Hyperloop, il treno accorcia-distanze.
Tra sogno e (quasi) realtà
Da emigrata all’estero neanche troppo lontana, su una cosa sono diventata particolarmente ferrata negli ultimi sei anni: i viaggi. Di ritorno. Si, perché tornare ogni tanto a casa, per stare con la famiglia, soprattutto per non perdere quel legame con le proprie radici, è nei miei pensieri costantemente. In auto, in aereo o in treno, quello che c’è da calcolare sono solo le ore di spostamento. E anche il costo. Per questo accolgo con notevole entusiasmo e anche con una certa rapida aspettativa, notizie come quella di Hyperloop, il treno accorcia-distanze.
Pensate: percorrere il tragitto Roma-Milano in trenta minuti. E pensate quante ore risparmiate per le tratte internazionali! Io l’ho già ribattezzato Hyperloop, il treno accorcia-distanze. Un sogno che potrebbe diventare presto realtà, grazie all’eclettico imprenditore inglese Richard Branson, già fondatore di Virgin Group.
I primi test di questo treno supersonico a induzione magnetica che corre ( si fa per dire) a “soli” 400 km/h, è stato eseguito nel deserto del Nevada. Certo, niente a che fare con la geografia italica o di una grande città, ma in fondo è ancora in fase sperimentale, quindi ci può stare. Quello che mi ha fatto trillare il campanello nella testa è stata la notizia che, da quando nell’agosto 2017, è stato realizzato il primo prototipo, questo progetto ha fatto sognare ed eccitare i neuroni di vari investitori. Tra loro anche l’italiano Paolo Barletta, che con la sua Alchimia fa da testa d’ariete per Hyperloop nel mercato italiano, come advisor ufficiale.
Certo, Hyperloop ha un costo esorbitante: 60 milioni di euro a chilometro. Ed entrate incerte, dicono quelli informati. Io invece penso che rivoluzionerà i nostri viaggi, insomma farà da spinta a viaggiare ancora di più. Almeno per quegli spostamenti che si possono fare sulla terraferma. Insomma, se ora ci sembra forte l’alta velocità, figuriamoci Hyperloop!
Il treno accorcia-distanze
Si parla per ora di un piano di fattibilità e di date collocate verso il 2030 con piccole tratte, come Barletta ha raccontato in più di un’intervista. Per esempio Milano-Malpensa e Roma-Fiumicino, percorribili in due minuti. Ma si immagina anche una “grande metropolitana del Nord” da Torino a Venezia. Il costo del biglietto, neppure esagerato, si attesta tra i 70 e i 140 euro: cifre simili a quelle necessarie per viaggiare su un treno ad alta velocità o su un aereo low cost.
Quindi, in Italia, il progetto Hyperloop non sembra poi così lontano. Ci crede tantissimo anche il CEO della Virgin Hyperloop, Jay Walder. Secondo quest’ultimo, l’Italia potrebbe muovere non solo persone ma anche merci con questo treno supersonico. Portando un notevole contributo a tutto il terziario italiano.
Inoltre, sempre secondo il CEO Walder, il nostro Paese sarebbe avvantaggiato dal turismo. Anche soggiorni brevi, un week end “mordi e fuggi” ad esempio, potrebbe essere alla portata di turisti provenienti da Paesi più lontani.
Hyperloop fa sognare per i costi ma c’è un jolly da giocare: l’impatto ecologico. Infatti, i costi altissimi del progetto potrebbero trovare nuova linfa dalla green economy. Ormai ogni Paese, anche l’Italia con il nuovo governo Draghi, ha il Ministero della Transizione Ecologica.
Insomma, io, da emigrata all’estero, Hyperloop me lo sogno pure la notte. E già mi immagino come programmare il week end con le mie figlie: ” Allora bambine, questo fine settimana si va a casa di nonna, a Roma per festeggiare il suo compleanno. Sbrigatevi, che il treno da Ginevra parte alle 19:00 e nonna ci aspetta per cena”.