Parto in diretta
Ce li avete anche voi i filmini che vi ritraggono in tenerissima età, infanti, durante il bagnetto? Io sì e ringrazio che l’evoluzione tecnologica abbia fatto fuori l’apposito device per guardare le videocassette. L’imbarazzo era sempre molto. Ma mai quanto quello che potrebbe provare il figlio di Carla Bellucci, prossimo a venire al mondo in un parto in diretta.
Se non avete letto la notizia, vi starete ponendo due domande:
- Chi è Carla Bellucci?
- E perché il primo vagito del suo bambino sarà un urlo di vergogna?
Lei è un’influencer inglese, al suo quarto figlio e questo le fa onore. Meno gloriosa la scelta di partorire in diretta streaming per la lauta cifra di 12mila euro. Ma niente di definitivo, sta ancora valutando e attendendo nuove offerte più golose.
La modella e influencer non vede nulla di anomalo nel portare con lei i suoi follower e qualche altro curioso in sala parto in diretta durante quel momento. Anzi si dice contenta di rendere partecipi i seguaci di questo evento così importante per lei. Ah, e poi, c’è la questione danaro che, come lei stessa ammette, la stuzzica non poco.
Questo è in soldoni il fatto.
Ora, dopo aver pronunciato la classica formula: “ognuno è libero di fare ciò che vuole” e dopo un bel bagno nel politically correct che toglie di dosso cattiveria e giudizi, posso dire la mia.
Io ad esempio mi chiedo quale sia il limite al decoro, dove sia adesso il confine tra intimo e pubblico. Davvero siamo diventati così morbosamente curiosi, affamati dell’intimità della gente che non ci basta più il buco della serratura e vogliamo ficcare gli occhi lì dove non dovremmo?
Perché qui è facile puntare il dito contro questa Bellucci d’oltremanica. In fondo lei, che della socialità ha fatto il suo mestiere e la sua vita, si mostra coerente con questa filosofia da Truman Show, spudorata imprenditrice presso se stessa.
Ma esiste qualcuno che ha fatto la proposta indecente andando incontro ai desideri di un popolo di utenti impudenti. Davvero vogliamo restare incollati a uno schermo a guardare una donna e un’equipe di medici che mettono al mondo un bambino? La cinematografia è piena di scene del genere simulate, potremmo farcele bastare. O potremmo guardarci un bel documentario di ginecologia e ostetricia se il nostro è un interesse tutto scientifico.
Ammetto che leggere questa notizia mi ha causato sconcerto, ma è vero anche che io ho un grado di tolleranza molto basso verso tutto il circo che gravita attorno alla gravidanza.
Per me è già abbastanza oltre il diffusissimo servizio fotografico che vede protagonista la mamma in dolce attesa e, così, en passant anche il papà, in pose plastiche che nulla hanno da invidiare ai fotoromanzi della Lancio.
Che poi va bene, alcuni scatti sono belli, pregni di sentimento e di significato. Ma per me vale un po’ il discorso dei tatuaggi: belli quelli degli altri ma io non li farei.
Non so come finirà questa storia e mi sento di poter affermare che non indagherò oltre. Voglio però dire alla star ancora immersa nel liquido amniotico che una volta fuori quel cordone ombelicale lo tagliano e che poi lui/lei, col tempo, potrà fare metaforicamente lo stesso. Ma non prima di aver incassato i quattrini per risarcimento, ché io lo so cosa si prova a riguardarsi in lacrime e senza denti come mamma t’ha fatto.
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