Alla ricerca del tempo perduto
Il profumo di biscotti appena sfornati. Il gallo che strilla. Il vento che fa rumore sulla montagna. La casa silenziosa, come se non ci fosse nessuno. Le notti in piazza con gli amici. L’orario di rientro serale e lo sgattaiolare furtivo dalla porta sul retro. Le scalate in bicicletta, il gelato ristoratore e l’adolescenza imperante. Le cadute rovinose dalla scale di marmo. Il vin brulé del nonno, la lasagna nel forno della nonna, i pranzi infiniti. Fotografie sbiadite. Una casa di mattoni rossi. Un cartello “vendesi”. E la ricerca del tempo perduto.
L’orto, le galline e l’estate che passa lenta e veloce allo stesso tempo.
Le giornate di festa, allegre e spensierate.
Zii, cugini, nipoti, genitori, fratelli, sorelle e nonni.
Quanti siamo, riuniti in un’unica sala?
Riunioni familiari infinite. Per tempo e numero. Non si va al ristorante, si sta a casa.
La casa dei nonni, immersa nelle montagne. Sospesa nel tempo.
Le verdure da pulire e il pane da tagliare. La tavola lunghissima, apparecchiata nella stanza più grande.
E poi i posti a sedere casuali, ma neanche troppo.
La croccante, il dolce tipico, in bella vista.
Le sedie che non bastano.
I regali da scartare e i pianti dei più piccoli.
– Quanti siamo?
Il conteggio che inizia ma che si interrompe. C’è sempre qualcuno da aggiungere alla lista. E così si ricomincia da capo. Uno, due, tre…quindici…
In una domenica qualunque, in controluce.
Nuove distanze ci riavvicineranno. Dall’alto di un cielo, diamante
Diamante – Zucchero
Una casa. Non fatta di cemento.
Le mura portanti rappresentate dai nonni, con la loro fatica e duro lavoro. I loro grandi sorrisi e la finta severità.
Le stanze delineate dai loro figli, discendenza di una memoria quasi dimenticata.
L’arredamento, ovviamente, simboleggiato da noi nipoti, esseri adorati.
E il tetto, costituito dal bene che ci avvolgeva.
La casa dei nonni. Un santuario di vita.
Adesso è chiusa. C’è un cartello vendesi che la identifica. Costa troppo, dicono.
Nella sua cucina non si “ammassa” più la pasta. Non c’è più l’uovo sbattuto col caffè per colazione. Mancano le schermaglie amorose dei nonni e siamo privi delle loro risate.
Fuori di quella casa non si organizzano più le cene di mezzanotte. Penne all’arrabbiata o spaghetti aglio, olio e peperoncino. Sui suoi gradini non si parla con le amiche. E non si aspetta l’alba con cappuccino e merendine.
A quella casa non si torna più pieni di graffi, dopo aver combattuto con i rovi, nell’intento di raccogliere le more. Non si fa rientro con il bottino serale di marrocche, le pannocchie di mais.
Mancano le chiacchiere. La legna da rientrare per la stufa, le galline da rinchiudere, il prezzemolo da cogliere.
Costa troppo quella casa?
Non avete idea del valore inestimabile di quei mattoni rossi, delle finestre enormi delle camere, del profumo di storia, di generazioni che hanno calpestato il pavimento di granito.
Quando oggi mi affaccio e la osservo, mi trattengo.
Vorrei attraversare la strada, suonare il campanello. Ho l’impressione che potrei sentire la voce di mia nonna o vedere il meraviglioso sorriso di mio nonno che apre il portone.
Evito la delusione. Resto dal mio lato del marciapiede. Mi fermo all’interno del mio cancello.
Guardo l’albero nel giardino, con le sue radici profonde, che si innalza verso il sole.
Fondamenta solide per crescere.
E osservo le fotografie. Di nonni e nipoti, fermati e cristallizzati.
E mi accorgo di andare alla ricerca del tempo perduto.
Forse la porta di quella casa si è chiusa per sempre.
Però la memoria che ha abitato li, quella non la danneggerà il tempo.
Basterà un profumo. Quello della lasagna o di un piatto di gnocchi.
Sarà sufficiente un sapore. Del miele e delle mandorle.
Basterà un bicchiere di vino caldo in una fredda serata di fine agosto.
Profumi, odori, modi di dire, dialetti. Particolari. Che ricostruiscono puzzle di vite, cresciute tra quelle mura.
Riecheggeranno così attimi. In un continuum di emozioni e valori.
Perché non esiste futuro senza passato. E dunque senza quella casa non sarebbe esistita la famiglia.
La mia famiglia.