È sempre la Giornata della Terra
Il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata della Terra. La celebrazione che oggi coinvolge 193 Paesi è stata istituita nel 1969 in seguito alla pubblicazione della celebre opera di Rachel Carson “Silent Spring” (“Primavera silenziosa”), di cui vi ho già parlato nel mio pezzo sul libro “Le ragazze salveranno il mondo” di Annalisa Corrado. Libro imperdibile, come del resto il mio articolo!
La Giornata della Terra è un’occasione per riflettere sulla salute del nostro Pianeta, fare i conti con le problematiche in atto e puntare l’obiettivo sulle soluzioni che dovremmo adottare. Tutto bellissimo… ma in sostanza? In sostanza… fuffa! Ancora una volta mi sembrano solo parole al vento.
Non fraintendetemi. Benissimo che se ne parli, anzi se ne dovrebbe parlare sempre di più. Benissimo che ci sia una giornata dedicata alla nostra Madre Terra. Un’occasione però oggi più per rimarcare tutti i problemi che la affliggono (PER COLPA NOSTRA ricordiamolo!) che per celebrarla. Ma poi? Oltre a riempirsi la bocca di parole e promesse di cambiamento, cosa fanno di concreto i politici? Oltre a vuoti slogan pubblicitari all’insegna del palsticfree e della sostenibilità, le aziende come stanno modificando i loro prodotti? Oltre a postare sui social una foto in cui abbracciamo un albero per 2 secondi con l’hashtag di riferimento, cosa facciamo tuttə noi per il nostro Pianeta?
Ve lo dico io… troppo poco nel migliore dei casi. Niente in tutti gli altri!
COME STA LA TERRA? MALE!
Sì, oggi sono polemica. Sono polemica come quando si fanno gli auguri l’8 marzo per la “festa” della donna e nella stessa giornata ci sono stati 3 femminicidi. Sono polemica perché sono arcistufa del menefreghismo che contraddistingue la nostra epoca. Soprattutto in fatto di ambiente e di crisi climatica. Sono arrabbiata e spaventata, perché la situazione è molto grave, ma a pochissime persone interessa davvero.
Immaginiamo di scrivere un messaggio alla Terra per il suo compleanno del 22 aprile. Contestualmente, oltre a farle gli auguri, le chiediamo anche come sta. Mi immagino quindi lo stupore del Pianeta nel ricevere tutte queste attenzioni e questi messaggi, dato che durante tutto il resto dell’anno nessunə lo cerca o se lo fila. Felicissimo ringrazia per gli auguri e in merito al suo stato di salute racconta, un po’ come fanno le persone più grandi di età, di non stare molto bene.
Si sente infatti la febbre alta, la temperatura si alza sempre di più e ci sono zone del suo corpo che vanno letteralmente a fuoco. Non riesce inoltre a respirare bene, perché parti sempre più consistenti dei suoi polmoni vengono distrutte e anche l’aria è sempre più inquinata. A questo si aggiungono altri sintomi come l’inquinamento di acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Solo per citarne alcuni.
NO GRAZIE, NON MI INTERESSA
A quel punto se ricevessimo un messaggio del genere da una persona cara, ci allarmeremmo e cercheremmo di aiutarla. Faremmo tutto ciò che è in nostro potere per darle una mano e alleviare le sue sofferenze. Ma con la Terra invece no. Riceviamo le informazioni e semplicemente ignoriamo i fatti. Anche quando siamo messi di fronte ad eventi che dimostrano inequivocabilmente la veridicità di quel bollettino medico, noi decidiamo di voltare la testa dall’altra parte. E non solo non ci preoccupiamo dello stato di salute del nostro Pianeta, non solo non facciamo nulla per sistemare le cose, ma ci mettiamo tutto l’impegno possibile per peggiorare la situazione.
VIVIAMO COME SE AVESSIMO PIÙ PIANETI A DISPOSIZIONE
Il nostro stile di vita è infatti estremamente impattante sull’ambiente. Consumiamo e produciamo rifiuti e sostanze inquinanti molto più velocemente e in quantità maggiori rispetto alla capacità della Terra di rigenerare le sue risorse e alle nostre di smaltire gli scarti. Tuttə noi viviamo come se avessimo a disposizione 1,75 Pianeti.
L’Earth Overshoot Day, ossia il giorno in cui l’umanità esaurisce tutte le risorse rinnovabili che la Madre Terra produce in un anno, arriva sempre prima. Nel 2019 è caduto il 29 luglio, segnando un record storico allarmante. Immaginate il Pianeta come un conto in banca e l’Overshoot Day come la fine dei nostri risparmi. Per metà anno viviamo totalmente in rosso, pagando un debito molto salato con la Terra.
Stiamo letteralmente spremendo il nostro mondo come un limone. E come se questo non fosse già abbastanza tragico, ciò che trovo spaventoso è che alla maggior parte delle persone sembra non importare assolutamente nulla.
BISOGNA AGIRE
Dopo questo quadro inquietante ma reale, passiamo alle buone notizie. Siamo ancora in tempo per fare qualcosa. Purtroppo i cambiamenti climatici in atto sono un fenomeno che non possiamo più arrestare. Tuttavia possiamo ancora rallentarne la corsa e mitigarne gli effetti. Ma come dice Greta Thunberg non possiamo affidarci alla speranza, dobbiamo agire.
È il tempo di assumerci le nostre responsabilità e cambiare. Modificare il nostro stile di vita, le nostre abitudini e il nostro modo di rapportarci alla natura. Qualche sacrificio è necessario. Ma se in gioco c’è la vita che conosciamo e che amiamo sul nostro meraviglioso Pianeta, credo che il sacrificio ne valga la pena.
Facciamo che ogni giorno sia la Giornata della Terra. Preoccupiamoci e prendiamoci cura di lei 365 giorni l’anno. E poi, come fanno ancora alcune popolazioni andine che praticano il culto del ringraziamento alla Pachamama (la Madre Terra), dedichiamo il 22 aprile a celebrarla e ringraziarla come merita.