Pandemia coronavirus: quando l’emergenza è anche etica e spirituale.
La pandemia di coronavirus è tuttora difficile da sostenere, non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista etico e spirituale.
Possiamo dire di aver vissuto una piccola apocalisse che adesso potrà risolversi con la vaccinazione? Come possiamo gestire l’accaduto dal punto di vista etico e spirituale? Quanto è giusto che il Papa, rappresentante massimo della Chiesa Cattolica, investa anche un ruolo politico e si dichiari favorevole alla vaccinazione di tutti, indistintamente?
Ci poniamo queste domande perché non tutti la pensiamo allo stesso modo.
La nostra quotidianità è ancora scadenzata dai dpcm in virtù dell’andamento dei contagi. Questo anche per contenere i rischi dovuti ai casi di assembramenti verificatisi a Natale in alcune città italiane.
Credo che abbia fatto molto ragionare l’intervista che il Papa rilasciata qualche sera fa in televisione nella quale ha dichiarato “[…] Io credo che tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri”.
Sfida clinica ed etica: la pandemia di coronavirus è lo scenario che ci ha fatto capire quanto siamo impreparati dal punto di vista etico e spirituale a dispetto di tutto l’avanzamento tecnologico di cui possiamo usufruire in campo medico.
Dal punto di vista clinico, abbiamo vissuto momenti in cui pazienti con gravi malattie in fase avanzata o terminale erano a rischio abbandono per dare priorità a quelli che hanno contratto il coronavirus in forma grave, quindi avviati al decesso.
Concatenata c’è la sfida etica: c’è chi ha dovuto scegliere di curare o lasciar morire, facendosi guidare dallo stato di necessità e dall’emergenza.
La pandemia di coronavirus e la sua gestione ha una valenza storica per la medicina che si è dimostrata insufficiente nonostante l’avanzamento tecnologico.
Possiamo soltanto augurarci che nella fase della vaccinazione e della terza ondata di contagi potremo dimostrare di aver imparato dagli errori ed essere meno impreparati.