A carnevale ogni fritto vale.
Questa è stata la settimana di carnevale, con il martedì grasso che ha portato via questa divertente festa in maschera.
E senza mettermi nessuna maschera e vergognarmi, ammetto che la cosa che più amo di carnevale, sono i suoi dolci.
Quei dolci di ogni tipo e che si fanno in ogni regione d’Italia. Sono tutti un po’ diversi ma tutti uniti da un unico comune denominatore “só fritti”. Di conseguenza dannatamente buoni.
C’è una leggenda che narra di una suola di scarpe fritta e che è diventata prelibata. A parte gli scherzi, ditemi cos’è che fritto non è buono?
Anche i broccoli fritti diventano deliziosi.
Se poi c’è una festa che porta con sé la tradizione dei suoi dolci tutti rigorosamente fritti, tu sei disgraziatamente fregato.
Oggi insieme a me vedrete uno di quei dolci che di certo non mangiamo una volta l’anno. Le graffe.
È popolare nel meridione (come tutte le cose buone culinarie) ma è conosciuta in tutta Italia, molto simile a sua sorella “la ciambella”.
Vi insegno 4 trucchi per farle in modo semplice nella mia rubrica del “facile e veloce” ma occhio a rispettare i tempi di lievitazione fondamentali e anche la Quaresima.
Quindi concedetevi con me l’ultimo peccato di gola, vi assicuro che non ve ne pentirete.
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