Noi siamo leggenda
Federica Pellegrini e Aldo Montano. La Divina e l’Highlander. Livigno e Livorno. Un costume e una sciabola. Una corsia e una pedana. Il sogno delle Olimpiadi. Le vittorie e le sconfitte. Cadute e risalite. Medaglie come se piovesse. Personalità. Gossip. Vite vissute sotto i riflettori. Emozioni. Carriere sportive che incantano. E poi si chiudono. Di fronte ad un pubblico di appassionati e tifosi che con loro e grazie a loro hanno pianto ed esultato. Infinita gratitudine e nostalgia.
“È una ruota che gira per tutti, quella sportiva è estremamente rapida, cinica, velocissima, anche se per me è durata tanto e fin troppo” – Aldo Montano
“È stato un viaggio incredibile bellissimo e difficile e sono fiera di me, di come sono cresciuta e della donna che sono diventata negli anni!! Ho preso a pugni il mondo (anche me stessa a volte) per tanto tempo, per tanti anni, lottando sempre fino all`ultimo centimetro di acqua disponibile! Sono felice, veramente felice oggi! Era l’ultimo 200 che volevo, in un`altra finale olimpica! Ho dato tutta la mia vita a questo sport e a questo sport ho preso tutto quello che volevo e anche di più!” – Federica Pellegrini
Inizia tanto tempo fa la loro narrazione sportiva.
Nel 2004, in Grecia lo schermitore di Livorno alla sua prima apparizione olimpica vinceva la medaglia d’oro individuale. In quell’edizione dei giochi, una giovanissima Federica Pellegrini, conquistava l’argento nei 200 stile libero, dopo aver realizzato il miglior crono nella semifinale. L’oro lo conquistava la rumena Camelia Potec per soli 19 centesimi. L’azzurra però, entrava già nella storia: una nuotatrice italiana sul podio 32 anni dopo Novella Calligaris.
Aldo si congeda con una medaglia al collo, un argento conquistato insieme ai ragazzi della sciabola. Federica dice addio tra le lacrime con una settima posizione che non rende bene l’idea dell’impresa di aver centrato la quinta finale olimpica nella “sua” gara: i 200 metri stile libero.
Atene 2004. Tokyo 2020. O meglio, 2021.
Nel palmares di Montano, oltre all’oro dell’esordio, la medaglia d’argento, a squadre, sia ad Atene 2004 che a Tokyo 2020 (ad addirittura 42 anni). Ma non solo, il campione toscano vanta anche due medaglie di bronzo a squadre. La prima l’ha vinta a Pechino 2008, la seconda a Londra 2012.
Ad incoronare la Pellegrini nell’Olimpo dei grandi fu invece Pechino 2008.
Prima atleta italiana del nuoto a vincere una medaglia d’oro olimpica.
E poi i record. Uno dopo l’altro. Ogni bracciata un primato: 6 nei 200m stile libero in vasca lunga, 3 nei 400m stile libero in vasca lunga, 2 nei 200m stile libero in vasca corta. Per ben 11 volte ha alzato l’asticella che divide gli uomini dalle leggende.
Una Fenice capace di risorgere dalle ceneri della sfortunata olimpiade di Londra del 2012 e di ripresentarsi da protagonista all’appuntamento con la storia.
L’Italia sportiva oggi dice grazie a questi due campioni.
Non è facile per me trattenere le lacrime. Ho avuto la fortuna di conoscerli, intervistarli, guardare da vicino quei campioni per cui avevo tifato davanti alla tv. Immortalare quegli incontri attraverso foto ricordo che ora diventano cimeli.
Last dance. Era la loro ultima danza. L’hanno ballata con il cuore, la grinta e la consapevolezza di aver dato tutto ai loro rispettivi sport.
Ora Federica e Aldo si dedicheranno alle loro vite private. A Matteo Giunta, suo allenatore e ora semplicemente e ufficialmente suo fidanzato, lei. Alla moglie Olga e ai suoi due figli, lui.
Hanno conosciuto i riflettori. Fatto parlare di loro. Hanno subito la pressione mediatica. Accendendo le luci sulle loro discipline: il nuoto e la scherma.
Lei, schiva e riservata. Lui, esplosivo e passionale. Lei, legata ai suoi genitori, a suo fratello e ai suoi cani. Lui, figlio d’arte.
Loro: campioni e leggende.
Loro: Federica e Aldo.