Ossessione abbronzatura
Non vorrei sembrare come quelle che “l’acqua è il mio elemento” e “il mare è il mio posto” e sono nate e cresciute a Bolzano e hanno trascorso le vacanze a Milano Marittima. Però, insomma, sul mare ci sono nata davvero, quindi l’estate per me è lì, in costume, in spiaggia, precisamente DISTESA al sole, per ore alla ricerca dell’abbronzatura perfetta.
Non patisco il caldo, non mi serve l’ombrellone e non mi diletto con giochi che richiedono uno sforzo fisico sulla sabbia. Odio i racchettoni, non mi interessa il beach volley. Gli unici muscoli che muovo sono quelli richiesti per cospargermi di olio.
E siamo arrivati al punto. Questa fissazione per la pelle ambrata non è sempre stata sana, non ho sempre agito con cautela e in modo assennato. Esposizione al sole nelle ore più calde della giornata e crema protettiva cosa?? Insomma un comportamento scriteriato suggerito (ma non giustificato) dalla giovane età.
La prima abbronzatura comunque è sempre stata un disastro. Sono siciliana ma appartengo al ceppo normanno quindi in sostanza ho la pelle di un’abitante di Roskilde. Solo che io sono convinta di avere la carnagione di Jennifer Lopez e invece ho quella di Alba Rohrwacher, perciò il risultato del primo sole è uniformità del colore livello Pimpa. Sono spesso tornata a casa implorando quintali di Aloe vera ghiacciata da spalmare dal cuoio capelluto all’unghia del mignolo. E altrettanto spesso mi sono arrivate addosso tonnellate di prediche per la mia incoscienza.
Per non parlare dell’imbarazzo di uscire il giorno dopo, espormi agli sguardi della gente in questa veste un po’ Gabibbo ma più vermiglio. Ai tempi dell’università ho ben pensato di andare al mare il giorno prima di un esame. Una delle scottature più importanti della mia collezione. Quando la mattina mi sono presentata all’appello ho sperato di passare inosservata. E invece il giovane professore di informatica mi ha individuato tra la folla di studenti e si è rivolto a me davanti agli altri: “Signorina, ma lei è fosforescente!”. Sono diventata paonazza dentro, fuori ero già qualche tono cromatico oltre.
Sono talmente ossessionata dalla questione abbronzatura che tendo sempre a prepararmi al primo giorno in spiaggia allenando la melanina. Voglio dire: cerco di non tornare per le vacanze a Trapani diafana, ma faccio un po’ di riscaldamento a Milano andando al parco. Una roba soft, per non far capire agli altri bagnanti che sono appena andata in ferie e che ho vergognosamente lavorato in un posto in cui il mare non c’è e la pausa pranzo non puoi farla su uno scoglio.
Quest’anno sono un po’ indietro con la tabella di marcia. Temo che non riuscirò a recuperare lo svantaggio prima della partenza. E in fondo dai, ho anche un po’ superato quella fissa lì.
E poi non ho tempo di andare a prendere il sole al parco.
Però un attimo per passare a comprare l’autoabbronzante mi sa che lo trovo.
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