Elisa: la mia lotta al cancro senza paura
Elisa non ha paura. É ambiziosa e determinata. Positiva e ottimista. Testarda e coraggiosa. Orgogliosa e tenace. Nei suoi occhi la voglia di vivere la vita con il sorriso. Anche quando un cancro, senza chiederle permesso, arriva e le cambia la vita. O almeno, ci prova.
Ci prova, ma non ci riesce.
Elisa Di Iorio ha 31 anni. Professione: giornalista radio televisiva.
Sulle pagine del suo taccuino in questi mesi ha dovuto annotare la parola “tumore”. Un male che l’ha colpita senza abbatterla. Una diagnosi (carcinoma alla mammella sinistra) che l’ha trovata pronta a reagire con la grinta di una guerriera.
Il giornalismo e il calcio. Il mestiere e la passione. Il volto televisivo, la voce radiofonica, il cuore biancoceleste.
La vita che scorre come un fiume in piena e che poi incontra un ostacolo. Difficile, ma non impossibile da superare.
Tutto inizia per caso. Una notte il suo compagno, Angelo, mentre la abbraccia prima di mettersi a dormire, si accorge di una pallina sotto al seno. Il giorno dopo Elisa corre a fare subito un’ecografia.
Non sono una persona ansiosa, mi racconta. Ma sono talmente tante le donne colpite dal cancro al seno che anche io mi sono voluta levare subito ogni scrupolo.
É il 13 marzo del 2020. La prima diagnosi parla di una semplice ciste, per la maggior parte liquida, da ricontrollare un mese dopo.
Subito dopo siamo entrati in lockdown. Ho fatto il controllo con le prime riaperture, in un altro centro. Anche lì mi hanno confermato che potevo stare tranquilla. La dottoressa ha suggerito un ago aspirato da fare con calma, per una piccola parte dietro che non la convinceva del tutto. Fatto anche quello: negativo! Nonostante questo a me quella ciste dava proprio fastidio, era grande, proprio in prossimità del ferretto del reggiseno e così dopo l’estate ho deciso di farmela togliere comunque.
Capocciona e senza timore, ha deciso di farsi operare, nonostante il Covid. E a salvarle la vita sarà proprio la sua testardaggine. Quella, infatti, non si rivelerà una ciste qualsiasi.
Il compito di dirmelo è toccato a mio papà. Mi aveva operato un nostro carissimo amico di famiglia, il Dott. Alessi, che quando ha avuto la notizia, quella mattina del 26 ottobre, dopo essere arrivato in ospedale, istintivamente e in parte sotto shock ha chiamato mio papà per avvisarlo il prima possibile. Quella mattina mio padre era andato a fare una bella camminata in montagna. Qualche tempo dopo ci ha confidato di essere caduto un paio di volte, di essere riuscito poi a ricomporsi, a prendere la macchina e a tornare a casa. Lo ha detto a mia madre, mia sorella e mio cognato. Mentre io e il mio compagno, che quel giorno, fatalità, eravamo liberi dal lavoro, dormivamo sonni tranquilli. Siamo stati gli ultimi a saperlo.
Quando ho aperto la porta di casa ho trovato tutta la famiglia lì fuori ed è stato subito evidente che qualcosa era andato storto. Abbiamo pianto tutti insieme, impauriti e spaesati.
Elisa, la guerriera
Immobile. Bloccata dalla paura. Inerme. Ma solo per un istante. Poi inizia la battaglia. Elisa indossa l’elmo, imbraccia lo scudo. E comincia a combattere.
Quando ti dicono che hai un cancro il mondo sembra crollare. Non è retorica: è proprio quello che succede. L’incognita dei primi giorni, il non sapere che cosa ti aspetta, il dubbio e la paura di eventuali metastasi. Mi ci è voluto un pochino di tempo per metabolizzare la notizia. Poi però, ti dico la verità, la prima svolta nella mia testa è arrivata immediatamente. Dopo il primo colloquio con il Prof. Botti all’ospedale IFO Regina Elena dove sono in cura tuttora.
Lui parlava, mi spiegava tutto ciò che avremmo dovuto fare e io… muta. Poi l’ho interrotto e ho chiesto semplicemente: “guarisco?!”. Lui ha risposto di sì, che sarebbe stato un percorso difficile, che dovevamo intervenire subito perché il cancro era molto aggressivo e che avrei dovuto fare chemioterapia, ma che sì certo, sarei guarita. E a me è bastato questo per consentire al cancro di non cambiare e stravolgere la mia vita. Ho mandato giù il boccone, mi sono rimboccata le maniche e ho ricominciato a fare tutto quello che facevo fino a quel fatidico 26 ottobre, con la stessa grinta e vitalità, anzi forse ancora di più.
Niente paura, niente paura
Ligabue
Niente paura, ci pensa la vita, mi han detto così
L’oscurità e lo smarrimento, prima. La luce e la speranza, subito dopo.
A parte un primissimo momento nel quale non sapevo che cosa avevo e soprattutto che cosa avrei dovuto fare e se sarei guarita o meno, non ho mai avuto paura. Neanche per un instante, sinceramente. Non ho mai avuto paura di non farcela. Mai avuto paura di dover affrontare la chemioterapia, mai avuto paura del cancro. Non mi è mai passato per la testa che qualcosa potesse andare storto o qualcosa potesse non funzionare. Sono una persona molto ottimista, sempre super positiva, abituata a guardare il bicchiere mezzo pieno.
Non ho avuto paura neanche nel momento in cui ho subito l’operazione: la mastectomia bilaterale. Sono arrivata lì molto tranquilla. La mattina stessa, quando ero distesa sul lettino, l’anestesista mi ha detto che spesso e volentieri le persone arrivano da lei agitate e quindi spesso deve dar loro dei tranquillanti per aiutarli a rilassarsi. “Ma ti vedo talmente tanto tranquilla e serena che mi sembra di poter dire che tu non ne hai bisogno”. Ed effettivamente così è stato.
Credo che questo sia un aspetto fondamentale: è di aiuto affrontare le cose psicologicamente in modo positivo aiuta. Se è vero che non dipende solo dalla testa, possiamo dire che “anche” la testa ci mette del suo. Quando vado in ospedale mi dicono tutti: “hai gli occhi che sorridono”. Ed è vero, perché per me andare in ospedale non è un “vado in ospedale, faccio terapia e poi sto male”, ma piuttosto un “vado in ospedale, faccio un’altra terapia e ne manca una in meno”.
La malattia è mia, ma coinvolge tutte le persone che mi stanno accanto e che mi vogliono bene.
elisa di iorio
Condividere il dolore. Il peso dell’angoscia. I timori. Le ansie. Appoggiarsi alle persone più care. Dare e prendere forza. Negli altri Elisa ha trovato degli alleati per combattere la sua personale guerra al tumore. Genitori, familiari, amici e colleghi. Tutti al suo fianco. Sempre. Dal primo momento sino ad oggi.
Nelle difficoltà spesso capita che molti si ritrovino da soli, delusi. Io invece non sono mai stata sola. Circondata anzi dall’affetto di tutti i miei cari, vicini e lontani. Il primo giorno, come oggi. E questa è la cosa più bella che mi potesse capitare. Il cancro mi sta insegnando tantissimo. Apprezzo tutto di più, in maniera spropositata. Ho la presunzione di dire di essere diventata una persona migliore. Ho spostato l’attenzione su quelli che sono i valori fondamentali della vita e mi sono riavvicinata alla fede. Ringrazio il cielo ogni giorno per la mia famiglia, per i miei amici.
La lotta, l’accettazione, la prevenzione
Ho saputo della malattia di Elisa tramite i social. Il suo era un messaggio di quelli che ti colpiscono mentre scorri distrattamente le gallery dei tuoi amici. Tra le foto di un paesaggio, di un selfie e dei primi segni del costume, ecco che appare lei. Uno sguardo penetrante che sprizza vitalità da tutti i pori, proprio mentre un cancro quella vitalità la stava mettendo a dura prova.
Uscite, lavorate, ballate, ridete, fate ciò che vi fa stare bene. Ma non date a LUI il potere di decidere per voi.
Elisa di iorio – 7 maggio 2021
Prima di annunciarlo pubblicamente ci ho pensato per un po’. Fino a quando non ho fatto la quarta chemioterapia rossa, (terminando così il ciclo di quelle più dure, più pesanti) non mi sentivo pronta. Poi mi è scattata una molla, ho sentito il forte desiderio di raccontare, di essere utile, di comunicare. Sui social, in tv e in radio. E devo dire che è una scelta che rifarei un altro milione di volte. Mi sono resa conto che il mondo è pieno di donne, di ragazze, che vivono quello che sto vivendo io e che hanno sorelle, compagne, amiche che vivono la mia stessa situazione.
La reazione di chi mi segue è stata pazzesca. Per quel che mi riguarda totalmente inaspettata. Nel senso che ho messo il post pensando che, sì, avrei avuto una buona risposta. Ma mai mi sarei aspettata tutto l’affetto ricevuto e soprattutto tutte quelle domande, richieste di consigli. E tante storie, diverse e allo stesso tempo simili alle mie.
Se la mia storia potrà essere utile anche solo a una di voi, io sarò soddisfatta.
Elisa Di Iorio – 13 maggio 2021
Ho voluto annunciarlo sui social proprio per lanciare un messaggio, forte e chiaro. Per dire: “non vi lasciate abbattere, non vi buttate giù. Non lasciate che il cancro decida per voi, vi modifichi la vita, vi rovini le giornate”. Ci stanno le giornate no. Inutile dire il contrario. Ma sta a noi decidere se farle passare con il sorriso o con i rodimenti e le lacrime agli occhi. E io credo che sia più giusto affrontarle con la voglia di vincere e di proseguire sul percorso della vita. Sono contenta di poter dare forza a tantissime persone che mi scrivono.
Da quando è scoppiata la pandemia, l’emergenza COVID ha dirottato l’attenzione sanitaria quasi su un unico obiettivo, specie nel primo semestre 2020. Si stima, in media, che nell’ultimo anno ci sia stato un calo degli screening anti-tumorali del 35% con un conseguente forte ritardo nelle diagnosi e nelle cure. Si calcola che ad almeno tre mila donne il tumore sarà diagnosticato in ritardo.
Nel periodo del Covid, tante donne hanno rimandato ecografie e mammografie. E invece prendere il male in tempo può veramente salvarci la vita. Fare prevenzione, anche in giovane età. Perché si pensa che fino ai quarant’anni un’ecografia o una mammografia al seno non servano. E invece purtroppo l’età media si è abbassata, quindi meglio fare dei controlli anche prima.
Elisa senza filtri
Alle parole, forti e prepotente, Elisa ha voluto associare una serie di foto. Sorprendenti nella loro verità senza filtri. Scattate al naturale. Senza parrucca. “Nude e crude”.
Un simbolo dell’accettazione completa di se stessi. Un percorso complicato e non alla portata di tutti.
Foto fatte in casa con l’aiuto dei miei due migliori amici, Simone e Sharon (make up artist). Abbiamo montato un piccolo set home made. Lo scoglio dei capelli è una delle cose più dure da superare, la prima cosa a cui pensi quando ti dicono che devi fare chemioterapia. La mattina che sono andata al centro dove poi ho fatto la parrucca, mi hanno rasato i capelli. Questa è una cosa che consiglio vivamente. Perché vederteli cadere in casa non è sicuramente bellissimo. Io la parrucca, poi, l’ho utilizzata poco e niente. Sin dall’inizio avevo il dubbio se farla o meno ed effettivamente a parte in tv, finché non lo ho annunciato, mi è servita a poco.
La volontà di comunicarlo in modo forte, con una foto senza capelli completamente, è stata frutto della volontà di dimostrare e far vedere a tutti che si può star bene con se stessi anche così. Il lunedì successivo dopo che li avevamo rasati e lasciati a circa un centimetro, quando sono entrata in doccia mi sono riempita di capelli, quelli piccolini. Li avevo ovunque. Così sono uscita dalla doccia, ho preso la macchinetta e li ho rasati completamente. Quella è stata una tappa di forte impatto nel mio percorso.
So che l’accettazione non è semplice. In ospedale me lo dicono sempre che sono una delle poche che va completamente senza niente in testa, perché anche chi si muove senza parrucca solitamente porta cappelli o turbante. Io invece paradossalmente mi sono sempre vista meglio senza capelli e non con la parrucca e ho avuto da subito la volontà di farmi vedere dagli altri così. Se ci sentiamo bene anche senza niente, non deve prevalere la paura di urtare la sensibilità degli altri, di non essere belli da vedere. Per questo ho scelto di mettere quelle foto completamente pelata e senza filtri. Proprio perché credo sia fondamentale accettarsi anche così.
La malattia non te la scegli. Gli effetti collaterali non te li scegli. Però puoi scegliere il modo in cui affrontare tutto ciò che viene.
ELISA DI IORIO
Oggi, con quegli occhi che sorridono sempre, senza paura, Elisa guarda al suo futuro, professionale e privato. La sua valigia di sogni non si è affatto svuotata. Anzi, se possibile, si è riempita ancora di più.
Dal punto di vista professionale spero di riuscire ad affermarmi sempre di più, anche se ammetto di essere molto soddisfatta già adesso. Soprattutto in questo periodo ho capito quanto sia importante lavorare con belle persone prima ancora che bravi colleghi. Nicola Caprera e tutti Gli Inascoltabili sono per me come una famiglia, così come Pino Wilson, Giancarlo Oddi e tutti gli altri con cui faccio trasmissione in tv il venerdì sera. Inoltre collaboro con Radio Incontro Olympia e conduco l’Abc del calcio il lunedì. Sono sempre stata una ragazza molto ambiziosa e la volontà di arrivare prima o poi in qualche testata nazionale resta, ma sono anche grata alla vita perché posso fare il lavoro che amo con colleghi meravigliosi.
Dal punto di vista privato invece l’unico desiderio è quello di poter mettere su famiglia prima o poi. Convivo da un po’ ormai, sono innamorata e felice e per questo sogno l’abito bianco! È incredibile come la prospettiva di vita cambi rapidamente. Non ho mai avuto uno spiccato senso di maternità, ma la malattia, la chemioterapia e la paura anche solo momentanea di non poter diventare mamma mi ha fatto rabbrividire. Sono cresciuta in una famiglia meravigliosa e super unita, in cui l’amore non è mai mancato. Mia sorella è la mia migliore amica, è mia complice e sempre presente nella mia vita. Quello che i nostri genitori rappresentano e hanno fatto per noi è quello che vorrei essere un giorno, insieme ad Angelo, per i nostri figli.
Il sorriso come arma. Il coraggio come scudo. La forza di volontà come alleata.
Elisa: la guerriera che non vuole avere paura.
Ringraziamenti
Voglio ringraziare chi mi segue per la vicinanza e per l’affetto dimostrato. Un grazie speciale a tutto il personale dell’ospedale, l’IFO Regina Elena San Gallicano. Al prof. Botti che mi ha operato. Ai chirurghi estetici, il dott. Gullo e il dott. Panimolle, che sono e sono stati fondamentali per me in questo percorso. Alla dott.ssa Pizzuti e la dott. ssa Di Lisa. A tutti gli infermieri, che mi accolgono sempre con il sorriso. E poi in ultimo, ma non per ultimo, alla mia famiglia e ai miei amici. Elisa
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