Muscoli, testa e cuore di mamma: Allyson Felix
Allyson Felix è una campionessa. Nello sport e nella vita.
Muscoli tesi allo sforzo fisico. Testa concentrata sull’obiettivo. Cuore di mamma.
Di corsa. Per conquistare medaglie e diritti. Trofei e rivendicazioni.
Allyson Felix non è una campionessa qualunque. È la Campionessa per eccellenza. Non solo, appunto, per i suoi risultati agonistici che l’hanno incoronata la donna più medagliata dell’atletica mondiale (7 ori olimpici, 3 argenti e 1 bronzo). Ma anche e soprattutto per la sua “battaglia” lontano dalla pista. Quella che vale oggi nuove e più eque garanzie per le atlete incinte.
Sulla pista, ma non solo.
Classe 1985.
Nel 2001 l’esordio.
2004 la prima Olimpiade.
Nel 2018 la maternità.
2019. La rottura con lo sponsor Nike, l’azienda rea di aver inserito delle riduzioni salariali nei contratti per le donne in caso di gravidanza.
Pochi mesi dopo la firma di un nuovo contratto con l’etichetta di abbigliamento sportivo femminile Athleta, che promette di sostenerla sia come atleta che come madre.
Nel 2020 la fondazione di una sua azienda di sneaker orientata al femminile.
Ed è che con le SUE scarpe ai piedi che ai Giochi di Tokyo Allyson Felix conquista la medaglia di bronzo nei 400 metri e l’oro nella 4 x 400 metri.
35 anni e non sentirli. O meglio, sentirli ma trasformarli in energia, in potenza, in maturità.
Allyson è una donna che non si è mai arresa. Che ha costruito la sua brillante carriera sportiva attraverso allenamento e disciplina. È una donna che non ha rinunciato alla famiglia. Anzi. Nel suo diventare ed essere madre ha trovato nuova linfa vitale per continuare a vincere ed essere allo stesso tempo utile agli altri.
Talento e grinta sono fondamentali. Ma non bastano.
Il punto, ha spiegato in più occasioni la campionessa, è che a livello fisico le atlete possono tornare a gareggiare anche 10 mesi dopo un taglio cesareo, ma il problema è la grave mancanza di sostegno a livello di finanziamenti, servizi e strutture per la maternità.
Dalle parole ai fatti.
In vista delle Olimpiadi giapponesi, Allyson Felix in collaborazione con Athleta e la Women’s Sports Foundation, ha lanciato un programma di sovvenzioni di $200.000 per aiutare a coprire i costi per l’assistenza all’infanzia per le mamme a Tokyo: campi estivi, baby sitter, voli per i membri della famiglia.
La supermamma
Autunno 2019. Allyson Felix vince il suo dodicesimo oro mondiale, nella staffetta 4×400 mista. Il fatto che abbia battuto il record di Usain Bolt, fermo a undici ori, sarebbe già di per sé molto, ma c’è di più.
L’atleta statunitense, infatti, entra nella storia sportiva nel periodo più particolare e speciale della sua vita: a soli dieci mesi dal parto. Per di più un parto complicato.
Alla trentaduesima settimana le era stata diagnosticata la preeclampsia, una complicanza che aveva messo a rischio mamma e figlia e spinto i medici ad optare per un parto cesareo d’urgenza. La bimba, Camryn, era stata tenuta in terapia intensiva per un mese prima di poter tornare a casa.
Un episodio che avrebbe messo a dura prova chiunque. Ma non lei.
“Ho sentito la pressione di tornare in forma il prima possibile dopo la nascita di mia figlia nel novembre 2018, anche se avevo dovuto sottopormi ad un cesareo di emergenza a 32 settimane perché c’erano rischi per la vita mia e della mia bambina, a causa della pre-eclampsia”
Allyson Felix
Nonostante le evidenti difficoltà, Allyson si è rimessa in pista. Non ha perso fiducia nelle sue capacità e ha ripreso ad allenarsi non appena le è stato possibile. Per un certo periodo dopo il parto cesareo, il suo corpo le permetteva solo di camminare. Poi, gradualmente, ha potuto ricominciare a fare qualche corsetta, quindi un po’ di jogging e solo dopo due mesi dopo a fare i primi esercizi. Con il tempo i suoi allenamenti sono tornati regolari: in pista cinque o sei volte alla settimana per un massimo di tre ore, oltre a sessioni in palestra due o tre volte alla settimana.
I risultati? Due medaglie olimpiche conquistate sotto il cielo di Tokyo.
Dopo la battaglia portata avanti dalla Felix la Nike non penalizza più le atlete con cui ha dei contratti di sponsorizzazione quando rimangono incinte, come invece aveva fatto con lei, riducendo il suo compenso del 70 per cento per i mesi successivi al parto. La compagnia ha eliminato la regola di performance requirement per un anno per tutte le atlete che decidono di avere un bambino. Il che consente oggi alle sportive di Nike di tornare gradualmente a gareggiare senza timore che i contratti, se in scadenza, non vengano rinnovati o che le sponsorizzazioni vengano drasticamente ridotte per colpa della gravidanza.
In Italia, la legge sulle mamme-atlete ha creato un fondo di un milione di euro all’anno per tre anni, in modo da offrire alle atlete in maternità un contributo mensile, che permetta loro di seguire la famiglia e sospendere momentaneamente le attività sportive.
Condizioni indispensabili per averne diritto sono:
- L’atleta deve svolgere in modo esclusivo o prevalente una attività sportiva riconosciuta dal Coni;
- Non deve avere altra attività lavorativa che permetta di percepire maternità;
- Non deve fare parte delle forze dell’ordine;
- Deve avere un reddito inferiore ai 15.000 euro annui. Non deve percepire assenza di redditi derivanti da altra attività per importi superiori a 15.000,00 euro lordi annui.
- Dimostrare di aver avuto risultati di altissimo livello, come partecipazione a Olimpiadi, Coppe del Mondo, Campionati Nazionali o essere state selezionate nelle Nazionali per gare ufficiali.
Piccoli grandi passi avanti affinché atlete come la Felix possano continuare nelle loro imprese senza, per questo, dover rinunciare alla famiglia.
Campioni lo sono in tanti. Campioni con la C maiuscola sono davvero rari. Allyson Felix è, a pieno diritto, uno di quei Campioni. Con un cuore da mamma che oggi batte più forte e corre più veloce.
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