Mai mollare!

Mai mollare!

La corporatura minuta e il coraggio. L’ischemia cerebrale, la sfera motoria e il linguaggio. L’arte e un sorriso che fa venir voglia di vivere. La musica, il giornalismo e il talento. Lo sguardo incredulo dei medici. Il compositore e il liceale. Un segnale di speranza e un boom di visualizzazioni sul web. Una famiglia il cui motto è stato e continua ad essere: mai mollare!

Andrea Tomassini ha diciasette anni, è di Perugia e frequenta il liceo delle Scienze Umane. E’ affetto dalla nascita da una paralisi celebrale, che gli ha compromesso la sfera motoria e, in parte, quella del linguaggio. Lui però non si è mai arreso e davanti alle difficoltà ha lottato, senza cedere.

Suona il pianoforte da quando ha quattro anni ed è un giornalista pubblicista.

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Mai mollare

La musica mi ha aiutato a dare sfogo alle mie emozioni e per me è appunto un modo per scaricare e liberare tutta la mia creatività.

Si presenta così Andrea. Deciso e consapevole.

E’ autore di musica e parole della canzone, eseguita da Gianluca Carnevali e Aurora TrovaPace Scorteccia, schizzata in breve tempo in cima ai brani più ascoltati in rete.

Un testo con un insegnamento essenziale. Quello di non arretrare e non cedere alla disperazione, perfino se la vita ci mette alla prova. E la canzone, allo stesso tempo, racchiude la volontà di infondere tenacia e determinazione, necessarie a superare ogni ostacolo. E’ una spinta verso la speranza, rivolta a chi sta attraversando un periodo buio, anche a causa della pandemia da Covid-19.

Veicolare questo messaggio e farlo giungere a quanti più ospedali e centri di disabilità infantile possibili, è il progetto solidale a cui è legata la diffusione del brano, che racconta di Andrea, della sua storia e del suo modo di essere. Il titolo? “Mai mollare”.

Mai mollare è un inno e una speranza. Un inno perché veicola un forte messaggio di resilienza. Una speranza in quanto dopo un bruttissimo 2020, tutti noi ci auguriamo che nel 2021 le cose vadano meglio.

Nessuno ostacolo mi può separare da ciò che io voglio

Mai mollare – A. Tomassini

Andrea è un ragazzo minuto, apparentemente fragile. E invece, a dispetto di tutto, trasmette energia. E gioia. Viene voglia di abbracciarlo e ringraziarlo, per quel sorriso contagioso che comunica. Ci insegna a vivere. A non abbandonarci all’angoscia e allo sconforto, se qualcosa non va per il verso giusto. Ci orienta ad essere e migliori. Accettandoci con i nostri pregi, difetti e imperfezioni.

Dobbiamo imparare che non tutto ci è dovuto. Abbiamo il dovere di accettare che spesso alla nostra porta bussano complicazioni e fatica. Lo sa bene Andrea che con una grinta sublime ha affrontato la sua esistenza.

Da bambino ho avuto diverse difficoltà. A partire proprio dal linguaggio. Io però credo che le difficoltà più grandi siano state gli interventi chirurgici, a cui mi sono sottoposto e che, nonostante tutto, sono riuscito a superare.

Da grande vorrei continuare a fare ciò che sto facendo adesso: ho avuto la fortuna di scovare le mie passioni fin dalla tenera età.

Per la sua condizione non ha potuto vivere liberamente l’infanzia e l’adolescenza.

Per uscire doveva essere necessariamente accompagnato dai genitori, ma Andrea è pur sempre un adolescente. Così per la sua libertà ha combattuto e, grazie ai servizi sociali, l’ha spuntata: da qualche mese esce ogni settimana “da solo” con un operatore.

E’ un resiliente, ce l’ha scritto nel DNA. Non si abbatte per il problema che gli si pone davanti. Cerca e trova la soluzione. Avrebbe molti motivi per piangere e invece parla con le note e sorride.

Oltre che con la musica, Andrea si esprime nella scrittura e coltiva una grande passione per lo sport.

Comunico e mi relaziono con gli altri cercando di essere sempre me stesso. Mi piace lo sport che è anche una delle mie più grandi passioni insieme alla musica. E il calcio è lo sport che seguo di più.
Ho un sogno nel cassetto che è quello di realizzarmi quanto più possibile a livello personale e di
continuare a vivere la mia vita con serenità, come finora ho sempre fatto.

Andrea per comunicare si fa aiutare da un computer e dalla voce di suo padre Mirco. Mamma e papà, con il loro affetto, sono sempre al suo fianco e lo incoraggiano incondizionatamente.

“Lo consideriamo in senso cristiano un angelo disceso dal cielo. È un portatore di pace, di serenità e di grande insegnamento. E’ un figlio speciale che unisce e non divide, anzi, ci induce spiritualmente a vivere con più altruismo. (Mirco Tomassini , papà di Andrea)

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Mai Mollare
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Mai Mollare

A due anni e mezzo ha stupito la neurologa leggendo le note sulla tastiera giocattolo, che i suoi genitori gli avevano regalato. Da allora, il suo interesse per quel mondo fatto di suoni e tasti è cresciuto.

Oggi, guarda al panorama musicale come uno dei protagonisti. Chi gli piace dei suoi colleghi?

Ultimo! Scrive della buona musica e poi mi sembra pure un bravo ragazzo.

Quali domande? Quante risposte?

Forse domani ripeti forse

E vivo coi sogni appesi

Vivo coi sogni appesi

Ultomo – Sogni appesi

Andrea è un artista che segue i suoi sogni e grida al mondo che siamo tutti diversi e che proprio questa diversità è il valore. Racconta una storia emozionante. La sua. E quella di una grande passione per la vita. A qualunque costo. Pure quando le giornate sono pesanti e insopportabili.

La giornata tipo di Andrea? La racconta lui stesso

Io lo immagino Andrea. Da piccolo. Affrontare la sua disabilità e sentire gli sguardi degli altri bambini. Oppure lo scorgo su un lettino mentre è in attesa degli interventi chirurgici. Lo vedo. Spaurito e impaurito, mentre invece della tristezza sul suo volto appare quell’immenso sorriso. Una smorfia di allegria in cui ci si può perdere e ritrovare .

Li immagino i genitori di Andrea. In apprensione per un figlio disabile. Preoccupati per le terapie e gli interventi chirurgici. Tormentati per la sua salute e la sua felicità. Li vedo. Mentre la tristezza lascia spazio all’orgoglio e alla gioia.

Quel ragazzo speciale è un dono. Per la sua famiglia, per chi gli sta accanto e anche per noi. Che lo guardiamo in un video sui social e siamo sopraffatti dalla sua voglia di fare e aiutare.

Andrea è un insegnante fenomenale, perché con l’esperienza ci mostra la via. E ci invita a lasciare andare quelle piccolezze che ci sembrano di enorme importanza, ma che in realtà non lo sono affatto.

Molte volte la persona con disabilità è commiserata e per questo discriminata. Eppure ci sono tanti soggetti, che si aggirano per il pianeta, con disabilità che non si vedono. I veri handicap sono le mancanze di empatia, di coraggio e di rispetto.

Il pregiudizio verso le persone con disabilità è alimentato da stereotipi e credenze negative, perché non è all’essere umano che si guarda ma alla sua malattia. E così il portatore di handicap viene trattato come un individuo umanamente incompleto.

Esiste però un luogo dove sparisce ogni tipo di barriera, architettonica e mentale. Una porzione di universo che si sottrae, e si è sottratta nel tempo, ai canoni dei “normodotati”. Un angolo di bellezza in cui ha trovato casa ed espressione ogni forma di diversità psichica e fisica. Uno spazio interdimensionale chiamato arte. 

A titolo puramente dimostrativo, per assonanza con la storia di Andrea e senza sviscerare una lista di nomi e epoche, mi fermo a ricordare uno dei più grandi e influenti compositori di tutti i tempi. Uno dei massimi geni della storia della musica, malgrado la sordità: Ludwig van Beethoven.

Per chi è artista la disabilità non è un ostacolo. Anzi forse acuisce i sensi in modo del tutto particolare. E la disabilità stessa diventando un modo ingegnoso di guardare ciò che c’è intorno, si fa arte.

Andrea ne è l’ennesima prova vivente.

#IrriducibilmenteLibera

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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