La voce della dama
Vergogna, imbarazzo e bullismo. Sicurezza, disinvoltura e gentilezza. Due mondi separati apparentemente. Uno che si rannicchia nel buio, l’altro che si ciba di luce. Psoriasi, inadeguatezza e isolamento. Psoriasi, sincerità nel raccontarsi e apertura agli altri. Universi lontani ma a cui basta poco per incontrarsi e interagire. A volte è sufficiente il volto sorridente e disarmante di chi ha sofferto sulla propria pelle il disagio della malattia. Altre volte sono necessarie parole e suoni di chi ha capito che sono le persone che devono modificare il loro modo di guardare e osservare. Contro il delirio dell’arroganza, beffardamente la voce della dama sbugiarda e induce a riflessioni.
Carlotta Savorelli è una vocalist molto apprezzata, speaker radiofonica e conduttrice televisiva. Ultimamente è stata anche dama del trono Over di Maria De Filippi a Uomini e Donne.
In moltissimi la seguono sui social media, dove solo su Instagram conta 123mila followers.
Strepitosa Carlotta. Capelli biondi, occhi celesti, carattere spigliato e una grande dose di autoironia.
Immagino che ogni essere umano cerchi una scappatoia dai pensieri e dalle elucubrazioni mentali che ha. L’autoironia è un salvagente non indifferente, una forma di autodifesa. Ti consente di tenere il coltello dalla parte del manico. Se tu stesso sei il primo a ridere di te, agli altri non rimarrà che un pugno di mosche per ferirti!
Credo che la mia personale vena ironica sia nata verso i 19-20 anni. Quando ho capito il “giochino vincente” non l’ho più abbandonato.
(Carlotta e l’ansia da dpcm….)
Carlotta però non è solo gioco e divertimento. Non fa mistero della sua psoriasi. Una malattia infiammatoria della pelle. Ovviamente non contagiosa, ma ripeterlo non è mai abbastanza. Una patologia cronica, che dura tutta la vita e i cui sintomi classici sono le chiazze sulla pelle, unite a squame e prurito.
Sono anni ormai che indago sui mille significati della mia psoriasi. Sono passata attraverso l’analisi emotiva, lo sradicamento delle sofferenze, la metamedicina, la nuova medicina germanica. Ci sono davvero tanti modi per cercare risposte, ma quelle che ci risuonano di più sono le nostre.
La mia pelle mi parla. Io scherzo sul mio essere soprannominata “la voice” per il lavoro da vocalist che svolgo da 20 anni, ma in realtà tutto di me parla. Pelle compresa. Se non sono fedele a me stessa, se non mi amo, se non mangio le cose giuste, se non tengo sgombra la mente, se sopprimo sogni e desideri, se accetto situazioni che in fondo non vorrei… ecco, lì la pelle impazzisce letteralmente. Se non l’ascolto si arrabbia pure di più!
Bellezza, carisma e verità nel mostrarsi per come è realmente. Carlotta per questi motivi ha tanti seguaci. E purtroppo tra i molti si annida anche qualche “leone da tastiera”, che riesce a indirizzare commenti cattivi e meschini, tipici di chi è abituato a fare del bullismo il proprio stile di vita.
Atteggiamenti che Carlotta Savorelli ha iniziato a subire all’età di dodici anni, dai suoi compagni di scuola.
I ricordi sono fumosi. Credo che ogni percorso che ho fatto abbia comunque rimosso o alleviato i dolori di quei brutti episodi. Certe sensazioni di vergogna, giudizio, disagio, sofferenza, impotenza, mancanza di autostima esistono, anzi lievemente persistono. Mi si innescano quando devo stare in silenzio, con la pelle in mostra, in contesti pieni di gente.
Momenti interminabili in cui il tempo sembra dilatarsi.
Sento gli occhi addosso e non ho il potere di catalizzare l’attenzione sul verbale o su altre qualità. Come se andassi in compensazione, curioso no?
Sta di fatto che da quando ho iniziato a “buttare in faccia” la realtà, anche sui social, è stato tutto più semplice. Come se il mondo sapesse già e io non dovessi fare la fatica di spiegare ancora, con quella punta di vergogna che all’inizio c’è sempre.
Ha raccontato su Instagram che aveva diciassette anni quando ha dovuto imparare a sopportare gli sguardi disgustati degli ignoranti. A ventiquattro anni ha iniziato a sperimentare ogni cura. A trenta ha smesso di tentare terapie palliative impegnandosi ad accettarsi. Un anno dopo ha cominciato a usare i social per fare sensibilizzazione sulla psoriasi.
Adesso a trentasei anni ha deciso di combattere ogni forma di bullismo.
Per tutti gli altri che non sono forti, per chi non riesce a reagire, chi ha forse un piede nella depressione e l’altro nello sconforto.
E chi la legge, chi osserva le sue foto, chi la ascolta percepisce questo suo essere accanto. Così donne e uomini hanno iniziato a raccontarsi a Carlotta.
Ci sono davvero tante persone che grazie ai social mi hanno scritto e si sono confidate. Affidare i propri scheletri ad un altro non è sempre facile. Sicuramente parlare con una sconosciuta, della quale inspiegabilmente si ha fiducia, ti consente di non avvertire il giudizio. Io ho un problema con il giudizio, lo odio proprio e quando leggo molte storie provo la sofferenza di quelle persone.
Da queste confessioni private è nato “Cambia il finale”.
Un progetto ideato con Lisa di Nocciò Bijoux, anche lei un’altra donna guerriera. Questa idea, magari banale, voleva spronare la nostra community ad uscire allo scoperto e buttare fuori i demoni.
Poter cambiare il passato per modificare il presente e le brutte sensazioni.
Ho 70 mail da leggere con storie davvero forti, che cercano la luce in fondo al tunnel. Davanti a certe testimonianze rimango impietrita e la mia psoriasi passa ancora di più in secondo piano. Entrare in empatia è un dono che non tutti hanno. Ti inonda delle sofferenze dell’altro però allo stesso tempo ti riempie dell’amore che dall’altro arriva.
Sempre con l’intento di aiutare chi la segue, è nata la collaborazione con Apiafco. Carlotta si fa veicolo, per informare e riportare con termini più semplici possibile il lavoro di medici e nutrizionisti.
“Cibo e Benessere” è un progetto davvero importante del Presidente di Apiafco Valeria Corazza. Insieme al suo team e a un’equipe di dermatologi, nutrizionisti, e medici di altissimo livello, ha realizzato una collana di 8 volumi, oltre 900 pagine di suggerimenti, informazioni e consigli. Per conoscere meglio il nostro corpo e la nostra alimentazione, per comprendere cosa ci fa bene o male nell’assumere alcuni cibi.
Carlotta racconterà un po’ di estratti dei vari volumi, lanciandoli nei suoi canali social. E dimostrerà a livello pratico le ricette proposte, realizzandole.
L’enciclopedia nasce con la volontà di rivolgersi agli psoriasici e a coloro che soffrono di patologie infiammatorie. Nonostante io non sia un medico, immagino comunque che il sapere non conosca patologia, quindi sarebbe bello che anche i sani più sani ascoltassero ciò che racconto. E’ bello sapere. Poi quelle nozioni ognuno può scegliere se scartarle o farne buon uso.
Chiunque può scaricare gratuitamente l’estratto sul sito Apiafco.org oppure decidere di associarsi. Anche chi non è affetto da Psoriasi o Artrite Psoriasica può diventare socio. In questo modo aiuterà una grande famiglia di guerrieri della pelle, oltre a ricevere benefit, partecipare a webinar e iniziative e una tessera sconti in diverse attività. Ultimo, ma non per importanza, chi è socio potrà scaricare gratuitamente tutta la collana di oltre 900 pagine in pdf.
Forse le passate esperienze, la voglia di mettere un punto esclamativo alla propria vita, magari la consapevolezza di voler assaporare le varie possibilità, hanno portato Carlotta a creare significati nuovi per se stessa. Come affermato da lei stessa, ha cambiato molti finali e averli immaginati l’ha aiutata a vedersi oggi.
Nella mia vita vorrei poter trovare un’evoluzione nel lavoro. Come vocalist non avrò ancora molti anni a disposizione perché il ricambio generazionale è inevitabile. Mi piacerebbe poter tornare in radio e in televisione. Mi reputo molto fortunata perché ho trovato il mio talento e non ho vergogna nel riconoscerlo.
In questo mondo, avere stima di se stessi e cognizione delle proprie capacità pare essere solo manifestazione di megalomania. Invece è sano premiarsi e complimentarsi con noi stessi tanto quanto sgridarci e punirci. Però a rimproverarci ce lo hanno insegnato meglio.
Sogni, speranze e visioni future di una donna abituata a combattere e che ha imparato a sollevare la voce per ciò che è importante.
Farò casino, alzerò davvero la voce. Sì, voglio gridare e urlare… Oh voglio essere libera sì, di sentirmi come mi sento. Cavolo, mi sento una donna.
Man! I Feel Like A Woman – Shania Twain
Quasi un anno da quel 9 marzo scorso in cui iniziò il lockdown, un periodo difficile per tutti. Un tempo in cui molti di noi hanno cullato la speranza nel futuro e la fiducia nelle proprie capacità.
Desideri da realizzare per se stessi e per gli altri.
Sul piano sentimentale vorrei accanto un compagno di vita e di viaggio. Un tipo di uomo completo e risolto che ha gioia di alzarsi al mattino, che ha ambizioni sane, che ama se stesso e ciò che lo circonda.
Insomma vorrei poter incontrare un uomo con la mia visione con il quale creare il terzo elemento!
Io mi sento fortunata e i miei sogni so che li raggiungerò, anche senza formulare un desiderio. Però mi auguro una vita in cui non esistano situazioni tali da sentirmi impotente e se davvero mi ritrovassi nella condizione di non poterci far nulla, vorrei imparare a lasciare andare e a non starci male. I desideri invece li esprimo tutti per le persone a me vicine: salute e serenità, anche economica.
Alla fine “ciò che ti arriva o ciò che va via è sempre e comunque il tuo massimo bene”. In questo mantra io credo moltissimo, quindi lascio fluire.
Non omologarsi alla perfezione, che imperversa come nuovo valore. La forza di Carlotta Savorelli sta proprio nel suo mostrarsi non impeccabile. La sua pelle non è perfetta, lei non è il classico personaggio patinato che invece i media sembra vogliano pretendere.
Basta fare un giro su un qualsiasi social network per notare l’ammirazione e l’ossessione verso modelli praticamente perfetti e in quanto tali irreali. Sorrisi bianchissimi, luci ideali, pose ammiccanti, corpi in salute, zero imperfezioni. Coppie felici, famiglie sorridenti, genitori attenti, zero problemi. Queste sono le foto in cui ci imbattiamo il 90% delle volte che apriamo le nostre homepage o bacheche virtuali.
Abituati e assuefatti fingiamo che esista davvero la perfezione, mentre sappiamo che non è così. Accettarci per quello che siamo, ossia imperfetti, può condurci a stare meglio, con noi stessi e con gli altri. Più facile a dirsi che a farsi? Può darsi.
Le nostre personali caratteristiche sono originali e importanti, riconoscerle è il regalo più grande che possiamo concederci.
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