Terapia Occupazionale: occupazione e rinascita.
Cos’è la terapia occupazionale? È una domanda che spesso le persone mi rivolgono quando parlo del mio percorso di studi. Ebbene è una professione sanitaria della riabilitazione, che promuove il benessere e favorisce il recupero o il mantenimento delle competenze dell’individuo con disabilità cognitiva, psichica o fisica.
Tutto questo è possibile attraverso l’occupazione e le attività.
Immaginate una persona che è sempre stata in grado di svolgere le attività di vita quotidiana come prepararsi la colazione. Un giorno la persona si trova a dover vivere in condizioni di disabilità fisica senza poter fare tutto ciò che prima faceva in autonomia.
Il T.O. interviene per restituire gradualmente autonomia alla persona, sia attraverso l’utilizzo di ausili, sia con la scelta della carrozzina e l’addestramento della persona ad usarla al meglio. La terapia occupazionale è molto utile anche nell’età evolutiva. Pensate ad un bambino con disturbo dello spettro autistico con innumerevoli difficoltà. Il terapista occupazionale interviene per facilitare il bambino ad esempio nell’interazione con l’ambiente, tramite lo svolgimento di attività terapeutiche. Inoltre, il T.O. mette in atto delle strategie mirate allo sviluppo e al raggiungimento di un alto livello di autonomia.
Vi porto un esempio di T.O. in età evolutiva. Prendiamo il caso di un bambino che ha una condotta oppositivo-provocatoria, difficoltà nelle relazioni interpersonali e gestisce il rapporto con l’interlocutore in silenzio.
Basso è il rispetto delle regole, ha difficoltà nella condivisione e spesso appare decontestualizzato. Un’attività indicata, in questo caso, potrebbe essere il teatro. La preparazione dei personaggi e della storia sviluppa la capacità di contestualizzare e il teatro aiuta il bambino a gestire le relazioni con l’altro, il rispetto dei turni nella comunicazione e il rispetto di regole prefissate. Tutto ciò porta al bambino un senso di gratificazione. E la gratificazione insieme al senso di competenza sono due componenti indispensabili nelle attività che si propongono, poiché gli permettono di appassionarsi a ciò che sta facendo e lo fanno sentire in grado di portare a termine un compito.
Un altro esempio è insegnare al bambino ad allacciarsi le scarpe.
Il T.O. interviene per insegnare al bambino delle strategie compensative che lo porteranno al raggiungimento dell’obiettivo. In questo caso, l’obiettivo è di fare il nodo e il fiocco ai lacci delle sue scarpe in maniera autonoma. Il bambino che prenderemo in considerazione ha un’ipotonia degli arti superiori, un deficit di presa, di forza e nella manualità fine.
Si procede con una Task analysis dell’attività (letteralmente “analisi del compito”), ossia si suddivide l’attività nelle sotto-attività che la compongono. La scomposizione dell’attività in singoli passaggi ci aiuterà a trovare la difficoltà e le risorse che il bambino possiede. Successivamente si ripercorrono i passaggi insieme al bambino, aiutandolo con degli input uditivi o visivi. Se necessari, si integrano degli ausili per l’attività, come ad esempio i lacci rotondi con la maglia doppia che facilitano la presa, oppure lacci più lunghi.
La Terapia Occupazionale vede orizzonti dove gli altri vedono solo confini!
Sara Di Siena
#IrrefrenabilmenteAriete
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