8 dicembre, atmosfera natalizia modalità-on.
La pandemia che ci troviamo a vivere è l’ultima “occasione” che viene ad intaccare il periodo più magico dell’anno.
Tralasciando la fede, tema troppo intimo e personale, parliamo dell’atmosfera natalizia ma non di cenoni, pietanze e commensali.
Ho sempre creduto che chi odiasse tutto questo periodo, non avesse quella pace interiore che sa di rinascita e di famiglia, di abbracci e di sorrisi calorosi, sinceri.
Quante critiche e discussioni anche solo su quando è giusto fare l’albero, quando invadere casa di tutti quegli addobbi e luci che solo a guardarli scaldano il cuore.
Sono cresciuta con dei riti ben precisi; per me e le mie sorelle questo periodo era un modo per stare insieme e ritagliarci del tempo tutto per noi. La ricerca del muschio al ruscello vicino casa, l’attenta creazione della scenografia del presepe, dettagliata e mai minimalista.
L’albero alto solo un metro, assolutamente finto e claustrofobico, soffocato da una tonnellata e mezzo di festoni colorati, tutti quelli in nostro possesso, palline di ogni tipo, forma e colore e luci che davano disturbi ottici, tutto in perfetto stile anni 90.
Era un’accozzaglia di roba, la mano creativa era quella di 3 bambine e lo stile era “più ne hai più ne metti”.
Ma quanto ci piaceva!
Poi per lunghi anni mi sono allontanata da casa per studio e lavoro e non ho avuto più l’occasione di dedicarmi a questo.
Appena ho potuto, a casa mia, ho iniziato a rifarlo ma nelle giuste misure (come a recuperare il tempo perso) e soprattutto con gli addobbi personali che ognuno crede più appropriati al proprio stile e abitazione.
Oggi sono tra quelli che ha un albero di due metri e venti centimetri più puntale, presepe gigante artigianale fatto da mio marito, distesa di luci alle tende del soggiorno 3metri per 3, centrotavola con ghirlanda e candela e ghirlanda sul portone. Troppa roba? Non credo.
Non sono quella da camino imbandito, cuscini e renne finte illuminate o pupazzi di neve ma credo ci sia un gusto soggettivo che appaghi gli occhi, il cuore e l’anima.
Perché il Natale è anche questo.
Una magia di luci, di calore e di attesa di abbracci familiari e sguardi amici.
Da quando sono mamma poi, vivo in modo ancora più amplificato tutto questo e se acchitare casa in anticipo allunga il periodo natalizio, ben venga.
Solitamente si sceglie un weekend di brutto tempo, si prende il solito scatolone di addobbi e dell’albero e si dà il via alla playlist natalizia, già casa assume un’altra atmosfera. Dopo un’ora di canzoni Bing Crosby e Michael Bublé diventano due di famiglia.
Mia figlia che si fissa a guardare il rosso e comincia a spelacchiare l’albero con quelle piccole manine, inizia a toccare con l’indice insistentemente tutte le luci.
Ora che c’è lei, anche se ci vuole il triplo del tempo per addobbare casa, la magia che ci regala il vederla felice è essa stessa il Natale. Meraviglioso.
Credo che nessuno abbia il diritto di rovinare nei bambini la magia che emana questo periodo, soprattutto se questo regala sorrisi e serenità.
Nessuna critica, polemica e fredda acidità “uccida” babbo natale e l’atmosfera natalizia, perché Natale è sempre Natale.
E gli unici ad avere la facoltà di distruggere tutto questo, almeno a casa mia, è esclusivamente mia figlia che riesce a smontare ogni cosa. Ahimè.
Come io stessa vi avevo raccontato in un altro articolo sempre sul nostro sito, dal titolo: Se fai una femmina… Dicevano. È più tranquilla del maschio… Dicevano
Vi lascio qualche consiglio utile trovato sul web, come salvaguardare il vostro albero.
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