Un confronto sul futuro: l’arte come vita!
La vocazione dell’hub AI OPEN MIND, nato a luglio scorso, è quella del confronto. Alla base la convinzione che un futuro di convivenza, funzionale e socializzante, supportato da algoritmi per l’Intelligenza Artificiale, sia possibile a patto di mantenere vigile e aperto il dialogo con enti, istituzioni, università, imprese e, soprattutto, cittadini.
In virtù di questa convinzione Ai Open Mind realizza periodicamente dei webinar aperti a tutti gli interessati al tema dell’intelligenza artificiale. Proprio lo scorso 28 settembre si è tenuto il primo incontro del ciclo I THINK – “L’ARTE COME VITA. Progettando il Nuovo Abitare“.
L’ambizione è anche quella di contribuire attraverso l’hub a diffondere una corretta alfabetizzazione e informazione su AI, restando orientati ad una chiara distinzione tra ciò che è bio e ciò che non lo è, tra ciò che è analogico, reale, umano e ciò che è digitale, virtuale, e prodotto dall’uomo.
Tutto il format non avrebbe la riuscita ottimale senza dei media partner di eccellenza come l’agenzia di stampa nazionale Dire, l’Osservatorio TuttiMedia/Media Duemila, e la piattaforma Dirittodellinformazione.it
L’evento web è stato introdotto da Simonetta Blasi (Università Pontificia Salesiana) e condotto da Michelangelo Tagliaferri (Accademia di Comunicazione).
I protagonisti del primo evento sono stati Salvatore Iaconesi e Oriana Persico. Artisti, ricercatori, docenti e agitatori culturali, vivono e lavorano insieme dal 2006. Rappresentano quello che sta avvenendo in Italia in questi ultimi anni. Autori di opere e performance globali accomunate dall’esplorazione dell’umanità tecnologica contemporanea e della sua continua mutazione.
Per circa un’ora i partecipanti all’evento hanno potuto dialogare con Oriana Persico e Salvatore Iaconesi. Si sono alternati temi come la tutela di ciò che è umano, il lato fondamentale (e utile) delle informazioni per comprendere la complessità della contemporaneità (pandemia inclusa) e la necessità della mediazione dell’arte che, cercando sempre nuovi linguaggi ed espressioni, si pone come ideale trait-d’union nell’interazione (in progress) tra umanità e tecnologia.