Vinile, il vintage che non muore
AAA. Attenzione Attenzione!! L’articolo che segue è per appassionati di musica e anche di una certa età…dai 35 anni in su, diciamo. Perché qui si parla di vinile, della passione sfrenata per la musica degli anni passati e del vintage che non muore. Mai.
La distruzione del patrimonio discografico italiano
“Ricordate gli anni 80? Fu circa alla metà di quel decennio che le etichette discografiche riunite iniziarono a scavare la fossa al patrimonio culturale sonoro italiano. L’operazione fu semplice e andò liscia come olio. Il nuovo supporto digitale, il Compact Disc, prevedeva che la musica registrata in analogico fosse passata in formato digitale. Il protocollo era questo: digitalizzare solo quella parte dei cataloghi ritenuti “altovendenti”.
De Gregori sì, Giorgio Lo Cascio no, Baglioni sì, Donatello no. E per ogni autore e artista noto e venduto venivano buttati nella fossa comune decine e centinaia di altri artisti. In quel decennio si consumò anche la fine di quella grande diversificazione delle etichette familiari e indipendenti che costituivano la vivace e variegata discografia italiana, che in parte chiusero i battenti per fallimento o per cessione dei marchi e dei cataloghi alle cosiddette Major.
Emblematici i passaggi RCA Italiana, BMG, Sony. In quegli anni di fallimenti, crack finanziari, acquisizioni, fusioni e concentrazioni la perdita, lo smarrimento e la distruzione fisica di interi archivi di registrazioni, di master, di multipista, di database, di contratti, di partiture degli arrangiamenti fu devastante e generalizzata. Le conseguenze di questa folle distruzione di un patrimonio culturale immenso non sono ancora chiare e definitive.
Quel che rimane degli archivi di un tempo giace in magazzini polverosi in attesa di essere definitivamente dismesso e in alcuni casi questi magazzini sono al di fuori del territorio italiano. È possibile che i master originali delle prime 34 registrazioni originali di Domenico Modugno (mai digitalizzate e ristampate dalla RCA Italiana, dalla BMG e dalla Sony) rimangano accatastati (se vi fossero ancora?) in un magazzino in terra di Germania?
(estratto da “Vinile” n. 27, ottobre 2020)
Vinile, il vintage che non muore.
Io ho sempre avuto una passione sfrenata per i dischi, e per i negozi di dischi. Qui a Ginevra ce n’è uno così come a Roma. L’odore che si respira una volta varcata quella porta è impagabile. Ore e ore passate a scartabellare i dischi alla ricerca di non sai neanche tu cosa. C’è solo una certezza: trovare quello che non pensavi di cercare.
Per questo voglio parlarvi di un’ operazione di nicchia ma di grande importanza culturale messa a punto dalla Suan Edizioni, con l’obiettivo di salvare una gran parte del patrimonio discografico italiano.
Su tutte le piattaforme digitali online sono messe a disposizione degli appassionati migliaia di opere musicali “perdute”, brani che le etichette non hanno mai digitalizzato.
“Abbiamo fatto un contratto di distribuzione con i principali canali di distribuzione – afferma Francesco Coniglio (editore e storico della musica) e il primo pacchetto di 188 brani è già on line.
Successivamente, ogni mese, usciranno nuovi dischi, mai precedentemente digitalizzati, a incrementare questo eccezionale ascolto di materiali sonori facilitato dalla tecnologia.
Per realizzare questo lavoro, una vera e propria missione, dobbiamo ringraziare l’opera di collezionisti e ‘topi da discoteca”. Oggi sono una rarità, ma forniscono la possibilità di trasmettere la conoscenza musicale del passato sepolta per anni alle nuove generazioni.
Digitalizzare la musica vintage
Dagli anni Ottanta in poi, c’è stata una graduale distruzione del nostro eccezionale e ricchissimo archivio musicale. Questo a causa non solo del passaggio da vinile a Cd ma anche per la scomparsa di etichette discografiche familiari.
Ma la SUAN Edizioni non si ferma qui: la digitalizzazione dei vinili dimenticati non è che la prima di una serie di iniziative editoriali (e non) per salvare, ricostruire, riorganizzare, preservare e ristampare una immensa parte del patrimonio discografico italiano non più fruibile da molti decenni.
Dopo aver seguito i consigli di Elisabetta Mazzeo sui regali di Natale l’idea di regalare un pezzo vintage è un plus da aggiungere sotto l’albero.
Vinile il vintage che non muore
Christian Calabrese, socio insieme a Francesco Coniglio della Suan Edizoni, ci racconta che “scegliere come iniziare un’avventura editoriale con migliaia di brani a disposizione ma dovendo pescare – per ora – solo tra canzoni prima di una certa data è limitante, soprattutto perché lo streaming è cosa comune quasi esclusivamente tra le nuove generazioni, quelle nate quando internet già c’era. Dovendo fare questa scelta ci siamo affidati a cose un po’ più particolari, come i due EP con le poesie di Dario Fo e quello recitato da Eleonora Rossi Drago.
Ma anche a “pezzi da novanta” come Renato Rascel, Jula De Palma, Katyna Ranieri e il Quartetto Cetra. Così come non li avete mai sentiti, cioè in qualità super. A dicembre i primi due 45 giri di Orietta Berti (mai digitalizzati!) l’anteprima del singolo inedito di Mia Martini e naturalmente, tanto Natale.
E allora Buon Natale , speriamo l’ultimo condannati in zona rossa e con un virus di cui speriamo di dimenticare presto il nome. Buon Natale con le persone che contano anche se sono fisicamente lontane sono sempre vicine al nostro cuore. Buon Natale con la musica che ci scalda e ci ricorda i bei momenti passati della nostra vita. Sperando in un futuro migliore per tutti noi. Buon natale a tutti.
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