Subire un furto
Quando si subisce un furto è sempre un qualcosa che ci turba per il senso di impotenza e per un gesto così vile ricevuto.
Per non parlare dell’oggetto in questione rubato, il legame affettivo, il valore materiale e quella sensazione che tutti i soldi del mondo non potranno risarcirlo o meglio colmare il vuoto formato.
A me è successo che mi hanno rubato l’auto che avevo prestato a mio marito.
Immagino la sensazione che ha provato a guardare quel parcheggio vuoto a vedere intorno a se che fine avesse fatto. Il senso di impotenza e lo stupore che quelle scene tante volte viste in tv fossero successe realmente.
Ora parliamo di un bene materiale, di qualcosa prettamente effimero ma provate ad immaginare un uomo che investe i suoi risparmi nell’auto dei suoi sogni, che la cerca, si documenta, la compone come desidera, la finisce di pagare fino all’ultimo centesimo e poi puff.
Ingiusto.
Oppure la macchina regalata dal papà o dal nonno.
L’auto che non vorresti dare più via del fratello scomparso prematuramente.
Parliamo di oggetti, lo so.
Oggetti costosi, oggetti a cui ci leghiamo, che diventano parte delle nostre giornate o mezzo per viverle, padri di famiglia che ci guadagnano da vivere e gente che decide il mal capitato.
Gente meschina che programma quale auto scegliere, l’orario e la tipologia del furto in base alla macchina.
Insomma tutto perfettamente programmato mentre tu vivi forse l’ennesima giornata uguale a tutte le altre o almeno credevi.
Oggi io, domani ad un altro questo non può consolare, anzi.
La speranza sarebbe che questa fosse l’ultima volta… almeno per me.
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