Errori golosi di successo
In tempi di crisi bisogna contare su abilità, creatività e un pizzico di fortuna. E a volte, quest’ultima, può arrivare da un errore. Anche da un grosso errore. Mi ha molto colpito leggere la storia dell’imprenditore Matteo Stefani e della sua “Cotoletta Sbagliata”. Praticamente un successo. Ma la storia della cucina internazionale è piena di errori golosi di successo. Mi sono divertita a cercarli mentre sversavo (è la parola giusta, credetemi) nell’insalata gli avanzi della cena del giorno prima, sperando di creare un piatto gourmet. Ma lo svuota-frigo raramente è un successo….almeno il mio!
La cotoletta sbagliata di Matteo
Non siamo a Masterchef ma la storia di Matteo Stefani è quella di uno dei tanti ristoratori di Milano che, in tempi di Covid si è dovuto scervellare per portare avanti la baracca. Un anno fa, il suo progetto prevedeva addirittura lo sbarco in Cina della sua catena “Anche di Milano” ma l’esplosione della pandemia ha bloccato tutto. L’imprenditore ha quindi deciso di reinvestire i fondi destinati alla Cina sulla sua città, Milano e creare una linea fortemente meneghina. Un aiuto indiretto lo ha ricevuto dal suo macellaio di fiducia. Il dialogo è stato più o meno questo:
Macellaio: "Ho troppe braciole di maiale. Mi aiutate a finirle"?
Ristoratore: "Cosa me ne posso fare di tutte queste braciole di maiale"?
Macellaio: "Fai le cotolette"!
Ristoratore: "Ma come, un milanese come te che mi propone di fare la cotoletta con le braciole di maiale invece del vitello???"
Macellaio: " Chiamala sbagliata, allora"!
Fu così che nel menù di “Anche ” arrivò l’errore: con la sostituzione del vitello in favore del maiale e l’utilizzo dell’arancia al posto del limone e del panko, ossia la panatura tipica giapponese, mischiandola a scaglie di mandorle. Un successo. Decretato dai numeri: durante il primo confinamento, infatti, le consegne della cotoletta sbagliata sono, diciamo, artigianali, Poi, a luglio 2020 inizia un vero e proprio test di mercato, mentre a settembre sono iniziate le vendite su larga scala: in cinque mesi la società ha consegnato 12mila cotoletta in tutta Italia arrivando anche a Londra e Parigi
“In questo momento – ha spiegato Stefani – siamo in grado di consegnare la nostra cotoletta sbagliata in tutti i Paesi europei entro le 48 ore, lasciando quindi ai clienti che la ricevono quattro giorni per consumarla“. Il prodotto è infatti confezionato sottovuoto e sono allo studio diversi modi per allungarne la vita sottovuoto senza farle perdere in gusto.
Dal gorgonzola ai corn flakes: sono tanti gli errori golosi di successo
Ma la storia della cucina è piena di errori clamorosi che sono poi diventati ricette di successo, storie a metà tra realtà e leggenda. Ad esempio, il gorgonzola uno dei formaggi più famosi e gustosi del mondo, ha una storia affascinante. Pare che un oste, originario di Gorgonzola, avrebbe messo alcuni stracchini freschi in una cantina troppo umida e questi, invece di conservarsi, svilupparono rapidamente delle muffe verdi. Senza scoraggiarsi e con un certo pelo sullo stomaco, l’oste decise comunque di assaggiare il formaggio e scoprì che era buonissimo. Diventò il piatto forte della sua osteria.
Altro simbolo di Milano, il Panettone è il rimedio (che sa di leggenda) ad un guaio accaduto nelle cucine di Ludovico il Moro alla vigilia di Natale, quando un cuoco bruciò il dolce del cenone. Il garzone del cuoco, un certo Toni, cercò di improvvisare utilizzando gli ingredienti che aveva a disposizione per aggiustare l’impasto rimasto . Gli Sforza si innamorarono del risultato che chiamarono pan de Toni.
Il ghiacciolo è l’errore di un bambino di 11 anni, Frank Epperson che, una sera del 1905, lasciò nella veranda della sua casa un bicchiere con dentro un bastoncino che usava per mescolare la bibita gassata. Di notte il liquido si ghiacciò e la mattina, con un po’ di fatica, i bambino riuscì a far uscire “il cubo di ghiaccio” e a tenerlo in mano grazie a quel bastoncino, scoprendo che la bevanda si poteva comunque bere. Dopo quasi 20 anni, nel 1924, il ragazzo brevettò la sua invenzione.
Nel 1984 i fratelli Kellog, nel tentativo di creare un alimento per i pazienti del loro sanatorio, inventarono i famosi corn flakes. Praticamente, i semi di grano che avevano cotto non adavano bene per i pazienti, erano diventati immangiabili. Così, per non buttarli, decisero di lavorarli ancora, appiattendoli e ottenendo dei fiocchi granulari. Questi vennero tostati e zuccherati e in poco tempo conquistarono le tavole di tutto il mondo.
A fine ‘800, una delle due sorelle Tatin, proprietaria dell’Hotel e ristorante Tatin di Lamotte- Beuvron nella Loira francese, si dimenticò di mettere la pasta brisè nella teglia per preparare la torta di mele. Nel tentativo di rimediare, buttò la pasta sopra le mele e rovesciò la torta a fine cottura. Il successo fu clamoroso e la Tarte Tatin divenne un successo globale.
Sempre in Francia , nel 1985 Henri Charpentier, apprendista cuoco e cameriere del Monte Carlo Cafè Parigi, bruciò la salsa di accompagnamento delle crêpes. Molto probabilmente l’errore fu dettato dall’emozione visto che in sala c’era il principe di Galles Edoardo, figlio della regina Vittoria. Assaggiando per curiosità il risultato, il cuoco e aiuto cuoco lo trovarono buono e decisero di servirlo. I commensali ne furono talmente entusiasti che chiesero di chiamare il dolce con il nome dell’unica donna seduta al tavolo: così nacque la Crêpe Suzette.
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