It’s coming Rome! Storia di un sogno bellissimo
“It’s coming Rome!” continua ad accompagnare le nostre giornate e ci fa oscillare tra emozioni fortissime. Perché in fondo non abbiamo nessuna voglia di dire basta. Razionalizzare? Assolutamente no. Perché mai dovremmo? Mentre gli inglesi impareranno, prima o poi, a mangiare la pizza senza ananas, noi siamo un fiume d’amore, una marea umana di azzurro, di cuore, di felicità. La vittoria di questi europei è molto, molto, molto di più che una semplice coppa alzata al cielo. In questo trionfo così travolgente ci sono le cartoline più belle, da imprimere una dopo l’altra, sulla nostra pelle.
In questo successo ci sono gli occhi lucidi di chi se l’è sudato ed ha lottato fino alla fine per arrivare al traguardo; c’è quella liberazione, tanto desiderata, di un Paese che si è ripreso la vita con le unghie e con i denti; c’è un immenso abbraccio collettivo, che racchiude tutto e tutti: è l’abbraccio di chi il calcio l’ha sempre guardato con sospetto e magari l’ha pure un po’ snobbato e di chi, al contrario, vive di questo ogni singolo giorno. Ci sono barriere che cadono, si disintegrano, non esistono più. “It’s coming Rome!”
Perché questo momento, questo meraviglioso e perfetto momento, è di TUTTI. E’ delle mamme che accompagnano i bambini per la prima volta in un campetto verde, è di quegli stessi bambini che toccano per mano, per la prima volta, la grandezza di una notte così magica, è dei ragazzi che finalmente possono riempirsi il cuore di qualcosa di bello. E’ dei grandi e dei piccoli, dei romantici, dei razionali, dei sognatori.
L’immagine delle strade di Roma, invasa di bandiere, maglie e caroselli, resterà impressa dentro di me come un tatuaggio d’amore che non conosce fine. I flash di domenica sera mi accompagneranno per sempre. La sensazione di tornare bambina, in un corpo da adulta, la leggerezza e la bellezza di certi attimi rimarranno momenti preziosi. Non ho mai avuto la pretesa di spiegare la passione per il calcio a chi, forse, non potrà mai capirla. Ma viviamo anche e soprattutto per queste notti qui. Ed io non ne avrò mai abbastanza.