Come dire a un bambino che Babbo Natale non esiste
Tra le tante delusioni che la vita ci mette di fronte, nella top ten c’è sicuramente la scoperta che Babbo Natale non esiste. Qualche anno fa l’avrei messa nella top five, se non addirittura sul podio, però crescendo ti accorgi che la lista delle disillusioni è lunga e quindi i dispiaceri d’infanzia si affievoliscono, ma questa è un’altra storia.
Dicevamo: Babbo Natale non esiste. Noi adulti lo sappiamo ormai da un po’, ma i bambini, almeno quelli più fortunati e spensierati, credono davvero che la notte tra il 24 e il 25 dicembre un vecchietto panciuto vestito di rosso e con una lunga barba bianca giri per le case di tutto il mondo portando loro proprio quei regali che avevano scritto nella letterina!
E’ innegabile: credere a tutto ciò è meraviglioso.
Quante volte, nei nostri desideri più reconditi abbiamo intravisto quella speranza che in fondo Babbo Natale esista davvero? E non solo da bambini. Cioè, ormai lo sappiamo che sono i genitori a mettersi in fila nel traffico, poi in fila alla cassa, poi in fila per uscire dal parcheggio del centro commerciale, poi in fila per tornare a casa e infine nascondere il regalo da qualche parte per tirarlo fuori magicamente la notte di Natale.
Però dentro di noi vorremmo tutti che fosse Babbo Natale ad occuparsene. Soprattutto i genitori mentre stanno in fila da qualche parte, ovviamente.
Beh, oggi c’è Amazon che in un certo senso il mondo lo gira davvero e ci mette a volte anche meno di una notte. Ma al posto della slitta, delle renne e degli elfi ha dei poveri corrieri esauriti che se non ti catapulti giù appena ti citofonano, li trovi già sul loro furgoncino a sgasare con la marcia inserita, pronti per scattare via verso un altro pacco da consegnare appena la tua mano sfiora il tuo malridotto involucro di cartone lasciato davanti al cancello.
No Amazon, mi dispiace. La magia del Natale è tutta un’altra cosa.
Due o tre anni di incanto vero.
Credere a Babbo Natale è stata una delle esperienze più elettrizzanti della mia vita. E, da quello che vedo in giro, lo è per molti bimbi ancora oggi. A due o tre anni, capiscono e non capiscono. Sanno che arriverà un regalo, ma non afferrano il concetto fino in fondo, dai quattro ai sei anni, invece, è il top: lo riconoscono in tv, lo vedono in giro nei vari centri commerciali della città a posare per venti euro a scatto e non si chiedono come sia possibile tutto ciò! Il 25, oltre a quelli sotto il loro albero, gli arrivano da ogni parente regali “da parte di Babbo Natale”. A casa di nonna, a casa di zia, a casa dell’altra zia: in ogni casa Babbo Natale ha lasciato un regalo. Una valanga di regali scartati nella confusione più totale e tra questi ci sono esattamente quelli richiesti nella letterina. Incredibile. Se ti fermi a pensarci lo capisci che c’è qualcosa sotto, ma loro, i bimbi, a quell’età non ci pensano. C’è Babbo Natale e tutto scompare, come avrebbe detto a suo tempo una piccola Elettra Lamborghini.
Quando iniziano ad arrivare i dubbi…
I dubbi iniziano ad arrivare in media verso i sette, otto anni. Ma sono solo dubbi. Magari qualche compagno più “sveglio”, che a sua volta l’ha saputo dal cugino più grande, inizia a mettere la pulce nell’orecchio ai bimbi ancora foderati dalla magia del Natale. Oppure qualche distrazione dei genitori che si fanno beccare mentre parlano proprio di quel regalo che la cassiera ha messo da parte senza accorgersi che il destinatario del regalo li sente… Insomma, entro i dieci anni quasi tutti i bambini si trovano ad affrontare quella che forse non sarà la più grande, ma di certo, per molti di loro, la prima grande delusione della vita.
Non oso immaginare come si faccia a dire a un bambino che Babbo Natale non esiste. Davvero. Prima di tutto, tanta stima a chi si trova ad affrontare la questione in questo bizzarro Natale in cui frasi di compensazione tipo “L’importante è festeggiare tutti insieme” o “Lo spirito del Natale esiste e sta nella famiglia che si riunisce ogni anno” non saranno fruibili.
La prima cosa che succede quando scopri che Babbo Natale non esiste.
Quando scopri che Babbo Natale non esiste, accadono due cose dentro di te. La prima è che inizi a dubitare di te stesso e delle tue percezioni. Ti torna in mente quella volta che pensavi di aver sentito davvero il rumore del sacco dei regali precipitare sul terrazzo. Quando sei corso a vedere, quel borsone di juta era propri lì e conteneva proprio i tuoi regali! Ripensi a quando hai lasciato il latte con i biscotti sotto l’albero e al mattino il bicchiere era vuoto e un biscotto mozzicato!
La seconda cosa.
La seconda cosa è che inizi a dubitare degli altri. Ti ricordi di quella volta che in lacrime, tornando dall’asilo, hai detto a tua madre che un amichetto aveva detto che suo fratello che stava in seconda elementare gli aveva detto che Babbo Natale erano i genitori. E impiegasti mezz’ora, tra singhiozzi e intoppi logopedici per riuscire a pronunciare quella frase. Ma alla fine tua madre ti consolò dicendo che quel bambino aveva torto e lo diceva solo per fare un dispetto. Poi pensi alla tua compagna di banco che proprio la sera prima ti aveva confidato di aver visto passare la slitta con le renne sopra casa sua. E inizi a dubitare anche di lei. Non sai se mentiva sapendo di mentire o se sia ancora ignara di tutto. Insomma, è una catastrofe e non solo per i bimbi. Ma è anche il prezzo da pagare per aver vissuto una magia. Il primo ostacolo da superare per iniziare il lungo percorso che porterà al raggiungimento dell’età adulta.
Quando mi dissero la verità
Io ricordo quel momento, quello in cui mi dissero la verità, come uno dei più teneri della mia vita. Non ricordo esattamente quanti anni avessi, ma non ero di certo tra quei bimbi “svegli” che fanno lo spoiler in classe. Avrò avuto otto anni o giù di lì.
Sarà stato il modo in cui mio zio disse “ringraziamo Babbo Natale” indicando se stesso o la grassa risata di tutti quando qualcuno esclamò “si vede che ha trovato traffico pure Babbo Natale!” (erano gli anni ’80, all’epoca facevano ridere queste cose), fatto sta che mi accorsi proprio la sera del 24 dicembre che mi stavano nascondendo qualcosa.
Al rientro a casa, dopo aver cenato dai miei zii, presi mia madre da parte e le dissi che era arrivato il momento. Avevo troppi indizi sulla presunta inesistenza di Babbo Natale, giravano troppe voci. Troppi conti non tornavano.
E allora mia madre mi confessò che sì, i regali li mettevano loro sotto l’albero, ma erano spinti dallo Spirito del Natale. “Lo Spirito del Natale esiste davvero – aggiunse mio padre trasformandosi in un grande elfo saggio – è quello che ci fa stare uniti, allegri, in compagnia dei nostri affetti e con le tavole imbandite”.
Ecco, alla fine non fu molto traumatico scoprire che Babbo Natale non esisteva. In fondo ci arrivai lentamente. E poi riconosco che i miei furono bravi a indorare la pillola.
Lo shock fu scoprire la sera stessa che neanche la Befana esisteva!
Quella non gliela perdonai.
Un aneddoto dal passato
Era il 1897 quando la piccola Virginia O’Hanlon scrisse al New York Sun per farsi spiegare questo misterioso arcano:
“Caro direttore, ho 8 anni. Alcuni dei miei piccoli amici dicono che Babbo Natale non esiste. Papà mi ha detto: se lo scrive il Sun, è così. Per favore, mi dica la verità: Babbo Natale esiste? Virginia O’Hanlon”.
La risposta del giornalista Francis Pharcellus Church venne tradotta in 20 lingue diverse e rimase una tra le più belle lettere su Babbo Natale della storia. Questo è il pezzo che mi piace di più:
“Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste così come esistono l’amore, la generosità e la devozione, e tu sai che abbondano per dare alla tua vita bellezza e gioia. Cielo, come sarebbe triste il mondo se Babbo Natale non esistesse! Sarebbe triste anche se non esistessero delle Virginie. Non ci sarebbe nessuna fede infantile, né poesia, né romanticismo a rendere sopportabile la nostra esistenza. Non avremmo altra gioia se non quella dei sensi e dalla vista. La luce eterna con cui l’infanzia riempie il mondo si spegnerebbe”.
Io non lo so come si fa a dire a un bambino che Babbo Natale non esiste, ma so che siamo in tanti a non sapere esattamente come fare, come se in fondo nessuno si sia mai convinto davvero della sua inesistenza. E questo mi sembra un ottimo modo per dare seguito alla magia.
Se volete raccontarci come lo avete scoperto o avete un suggerimento su come far abituare meglio i bambini alla verità su Babbo Natale, fatecelo sapere nei commenti.
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