Gli italiani lo fanno meglio
Estro e fantasia. La creatività come simbolo del Made in Italy in tutto il mondo. L’Italia terra ricca di menti creative e coraggiose, che manifestano passione in ogni ambito e settore. Arte, moda, cucina, architettura, sport. Tutto il mondo lo sa. Gli italiani lo fanno meglio. E anche dentro le mura di casa riusciamo a esprimerci bene. Questo periodo dell’anno lo dimostra. Abbellire le nostre abitazioni per il Natale porta in scena emozioni. Sentimenti che reinterpretiamo ogni 365 giorni, con colori e forme diverse. E l’albero rappresenta il fiore all’occhiello dello spettacolo. Grande o piccolo. Multicolore, bianco, viola, blu o semplicemente verde. Puntali, palline, ghirlande, pigne oppure nastri. Piccole opere d’arte plasmate su di noi.
Questo 2020 ha portato alcuni cambiamenti nelle nostre abitudini e anche sul versante albero di Natale si è verificato un piccolo stravolgimento.
Da tradizione il giorno dedicato ad allestire l’albero è l’8 Dicembre, ricorrenza dell’Immacolata Concezione. E invece già da metà novembre, in giro sui social, abbiamo potuto ammirare tantissimi abeti vestiti a festa e luminosi.
E ce ne siamo meravigliati.
Secondo gli psicologi però sembra che addobbare la casa in anticipo aiuti a tornare un po’ bambini e sia tipico di chi è in grado di vivere meglio le proprie emozioni.
I decori riportano all’entusiasmo di quando eravamo piccoli ed eravamo circondati dai sorrisi e dagli abbracci che ora ci riscaldano il cuore. Il Natale racconta della nostra infanzia. Ci ricorda i momenti felici in famiglia.
Crescendo la percezione delle festività cambia. Il nostro stile di vita ci allontana dal bambino che è in noi. Eppure i nostri occhi ancora sono in grado di spalancarsi davanti a qualcosa di straordinario.
In un momento molto delicato per l’Italia e per il mondo intero, da Gubbio è arrivato un messaggio di speranza. E stavolta senza alcun anticipo o stravolgimento rispetto alla tradizione.
Il 7 dicembre alle h. 18,00 è stato acceso, come da consuetudine, un’Albero di Natale originale e straordinario.
E’ dal 1981 che un gruppo di volontari realizza, in occasione delle festività natalizie, quello che è entrato nel Guinness dei primati come l’Albero di Natale più Grande del mondo.
Ogni anno in quella data, nel corso di una manifestazione pubblica, l’Albero viene acceso con una cerimonia che vede coinvolti personaggi dello spettacolo, della politica, della cultura e rappresentati religiosi.
Un’opera imponente. Grande quanto poco meno di trenta campi di calcio. Che sorge alle spalle della splendida città medioevale di Gubbio.
La struttura ha una base di 450 metri, per oltre 750 metri di altezza. Sulle pendici del Monte Ingino sono stati disposti i corpi illuminanti, di vario tipo e colore. Le radici sono piantate nelle mura della città mentre la sua grande stella tocca, in cima alla montagna, la basilica del Patrono di Gubbio, Sant’Ubaldo.
1981 | la prima realizzazione |
1000 mq | la superficie della Stella |
250 | le luci che concorrono a disegnare la stella |
300 | le luci che concorrono a disegnare la sagoma dell’Albero |
400 | le luci multicolori presenti all’interno della sagoma dell’Albero |
7.500 ml | la lunghezza totale dei cavi utilizzati per i collegamenti |
750 ml | l’altezza dell’Albero |
450 ml | la larghezza dell’Albero alla sua base |
1350 | le prese e le spine utilizzate per le connessioni di cavi e punti luce |
53 | i Soci del comitato |
7 | il numero dei membri del Consiglio Direttivo |
1.300 | le ore di lavoro necessarie al montaggio dell’Albero |
35 | i Kw necessari ad accendere tutte le luci |
L’Albero dei primati è composto da più di 700 sorgenti luminose. Di cui oltre 300 i punti luce di colore verde che delineano i contorni dell’albero. E 400 multicolore che illuminano il corpo centrale. Per realizzare l’albero sono state necessarie 1.300 ore di lavoro. L’orario di accensione è dal tramonto fino a tarda notte per tutto il periodo delle feste natalizie.
I due testimonial dell’illuminazione 2020 sono stati il sindaco di Gubbio, Filippo Stirati, e il vescovo della diocesi eugubina, Luciano Paolucci Bedini. Prima di loro, negli anni si sono avvicendate tantissime personalità e nel 2017 l’abete è stato acceso anche dallo Spazio. Dall’astronauta italiano Paolo Nespoli.
Mentre la Stazione Spaziale sorvolava l’Umbria, Nespoli ha inviato il segnale. L’astronauta galleggiava nella sua cabina e nel frattempo accendeva le centinaia di luci che disegnavano il gigantesco abete.
Quest’anno a causa delle restrizioni covid non c’è stata folla e divertimento in piazza. La cerimonia dell’accensione è stata visibile solo attraverso i mezzi di comunicazione e social.
Il momento è stato comunque ricco di suggestione. Per gli eugubini, per gli italiani e per i cittadini del mondo collegati sul web.
Giacomo Marinelli Andreoli, giornalista, scrittore e Direttore di Umbria Tv
Eravamo abituati a una Gubbio presa d’assalto dai turisti. Purtroppo quest’anno per ovvi motivi non è stato possibile. Però il lavoro che compiono i volontari nel realizzare quest’opera ci riempie d’orgoglio. Lo spettacolo di questo maestoso albero è come sempre favoloso.
Vista dall’alto l’opera di Gubbio stupisce adulti e bambini.
La vera sorpresa, oltre alle dimensioni dell’albero, sta nella decorazione più scenografica. La stella di punta, che raggiunge la vetta del monte fino a sfiorare la Basilica di Sant’Ubaldo. E’ grande quanto un campo di calcio!
In un momento così particolare per l’umanità l’Albero di Natale di Gubbio tiene viva la speranza, con la sua luce e il suo calore.
E’ un albero da primato ma con una forte valenza religiosa. Viene acceso infatti il giorno precedente alla festa dell’Immacolata, compatrona di Gubbio. Nel 2014 è stato Papa Francesco ad accenderlo e negli anni c’era già stato Papa Benedetto XVI.
Il 2020 è una passaggio importante per l’albero di Gubbio, che compie 40 anni. Per festeggiarlo è stato realizzato ALBERAIOLI. Un film documentario che celebra il gesto di devozione del gruppo di appassionati eugubini che mettono a disposizione tempo e competenze e si dedicano al compimento dell’albero eugubino, con spirito di vero volontariato.
Non importa cosa trovi sotto l’albero, ma chi trovi intorno.
Stephen Littleword
Gli Alberaioli. I protagonisti che danno vita, ogni anno, a quella che è una vera e propria icona del Natale in tutto il mondo.
.
Questi volontari si sono riuniti dal mese di settembre tutte le domeniche. Hanno sfidato il sole, la pioggia, il freddo. Arrampicandosi sul Monte Ingino, 904 m s.l.m.
Nel film Alberaioli è raccontata la dedizione, l’impegno e la collaborazione.
Persone che lavorano fianco a fianco. Padri e figli, nonni e nipoti.
Nel 1992 gli alberaioli si sono costituiti in Comitato Albero di Natale più grande del mondo. Cinquanta Soci, di cui il più giovane ha 19 anni e il meno giovane 86.
Animati tutti dagli stessi valori. Partecipazione, rispetto e amicizia.
Una tradizione orale da raccontare e tramandare.
Francesco Costantini ha 35 anni. E’ un alberaiolo.
Avevo circa 14 anni la prima volta che sono andato sul monte Ingino con mio padre, anche lui alberaiolo. E’ una passione che si tramanda di padre in figlio.
E dopo mesi di allestimento e duro lavoro finalmente tutto è pronto per l’accensione.
L’aspettiamo come si aspetta quell’amico che manca da tanto tempo e a cui non vedi l’ora di dare un abbraccio. Anche se quest’anno l’atmosfera è diversa dagli anni precedenti. E’ Natale, è festa, eppure non si potrà vivere appieno. Perché la testa va a chi non c’è più e a chi non potrà godersi i festeggiamenti. Non ci saranno i regali da scartare sotto l’albero con tutte le famiglie riunite. Forse sarà un po’ triste. Però l’emozione che ci offre l’albero è sempre la stessa, fortissima e intensa.
Per Francesco l’albero non è solo uno stupendo spettacolo di luci. Al contrario, rappresenta le storie e le vite di chi ha messo la sua firma su quel monte.
Storie di una persona che partiva da Roma per venire a fare l’albero tutte le domeniche. Di umiltà e di allegria. Dello svegliarsi presto la mattina con il freddo che ti morde più del previsto, perché magari hai fatto una notte brava la sera prima. Di sacrifici e di passione. Dello sporcarsi le mani. Storia mia, di mio padre che a circa 15 anni mi tirò giù dal letto una domenica mattina per permettermi di contribuire a questa cosa. Storia del legame che ho con lui, con l’albero. Di quello che mi ha regalato e sta regalando a livello umano.
Perché l’albero non è un io ma un noi.
Un gruppo di persone, unite, che si tramandano cosa significa il fare in silenzio. Ognuno pronto a lavorare duramente per poter riabbracciare l’eugubino in più, come chiamano l’albero a Gubbio.
Il percorso all’interno dell’albero è fiabesco e virtuoso.
Tredici altoparlanti simultaneamente trasmettono le musiche di Natale. Un cammino incantato, la cui energia elettrica necessaria ad illuminarlo è in gran parte ricavata da un impianto “green”. Un fotovoltaico installato sul tetto della sede del Comitato che si occupa della realizzazione. Tutto l’albero è alimentato da luci a basso consumo.
Un paesaggio magico di luci, colori e musica.
L’Albero di Gubbio è un simbolo italiano di cui andare fieri nel mondo e che non lascia indifferenti.
Come sono un vanto anche gli alberi dentro le nostre case, che riescono a commuoverci e a far riemergere quelle sensazioni che a volte la quotidianità tende a offuscare.
Ci regalano stupore, meraviglia e entusiasmo. Ci portano il desiderio di riunirci e stare vicini. E in questo Natale 2020 forse a causa dei divieti, accusiamo le mancanze in modo particolare.
Per vedere la gioia negli occhi dei bambini. Il modo in cui gli anziani sorridono Dice che il Natale non andrà mai via
Christmas Time – Bryan Adams
SEGUI DISTANTI MA UNITE! Se ti è piaciuto l’articolo lascia qui di seguito il tuo commento e partecipa al nostro sondaggio perché La tua opinione conta! E soprattutto non dimenticarti di seguire le nostre pagine social Facebook e Instagram! Ti aspettiamo con un ricco calendario ogni giorno pensato per voi!