Donne nel 2021: ancora alla ricerca di parità, empowerment e opportunità.
Cosa significa essere donne nel 2021? Una certezza: purtroppo siamo ancora alla ricerca di parità di genere, maggiori riconoscimenti sociali e svolte reali. Persone, cittadini attivi, che parlano di donne all’evento “EMPOWERMENT FEMMINILE: IL COMMITTMENT DELL’EUROPA”.
Il convegno è stato organizzato da PWN|ROME Professional Women’s Network, costola romana della più ampia PWN Global. L’evento è stato caratterizzato dalla consueta formula di un incontro informale di networking.
La conversazione si è arricchita con l’intervento del Presidente di The European House – Ambrosetti, Marco Grazioli, che ha dato il via ad un confronto a partire dal “Manifesto sull’Empowerment Femminile” documento commissionato dal Ministero delle Pari Opportunità, presentato al G20 di agosto 2021.
Dall’ampio dialogo sono molti gli spunti che hanno una aspirazione operativa. Si perché l’ulteriore consapevolezza è che è il momento di agire, solo la teoria non basta più! E questa “battaglia” dovrebbe essere intrapresa da tutti gli italiani.
Perché è facile capire quanto ne gioverebbe il nostro Paese se avesse delle donne felici, con la possibilità di esprimere le proprie capacità all’interno della società e per l’economia.
Bisogna intensificare il rapporto con le aziende e con il mondo delle Istituzioni perché si risolvano davvero le criticità. Affinché anche nel nostro Paese non si senta più parlare di scelte. Come quella più frequente di donne che non possono diventare madri per paura di perdere il lavoro, o madri che devono rinunciare al loro tempo con i figli per lavorare.
Durante l’evento si fa riferimento anche alle 5 vie indicate dalla stessa Ministra Bonetti: salvaguardare il reddito, oggi più che mai l’indipendenza economica delle donne è minacciata; implementare l’occupazione femminile, anche attraverso strumenti come la defiscalizzazione; arrivare ad una gestione più accurata del tempo-lavoro, che non significa solo smart working; imprimere una accelerazione all’accesso delle donne al potere; valorizzare le competenze.
La conversazione ha portato tutti i presenti ad avere l’opinione comune che alcune strategie siano più necessarie: l’introduzione dei bilanci di sostenibilità; la defiscalizzazione per le assunzioni delle donne; gli incentivi all’imprenditoria femminile.
Ed anche se il lato culturale non basta, bisogna lavorarci su. Le proposte sono quelle di ampliare i programmi scolastici e favorire tramite i media la divulgazione di una comunicazione sulla parità di genere. Fare in modo che i nostri adolescenti e universitari capiscano quali sono le possibilità lavorative e favorire l’inclusione a partire dai comportamenti dei leader aziendali. In altre parole: per trovare soluzioni al problema dell’empowerment femminile va fatto un ragionamento strutturale, affrontato da più punti di vista a cominciare dalle aziende.