Covax, il vaccino per tutti

Covax, il vaccino per tutti

“Non vaccinate i bambini, ma date le dosi a Covax”

E’ l’appello lanciato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale delle’ Organizzazione mondiale della Sanità, pochi giorni fa. Si perché, se nel mondo occidentale la corsa ai vaccini sta andando alla grande, in molti altri la situazione è tutt’altro che rosea. Le immagini che provengono dall’India in queste ultime settimane hanno fatto il giro del mondo. Ma l’India non è la sola a trovarsi in serie difficoltà contro la pandemia da Covid 19.

Dovremmo essere noi, quelli che stanno bene, ad occuparci di chi non ce la fa. Ma difficilmente ci pensiamo in tempi normali, figuriamoci in piena pandemia. E’ per questo che mi sono interessata a Covax. Ed ora ve lo spiego perché ha bisogno di tutto il sostegno possibile.

Organizzazione Mondiale della Sanità

Lanciato nell’aprile 2020, Covax è il programma di collaborazione globale per accelerare lo sviluppo, la produzione e l’accesso per tutti i Paesi ai vaccini contro il Covid-19. L’obiettivo è fornire due miliardi di dosi di vaccino a circa un quarto della popolazione dei Paesi più poveri entro la fine del 2021.

Covax garantisce i vaccini per tutti

All’inizio della pandemia, l’UNICEF a fatto scorta di mezzo miliardo di siringhe in magazzini situati al di fuori dei Paesi produttori. Una decisione lungimirante che ha dato i suoi frutti. Perché sono stati diversi i Paesi che hanno subito preso il controllo delle esportazioni di materiale medico, facendo aumentare i prezzi.

Così come, diversi Paesi hanno anche adottato controlli sulle esportazioni di dosi di vaccino, spingendo l’OMS a mettere in guardia sul ‘nazionalismo dei vaccini’. Una pratica che incoraggia la corsa per accaparrarsi le dosi e che porta al rigonfiamento dei prezzi, prolungando quindi la pandemia, le restrizioni anti-contagio e i sacrifici umani ed economici.

L’OMS sostiene i Paesi che cercano di avere tecnologie e competenze per la produzione dei vaccini attraverso la Developing Countries Vaccine Manufacturers Network”, ha affermato Diane Abad-Vergara, Responsabile delle Comunicazioni COVAX.

Inoltre, li aiuta a costruire delle basi di produzione supplementari, soprattutto in Africa, in Asia e in America Latina, che saranno essenziali per soddisfare la domanda continua di dosi per i richiami e i futuri vaccini contro il COVID-19”, ha aggiunto. “Un’espansione della produzione a livello globale renderebbe i Paesi più poveri meno dipendenti dalle donazioni dei Paesi più ricchi”.

Ogni Paese ha possibilità di rifornimento differenti

Banghladesh

Sebbene tutti i Paesi che partecipano a COVAX possano prelevare i pallet di vaccini dagli aerei cargo e depositarli nei magazzini refrigerati, i passi successivi possono essere più complicati.

“Il Ghana, primo paese a ricevere le dosi COVAX, ha saputo gestire al meglio la loro distribuzione”, ha dichiarato Gian Gandhi, Coordinatore Globale COVAX dell’UNICEF. “Mentre altri Paesi, hanno avuto difficoltà nel raccogliere le risorse necessarie per suddividere le dosi e distribuirle su tutto il territorio”.

Secondo l’UNICEF, sono necessari 2 miliardi di dollari in più per aiutare i 92 Paesi più poveri a pagare per beni di prima necessità. Parliamo di frigoriferi, formazione del personale sanitario, spese per gli addetti alle vaccinazioni e carburante per le consegne tramite camion refrigerati. Per fare in modo che Covax sia il vaccino per tutti, L’UNICEF sta sollecitando inoltre i benefattori a rendere disponibili 510 milioni di dollari come parte di un appello umanitario per far fronte a bisogni urgenti.

I fondi, ovviamente, sono un problema costante per i Paesi poveri. I finanziamenti arrivano dall’Unione Europea, Regno Unito e Stati Uniti ma spesso non sono sufficienti. Affinchè Covax sia il vaccino per tutti dobbiamo impegnarci di più.

Per continuare a fornire vaccini ai 190 membri, COVAX necessita di almeno 3,2 miliardi di dollari nel 2021. Prima si raggiunge questo obiettivo di finanziamento, prima i vaccini potranno essere forniti alle persone” – , ha spiegato la Responsabile Abad-Vergara.

Covax, il vaccino per tutti

Ed è anche qui che entriamo in gioco noi. I Paesi più ricchi, infatti potrebbero condividere le loro dosi in eccesso con il programma Covax. Così come ha sottolineato il presidente dell’OMS.

Sfortunatamente al momento non ci sono molti Paesi ad alto reddito disponibili a condividere” – ha affermato il Coordinatore Globale COVAX Gandhi. “L’attuale approccio del ‘prima io’, favorisce coloro che possono pagare di più, ma finirà per costare di più anche in termini di vite”.

Nonostante l’assoluta prova che il vaccino salvi vite, la reticenza a farlo, presente in ogni Paese, continua ad essere un problema da affrontare costantemente. Un fenomeno spinto anche dalla disinformazione che ha inevitabilmente, circondato la pandemia. A maggio 2020, le Nazioni Unite hanno lanciato la campagna Verified. Campagna che combatte le bugie e i messaggi distorti con informazioni sicure e accurate riguardo la crisi.

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Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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