Cose da adulta
Un giorno ti svegli e sei adulto. Come Renato Pozzetto in “Da grande” solo che non tu l’hai desiderato. Fai cose da adulta.
Iniziano improvvisamente a trasformarsi i tuoi desideri, cominci ad avere aspettative e speranze diverse, a volere un anticalcare potentissimo e gli specchi senza aloni. Com’è successo? Io ieri ancora speravo che dentro l’ovetto kinder ci fosse un pupazzetto e non la sorpresa da montare e oggi sono diventata mia madre?
Eppure è così e te ne accorgi quando dentro di te senti una fiammella di gioia e il germe della realizzazione se la sera vai a letto con il pranzo del giorno dopo imbastito, il piano cottura pulito, doccia e shampoo fatti e, se proprio è una giornata baciata dagli dei, anche le lenzuola pulite. Lì sei donna, orgoglio di te stessa, modello anni ‘50 di moglie ideale.
Mi rendo conto di essere peggio di mia madre quando la sera, dopo cena, non sono rilassata se non ho prima lavato i piatti e sgombrato il pozzetto da ogni utensile. Non è contemplata l’opzione “domani mattina”. Perché se nella notte mi sentissi male e, nella più nera delle ipotesi, dovesse venire qualcuno in aiuto e vedesse la cucina in disordine, io non me lo perdonerei.
Forse questo c’entra col fatto che sono cresciuta con mia madre che mi diceva di indossare sempre intimo in ordine e in buono stato perché se da un momento all’altro succede qualcosa e mi ricoverano meglio essere a posto.
Così io adesso sono convinta che nel bel mezzo di una RCP l’attenzione di una equipe medica sarà tutta sulle mie mutande slabbrate.
Cambia improvvisamente il concetto di vittoria a una certa età. Ad esempio mi ricordo nitidamente l’adrenalina di un bel voto a un esame impegnativo all’università. Quel 30 pieno, sincero, meritato. Forte del quale subito mi prefiguravo una fulgida carriera accademica.
Non molto tempo fa quel senso di onnipotenza l’ho provato al telefono, quando la banca mi ha comunicato la delibera del mutuo. 30 anche lì, ma sono anni. Insomma felicità traboccante per un quasi ergastolo.
Poi da adulta apprezzi anche complimenti diversi rispetto a quelli cui ambivi prima. Oggi nessuno mi lusinga come la ginecologa che mi dice che ho un bell’utero. Io pensavo di averne uno normale, comune e lei dice che è molto bello. Sentire poi che le ovaie fanno il loro egregiamente, che sono efficienti come operaie di una fabbrica cinese, indefesse lavoratrici, mi provoca un moto di fierezza come se io ne avessi qualche merito.
Un giorno ti svegli e un raggio di sole filtra attraverso la finestra. Che magnifica giornata per fare qualche lavatrice.
SEGUI DISTANTI MA UNITE! Se ti è piaciuto l’articolo lascia qui di seguito il tuo commento e partecipa al nostro sondaggio perché La tua opinione conta! E soprattutto non dimenticarti di seguire le nostre pagine social Facebook e Instagram! Ti aspettiamo con un ricco calendario ogni giorno pensato per voi!