Paura del vaccino: perchè?
Molte persone hanno paura del vaccino. Ce ne stiamo rendendo conto molto bene in queste ultime settimane. Tra la schiera di chi si fida della medicina tradizionale e chi, invece, la considera uno strumento nelle mani dei “poteri forti” c’è un mondo di mezzo che si vaccinerà, ma non senza dubbi o paure.
Non la pensiamo tutti allo stesso modo
Dopo quasi un anno di pandemia s’intravede la luce in fondo al tunnel. Il vaccino contro quel virus di cui non riusciamo a pronunciare più il nome è pronto e si sta iniziando la somministrazione. Questa dovrebbe essere la Notizia del secolo, la fonte di gioia e di speranza di tutti i sette miliardi di persone nel mondo. E invce, no. Non è così che funziona. Ancora una volta, la questione si fa complicata. Nel mondo c’è chi esulta, chi dubita, chi grida allo scandalo.
Ma perchè non abbiamo mai un unico approccio alle cose? Perchè tutta questa diversità di pareri che ti costringono a riflettere su tutto, pur non avendo i mezzi per farlo? Perchè siamo arrivati a destituire il pensiero scientifico? Sì, ho capito che “è la democrazia, baby”, ma qui mi sembra più un eccesso di libertà di pensiero.
Come scegliere da che parte stare?
La libertà di pensiero è un caposaldo della nostra civiltà, lo so bene e sono convinta che vada difesa e tutelata sempre, ma come la mettiamo con chi, proprio in virtù di quella libertà di pensiero, rischia di minare anche la salute degli altri? Voglio dire, se la comunità scientifica ha stabilito che questo benedetto vaccino è ok, perchè un’altra parte della comunità scientifica solleva dubbi? Come fa un cittadino a capire da che parte stare?
Ora, io la mia idea me la sarei anche fatta, ma per spirito di sincera comprensione, mi voglio proprio mettere nei panni di chi, invece, sta in quel limbo di indecisione anche a causa delle voci che si oppongono al vaccino. Se una persona sente o legge che all’interno ci hanno messo i metalli pesanti, che non hanno avuto il tempo per la sperimentazione o che il vaccino modifica il DNA, è comprensibile che qualche timore sopraggiunga. Soprattutto se questa persona non ha la capacità di discernimento e si beve tutto quello che gli sembra sensato.
E qui sta il nodo.
L’accesso digitale allo scibile umano, ha fatto credere alle persone di essere sempre in grado di farsi una propria idea su tutto. Questa è la grande illusione del ventunesimo secolo.
La convinzione di poter capire ogni cosa semplicemente leggendo articoli in internet ha innalzato il livello di presunzione delle persone. Questa dinamica può essere apparentemente innocua se si parla di cucina: imparare a memoria i video di Fatto in casa da Benedetta ti potrà aiutare a cucinare meglio, ma per quanto tu ti creda uno chef, non ti sarà permesso cucinare in un ristorante stellato per cento persone, per fortuna.
Se si parla di medicina, invece, la presunzione acquisita dall’uomo medio ha un potenziale altamente dannoso. Il rischio è che si passi dalle autodiagnosi di tendinite dopo un quarto d’ora di letture su mypersonaltrainer, alla convizione che nei vaccini ci sia il 5G e che ce lo iniettino per controllarci tutti.
Ma come siamo arrivati a questo punto?
In parte, come accennavo sopra, è colpa della mancata educazione alla libertà di pensiero, dell’abuso del concetto di democrazia e della centralità di internet nelle nostre vite. Abbiamo lasciato che lo sviluppo tecnologico cavalcasse da solo verso il futuro e non ci siamo preoccupati di mettergli le necessarie briglie della morale e dell’etica per indirizzarlo.
Ora siamo di fronte ad una vera e propria “rivolta dei laureati su internet” e non sappiamo come arginarla per diverse ragioni. In primis, una grossa fetta della politica nostrana e mondiale ha lucrato su questa dinamica antropologica individuando un nuovo bacino d’utenza in cui andare a caccia di voti. In aggiunta, l’informazione e l’intrattenimento hanno fatto lo stesso, andando a caccia di audience. E nessuno si è preoccupato di bloccare il fenomeno negli ultimi quarant’anni.
Tutto questo substrato anticulturale era pronto a scoppiare e la pandemia è stato il punto di rottura che ha fatto straripare il vaso.
Le colpe del sistema
Se si nutre il popolo con la cultura della superficialità e lo si vizia con la logica del “tutto e subito”, lui non sarà in grado di affrontare le sfide collettive con profondità e pazienza. Di fronte al pericolo vorrà delle azioni immediate, di fronte alla paura pretenderà risposte semplici e rapide e se non le troverà nelle fonti ufficiali, se le andrà a cercare accettando qualunque logica, anche la più bizzarra, purchè sia alla sua portata.
La paura dei vaccini è ciò che porta la gente a prenderne le distanze e, di conseguenza, a mettere a repentaglio la salute di tutti. Per giustificare questa posizione, le persone hanno bisogno di trovare delle motivazioni apparentemente valide che avvalorino la propria protesta.
I no-vax ci sono sempre stati
Quella del Covid19 non è la prima pandemia che l’uomo si trova ad affrontare e anche in passato c’era chi si opponeva alla vaccinazione:
Dopo l’entrata in vigore di diversi Vaccination Acts promulgati in Inghilterra tra il 1840 e il 1853 che rendevano obbligatorie le vaccinazioni, circolava una cartolina con la Morte che vaccinava un neonato mentre la madre era immobilizzata da un poliziotto.
Eppure a quell’epoca il vaiolo mieteva ancora numerose vittime; allora come oggi, quali sono le ragioni più profonde alla base del rifiuto delle vaccinazioni? La risposta è complessa. In alcuni casi si tratta di un rifiuto costruito sulla base di informazioni errate, e qui la corretta informazione scientifica può dare una grossa mano. Ma sarebbe ingenuo pensare che il rifiuto dei vaccini, così come per altri controversi argomenti della scienza, sia solo imputabile all’“ignoranza”. Anzi, spesso gli “anti-vaccinisti” sono persone con un livello socio-economico medio-alto e, in generale, informati. Il punto è proprio questo: non sono le informazioni che mancano ma è la scelta di “crederci” o no. Le motivazioni del rifiuto fanno capo a meccanismi psicologici e cognitivi scritti nella natura umana, in parte legittimi e comprensibili. (tratto da Fondazione Veronesi)
Scegliamo di crederci
La verità, dunque, è che oltre alle scarse o sbagliate informazioni che l’uomo medio possiete sul tema dei vaccini, a determinare le sue scelte è soprattutto la scarsa fiducia che ripone nel sistema e di conseguenza nella medicina tradizionale. Il bisogno poi di trovare conferma delle proprie idee lo fa imbattere in fake news spesso alimentate da fazioni politiche interessate a destabilizzare l’equilibrio. E il gioco è fatto. Da una iniziale e comprensibile paura dei vaccini, che potrebbe essere risolta con le corrette informazioni e la giusta strategia di comunicazione da parte degli organi istituzionali, si passa alla convinzione assurda che il vaccino è lo strumento con cui Bill Gates e compagni controlleranno l’umanità.
Per chi è già un convinto complottista, ahimè, non credo ci sia più nulla da fare, ma se vi siete imbattuti in questa lettura e avete ancora dei dubbi in merito alla vaccinazione, non essendo la sottoscritta una voce attendibile in ambito sanitario, vi consiglio questa intervista in cui un medico smonta punto per punto le obiezioni al vaccino anti Covid-19
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