Parenti serpenti: sopravvivere al pranzo di Natale
Ah, il Natale! La famiglia riunita, la tavolata allegra e i parenti serpenti! Già, perché il vero sport delle feste non è la tombola, ma la raffica di domande che arrivano su carriera, relazioni amorose, figli e via dicendo. Ad ogni tartina al salmone corrisponde una frecciata sul girovita decisamente troppo morbido quest’anno: “Ti sei data ai fornelli eh?”. “Ma il corso di pilates che ti ho regalato al compleanno l’hai mai frequentato?”. Ad ogni pubblicità sui pannolini è il turno dell’occhio indagatore della zia di terzo grado di tuo padre, che tre, due, uno: “Ma tu un bambino quando lo fai?”.
Parenti serpenti, parenti impiccioni, parenti indiscreti: la musica non cambia mai. Se sei single, la sofferenza è raddoppiata. “Mica andrai avanti con quei gatti per tutta la vita” mi sono sentita ripetere fino a qualche anno fa! “Le tue amiche si sposano e tu passi i weekend ad acquistare croccantini e prenotare toelette” è solo una delle battute ricorrenti che ho dovuto sopportare anno dopo anno. Prima ancora il sermone ha riguardato il lavoro: “Amore di zia, ti sfruttano troppo, dai retta a me…”, “Te lo dicevo io di buttarti su un bel concorso pubblico”. Mentre io avrei voluto buttare tutti di sotto. Felice di aver fatto sempre e solo di testa mai.
Ma i parenti serpenti sfoderano le loro armi migliori sul finale, quando hai la pancia piena e il bicchiere inesorabilmente vuoto. Complice lo stato un po’ alticcio di tutti i commensali, sostanzialmente il lancio dei coltelli avviene sempre per lo stesso motivo: la politica. Da Babbo Natale che porta i doni con la barba bianca e candida, lo zio si trasforma in ministro dell’Economia; da casalinga disperata, la cugina di tua madre assume le sembianze di Angela Merkel. Tu nel frattempo hai un sonno incredibile e guadagni l’ambitissima poltrona rossa più defilata che mai. Un ultimo sorso di champagne e l’immancabile pensiero: “E anche quest’anno…”.