Processo 110 e lode: intervista a Maria Giorgia Vitale
Si è chiuso il processo 110 e lode. Maria Giorgia è tra le 40 persone assolte dopo il primo grado di giudizio. L’inchiesta aperta dalla Procura di Cosenza contestava 72 lauree false nel 2011.
Dopo l’uscita del suo sfogo su diverse testate ho pensato che fosse importante averla anche per i lettori di Distanti Ma Unite.
Ho pensato che ci fossero degli aspetti da mettere in evidenza, oltre il malessere che hanno potuto provare delle persone innocenti per essere state accusate di un fatto che alla fine non sussiste.
Come dice Maria Giorgia nella sua lettera, che potete leggere anche qui, la sua storia ha le sfumature di una sit com, invece è stata vita vissuta ed amara verità:
Cosa ha significato subire un processo giudiziario e anche un processo mediatico?
Sembra scontato, ma è stato come un incubo. Soltanto che è vero e non termina al tuo risveglio. È stato impegnativo, ero totalmente ignara di tutto. Indagini, interrogatorio, processo. Eventi che ho sempre visto nei film e nelle serie tv o letti sui giornali.
Subire un processo quando si è innocenti è mortificante. Ancora più terribile è stato il processo mediatico. Hai presente la gogna medievale? Ecco. Mi hanno fatto salire sul “palco” e da lì il pubblico ha inveito ferocemente contro di me e contro gli altri indagati.
Pensi che la tua vicenda sia imperniata anche di sfumature socio-culturali?
Forse. Probabilmente la sfortuna è stata che è capitato proprio nel campo che più amavo: lo studio.
Avrei voluto scegliere Scienze della Comunicazione, ma c’era un voto mimino di maturità per iscriversi. Ho dovuto ripiegare la mia scelta nel corso di Laurea in Filosofia. Salvo poi scoprire che nel mio Liceo avevano sbagliato a calcolare il mio voto di maturità e quindi avrei avuto il diritto a iscrivermi a Scienze della Comunicazione. Il percorso in Filosofia mi piacque uguale, tanto che avrei voluto provare la carriera da ricercatrice.
Ma mi pongo una domanda da anni: se al Liceo non avessero commesso questo errore, io non sarei stata coinvolta nel Processo 110 e Lode? Sono errori di persone, umane e fallibili in quanto individui. Errori che sono capitati in Calabria e che hanno condizionato me e la mia vita.
Visto che, a causa del covid 19, molti studenti stanno approcciando al mondo universitario in un modo innovativo, legato alla tecnologia soprattutto, pensi che la tua storia possa dare un insegnamento per la loro carriera?
Non saprei, ma me lo auguro. Penso che un fatto così possa capitare a tutti.
In questo momento storico la digitalizzazione ha raggiunto livelli tali che risulta difficile che ciò che mi è capitato possa riaccadere.
Ma mai dire mai…
Spero che la mia testimonianza e quella degli assolti possa far riflettere soprattutto chi è pronto a puntare il dito contro, senza informarsi prima.
Ecco perché secondo me studiare è fondamentale. Ti aiuta a riflettere e a costruire una coscienza critica. E l’università è quel luogo in cui la solidifichi. Almeno così dovrebbe essere.
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