Lo Yoga ti cambia la vita
Ho scoperto che lo Yoga ti cambia la vita. In realtà l’ho sempre considerata una disciplina affascinante e dal grande potenziale rivoluzionario, ma non credevo potesse essere un’attività alla mia portata. Identificavo lo Yoga come un’arte inarrivabile. Vedendo sul web quelle acrobazie impossibili messe in atto da corpi elastici e tonici, non l’ho mai considerata una pratica accessibile. Mi spiego: quando si vede in tv il pattinaggio artistico a nessun over trenta verrebbe in mente di iniziare a praticare quello sport. No?
Voglio dire, non è che dobbiamo essere tutti in grado di fare la centrifuga sul ghiaccio con due lame ai piedi. E così per lo Yoga: vedendo quei tizi in posizione verticale poggiandosi sulla propria testa con la stessa disinvoltura che ho io quando mi spaparanzo sul divano a vedere X-Factor, non ho mai pensato che quella cosa incredibile mi potesse appartenere. Invece sì. Cioè, non sono ancora arrivata al punto di tenermi in verticale sulla testa, ma non lo escludo, non con la stessa convinzione con cui escluderei di poter fare una piroetta a centrifuga su una pista di pattinaggio. E già questo, vi assicuro, alla soglia dei quaranta, ti da una carica pazzesca.
I traguardi si raggiungono un passo per volta
Mi sono accorta che anche nel caso dello Yoga, come in tanti altri casi, mi lasciavo frenare dal timore del traguardo. Troppo difficile, troppa fatica, non ce la farò mai. Questi erano i pensieri che avevo in testa quando pensavo allo Yoga. Non che ora lo consideri semplice, anzi, riconosco che è molto difficile, ma aver iniziato questo percorso mi ha fatto smettere di guardare al traguardo. Ora guardo ai piccoli passi che compio ad ogni lezione e sta funzionando.
Non c’è competizione
Il bello dello Yoga è che non devi essere il più bravo, non devi essere perfetto. Devi trovare la tua perfezione, che non significa assenza di limiti, ma piena consapevolezza di essi e costante impulso al miglioramento. Anni fa provai a seguire lezioni di aerobica, step e tutte quelle attività di fitness che si svolgono nelle palestre dove la gente è super figa, indossa sempre gli indumenti giusti e suda con eleganza. Fu un disastro. Soprattutto lo step: dopo due giri intorno a quel gradino di plastica a ritmo di musica, con dieci persone intorno a me che eseguivano perfettamente la coreografia e io che, invece, mi fermavo ogni cinque secondi, mi veniva l’ansia da prestazione.
Yoga e pandemia
Lo devo ammettere: se non fosse arrivata la pandemia probabilmente non avrei mai iniziato. E di conseguenza non avrei mai capito in che modo lo Yoga ti cambia la vita. È assurdo, vero? Un paradosso.
Il motivo per cui non mi sono mai decisa a iniziare un corso di Yoga è molto semplice. Oltre al fatto che la consideravo fuori dalla mia portata, la causa è fondamentalmente la stessa che mi ha sempre impedito di utilizzare con costanza i vari abbonamenti di fitness, nuoto, pilates ecc…. Ovvero, la pigrizia. Uscire di casa d’inverno mentre fuori piove e tutte le complicazioni che ruotano intorno all’attività sportiva, hanno sempre dato man forte alla mia indole da pantofolaia. C’è stato un periodo in cui mi ostinavo a iscrivermi in palestra sfruttando lo sconto semestrale, sapendo perfettamente che non avrei superato il primo mese. Patologico.
Invece ora che le palestre sono chiuse e spopolano i corsi on line, sento che è arrivato il mio momento.
Se penso che la mattina alle 9 sono già sul mio tappetino a ripetere “Om” non mi sembra possibile. Ma la cosa davvero geniale è che alle 10.05 sono già a lavoro! Il tutto senza mettere mai le scarpe!
Ovviamente, se potessi, sceglierei di non vivere in pandemia anche a costo di non mettere più piede su un tappetino, ma visto che siamo messi così, cerco almeno di sfruttare la comodità di questa situazione.
YAD (Yoga a distanza)
Un bravo insegnante è fondamentale per iniziare, soprattutto a distanza. Io per fortuna ne ho trovato uno che oltre ad essere preparato e competente è anche molto paziente. Ad onor del vero non immagino un insegnante di Yoga ansioso o esagitato, ma lui sembra proprio centrato.
Non l’ho mai visto di persona e questo è davvero strano, lo ammetto. È come vivere in uno di quei futuri distopici in cui le persone si conoscono solo nella realtà virtuale. Ma tant’è.
In compenso, però, la mancanza di contatto ti stimola ad una conoscenza più profonda delle persone, forse proprio per compensare l’assenza fisica. Così ho chiesto al mio maestro, Dario Dante Cassano, di parlarmi un po’ del suo rapporto con lo Yoga, quantomeno per escludere che questa mia sensazione di aver a che fare con una disciplina davvero rivoluzionaria non fosse altro che uno dei soliti slanci di entusiasmo sportivo, pronto a spegnersi al primo stiramento. E ho avuto le conferme che cercavo.
Dario, ho la sensazione che lo Yoga mi stia aiutando ad affrontare le limitazioni imposte dalla pandemia. Non so, mi sento meglio, l’isolamento non mi pesa più come prima.
Certo, è normale. Considera che nessuno di noi è abituato a vivere senza i costanti stimoli della nostra routine. In questo periodo può capitare di sentirsi depressi non solo psicologicamente, ma anche fisicamente. Praticare costantemente lo Yoga e la meditazione può far sì che le persone trovino comunque un equilibrio nonostante questo distacco sociale e inizino in qualche modo a socializzare con se stessi, quindi a sentirsi meno soli. L’aspetto pratico della disciplina ci mantiene sani dal punto di vista fisico perchè diamo la possibilità al corpo di non impigrirsi.
E quando ti sei avvicinato allo Yoga?
“Una volta finiti gli studi di osteopatia ero alla ricerca di qualcosa che mi completasse e mi arricchisse dal punto di vista professionale. Volevo trovare una chiave di lettura diversa del benessere della persona, ma allo stesso tempo in linea con l’osteopatia e quando ho iniziato gli studi dello Yoga ho capito di aver trovato quello che cercavo”.
Cosa ti ha spinto poi a decidere di insegnare questa disciplina?
“Fin da subito ho iniziato a sentire i benefici dello Yoga su di me dal punto di vista fisico e mentale e già dopo pochi mesi ho cominciato a insegnarlo per trasmettere queste conoscenze agli altri, perchè hanno il potere di migliorare il benessere e la vita delle persone”.
In che modo lo Yoga ha migliorato la tua vita?
“Prima non mi ascoltavo tantissimo. Sono sempre stato un tipo riflessivo, curioso di conoscermi e migliorarmi, però lo Yoga mi ha aiutato ancora di più a leggere i segnali del mio corpo. Prima ero meno consapevole della bellezza della vita e della bellezza di scoprirsi e di conoscersi. Adesso accetto molto di più i miei lati negativi e soprattutto sono più gentile con gli altri e meno permaloso”.
Ma lo Yoga è per tutti?
“Assolutamente sì. Essendo una disciplina che si adatta molto al soggetto che la pratica è adatta a tutti, dai bambini agli anziani. Dal punto di vista filosofico lo Yoga è un prendere consapevolezza del presente, di ciò che si sta facendo e di come lo si sta facendo. Per questo tutti possono provare a farlo e migliorarsi rendendolo parte della loro vita. Non c’è bisogno di fare per forza dei movimenti importanti, è sufficiente essere”.
Questo 2020 non sarà ricordato per le cose belle che ha portato nelle nostre vite, no.
Io, però, nel mio piccolo, una nota positiva a questo anno funesto l’ho trovata.
Qui le altre pagine del mio Diario Semiserio
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Pratico lo yoga anche io da qualche anno ed è proprio così, ti migliora la vita, l’approccio con essa, con gli altri perché ti fa scoprire te stesso e tu ci mette in collegamento, sembra banale ma non lo è. E comunque non sono d’accordo che questo 2020 non abbia portato nulla di buono, anzi…
Bell’articolo Marti!