Passaporto vaccinale per viaggiare. E non solo.
Per chi vive all’estero come me, viaggiare nell’ultimo anno è stato un incubo. Aerei cancellati all’ultimo minuto, prenotazioni andate in fumo, tamponi all’andata e al ritorno, quarantene, autocertificazioni. Passa quasi la voglia, se non fosse che quella di tornare a casa è più forte.
Ormai il Covid ha segnato il mondo e a breve servirà il passaporto vaccinale per viaggiare in futuro. Una realtà indispensabile? Non so cosa pensare.
Se ne parla sempre più spesso e più se ne parla più sembra indispensabile. A quanto pare una coalizione di aziende tecnologiche e organizzazioni sanitarie ha annunciato che sta lavorando a un certificato di vaccinazione digitale, che potrà essere utilizzato su smartphone per mostrare le prove aver ricevuto il siero anti Covid-19.
Passaporto vaccinale per viaggiare in futuro
La Vaccination Credential Initiative (Vci), questo il nome della fondazione, comprende la Mayo Clinic, Microsoft, Oracle e Salesforce.
Le aziende hanno in progetto una soluzione per ottenere credenziali digitali e aiutare così le persone a tornare sui propri posti di lavoro, a scuola, agli eventi e ai viaggi.
Eh si, perché questo passaporto speciale servirà anche per andare ai concerti, allo stadio, insomma, per tornare a riunirsi. Ovunque. Il nuovo gruppo ha detto di aver sviluppato gli standard per le copie digitali criptate delle credenziali di vaccinazione. Significa che potranno essere conservate in un portafoglio digitale sugli smartphone.
Ossia? I nostri documenti riguardanti la nostra salute saranno digitalizzati. Ma come?
L’obiettivo “è dare agli individui l’accesso digitale ai loro documenti di vaccinazione”, ha detto Paul Meyer della Fondazione The Commons Project, gruppo no-profit che lavora al progetto.
“Gli standard aperti e l’interoperabilita’ sono al centro degli sforzi della Vci e non vediamo l’ora di sostenere l’Organizzazione mondiale della Sanità in questo settore.
Mentre il mondo, a distanza di un anno, ancora combatte il Covid 19, e inizia quella che forse sarà ricordata come la più grande vaccinazione dell’intero pianeta, i giganti della tecnologia sono al centro di numerose polemiche sul fronte della privacy .
Senza contare i sospetti sollevati da alcuni che questi dati possano finire in progetti di sorveglianza di massa.
Diciamo che il pensiero ti sfiora, ecco…
Insomma, va bene che ora in rete si trova di tutto e che il concetto della privacy spesso e volentieri non è considerato, però, questo non vi sembra un po’ troppo?
Ken Mayer dell’organizzazione sanitaria Safe Health ha detto che il piano e’ quello di creare “una soluzione di verifica dello stato di salute che salvaguardi la privacy” per consentire la ripresa degli eventi pubblici.
Di questi tempi più facile a dirsi che a farsi…
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