlo nel suo guscio. Come caldarroste mi piace cuocerle sulla brace di un camino e iniziare ad assaggiarle mentre si cuociono e alla fine vedere le mie mani nere di fumo.
Oppure negli inverni montani preparare una gustosa minestra di castagne o cucinarle con un arrosto. E per finire perdermi in un meraviglioso marron glacé, il mont blanc o il più famoso tra i dolci fatto di castagne, il castagnaccio.
Questo frutto lo ritroviamo nella storia dai tempi degli antichi romani che lo portarono nel nostro Impero dall’Asia, per poi insediarsi perfettamente nelle nostre zone montane. Per molto tempo è stato considerato il pane dei poveri per proprietà nutritive e capacità di utilizzare la farina da loro derivata per pani dolci e salati.
Proprio perché legate ad una tradizione popolare e contadina le castagne portano con se molte tradizioni, leggende e racconti.
Come anticipato prima, sono molte le tradizioni legate a questo frutto. Per molti anni le castagne sono state utilizzate negli sposalizi al posto dei più recenti confetti. Così come in alcune zone di Italia durante i battesimi si offrivano, per festeggiare, vino e castagne. Mentre il giorno dei morti c’era l’usanza di consumare castagne. Si lasciavano sul tavolo della cucina delle castagne come cibo per i morti. Le castagne sono state fonte di ispirazione anche per poeti e scrittori. Le ritroviamo anche in molte poesie e racconti, spesso ambientati in autunno.
Nella tradizione popolare il castagno è simbolo di generosità e di previdenza per la sua capacità di dare all’uomo frutti in grado di garantirgli un sostentamento per tutto l’inverno.
Una vecchia leggenda ci racconta che gli abitanti di un minuscolo paese di montagna erano talmente poveri che non avevano nulla da mangiare. Ogni giorno pregavano il Signore affinché desse loro qualcosa con cui cibarsi. Iddio ebbe compassione di loro e ascoltò le loro suppliche così regalò a quegli abitanti un albero maestoso: il castagno dal quale poter raccogliere frutti nutrienti e commestibili. Il diavolo per dispetto racchiuse i frutti in un riccio spinoso per impedire agli uomini di raccoglierli. Gli abitanti del paesino montano allora si rivolsero nuovamente a Dio e chiesero il Suo aiuto. Dio scese dal Cielo e, guardando il castagno, fece il segno della croce e come d’incanto i gusci spinosi si aprirono, facendo cadere le castagne. Da quel giorno ogni anno in autunno i frutti del castagno si aprono a croce e cadono giù pronti per essere raccolti e gustati da tutti.
Ancora oggi andare per castagneti per la raccolta delle castagne rappresenta per grandi e piccini un momento di svago e divertimento. Ancora oggi è bello perdersi alla scoperta delle vecchie tradizioni delle castagne. Ed è bello perdersi per i boschi della Tuscia o nella bassa emiliana o nell’entroterra abruzzese, con un cesto di paglia per poi tornare a casa e insieme ad un buon vino rosso coccolarsi davanti ad un camino o sul divano del proprio appartamento.
La zona d’Italia più ricca di castagne e marroni è senza dubbio la Toscana. Da settembre in avanti i comuni dell’entroterra toscano diventano lo scenario perfetto per andare alla scoperta di questi frutti dei boschi, visto che i castagneti sono stracolmi di ricci cadenti.
Anche la letteratura ci ha regalato molti omaggi a questo frutto che da secoli, ci fa impazzire e ci rallegra i nostri pasti.
Cadono le castagne
Cadono le castagne
sopra il tetto
della casa del bosco.
I piccoli animali
scavano tane
fra le radici scure
e noi guardiamo
dietro la finestra
la pioggia
che ci tiene prigionieri.
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