Il rapporto tra donne e natura nell’ecofemminismo
Oggi voglio parlarvi di Ecofemminismo, una corrente che ho scoperto da poco e che rappresenta perfettamente le mie due anime di femminista e ambientalista.
Mercoledì (il 25 novembre) era la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Le mie colleghe di Distanti ma Unite hanno trattato molto in questi giorni con i loro pezzi il tema della violenza di genere.
Poiché si tratta di un argomento a me molto caro, ne voglio parlare anche io, ma come sempre in chiave più green.
I legami tra Donna e Natura sono molteplici e risalgono fino all’antichità. Leggendo il libro di Vicky Noble “Il risveglio della dea”, che a sua volta si rifà agli studi dell’archeologa e linguista Marija Gimbutas, ho scoperto che più di 5000mila anni fa gli esseri umani erano organizzati in società matriarcali (o matristiche). In queste civiltà le donne ricoprivano ruoli di prestigio e di guida e tutta la comunità viveva in perfetto equilibrio e connessione con la Madre Terra e tutti gli esseri viventi. Non esistevano gli stupri, la guerra, la schiavitù, gli omicidi e i femminicidi e neanche le forme di violenza generalizzata a cui siamo purtroppo abituati oggi. Poi è arrivato il Patriarcato a rovinare tutto.
L’ARRIVO DEL PATRIARCATO
Circa cinquemila anni fa invasori nomadi patristici spazzarono via con forza e violenza le civiltà matriarcali di tutto il mondo (ci sono studi di archeologia e antropologia che ne dimostrano l’esistenza in diverse aree del Pianeta). Al loro posto subentrarono governi e gerarchie, il potere nelle mani di pochi, le guerre, la violenza, il dominio maschile, l’oppressione della donna e l’idea di superiorità rispetto alla Natura e agli animali. Iniziò allora l’era del Patriarcato.
Gli uomini ridussero le donne a loro proprietà con la forza, in modo da poter controllare loro e il loro comportamento sessuale. Se ci pensate bene le cose oggi (purtroppo) non sono poi così tanto cambiate.
Sulla rape culture ha scritto un pezzo anche Paola Proietti “La cultura dello stupro e la sua morale“.
La cultura dello stupro (rape culture) si fonda sulla cultura patriarcale.
Le ingiustizie, le sopraffazioni, le violenze, le molestie, gli stupri e le uccisioni che subiscono ancora oggi le donne di tutto il mondo sono conseguenze della cultura patriarcale.
La nostra società è una società patriarcale.
IL PATRIARCATO CONTRO LA NATURA
Il patriarcato, con la sua cultura dominante e la sua violenza, sarebbe direttamente connesso anche con la progressiva distruzione del nostro Pianeta.
Lo scienziato radicale James De Meo considera il processo di desertificazione una conseguenza diretta dei tratti peggiori delle civiltà moderne, basate sulla cultura patriarcale. Secondo De Meo le società patriarcali si svilupparono in quelle zone del Pianeta dove stava avvenendo un cambiamento climatico e dove la terra da fertile stava diventando sterile.
Il legame tra dominazione sulle donne e dominazione sulla natura è alla base delle teorie ecofemministe.
L’ECOFEMMINISMO
L’ecofemminismo è un movimento che studia e analizza il nesso tra violenza sulle donne e violenza sulla natura e gli animali. Il termine ecofemminismo (dal francese écoféminisme) è stato coniato nel 1974 da Françoise d’Eaubonne, ma il movimento e il suo pensiero specifico sono nati in America alla fine degli anni ‘70 .
Le esponenti del movimento ecofemminista indagano le connessioni esistenti tra il sessismo e altre due forti espressioni del dominio umano/maschile: la discriminazione degli animali e l’abuso delle risorse naturali.
Secondo le ecofemministe la subordinazione delle donne e la distruzione dell’ambiente sono legate tra loro. Entrambe dipendono dall’ideologia patriarcale che si fonda sul dominio di soggetti considerati superiori su soggetti considerati inferiori: l’uomo sulla donna, gli esseri umani sugli animali, la tecnologia sulla natura, il bianco sul nero.
Non si possono quindi, secondo la corrente ecofemminista, affrontare e risolvere problematiche come la distruzione della Natura, i cambiamenti climatici e l’inquinamento senza occuparsi contemporaneamente anche della questione della violenza di genere.
Se siete interessat* all’argomento vi consiglio di leggere il testo di Carolyn Merchant, La morte della natura. Donne, ecologia, rivoluzione scientifica (1980), considerato una sorta di Bibbia del femminismo ecologico o ecofemminismo.
ECOLOGIST* E FEMMINIST*
Essere ambientalist* significa pensare e agire in nome della tutela, della salvaguardia e del miglioramento dell’ambiente naturale.
Essere femminist* significa pensare e agire in nome della parità di diritti tra donne e uomini.
In entrambi i casi il fine è costruire un mondo dove essere tutt* più san*, felic* e liber*.
Come scrive la scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie DOVREMMO ESSERE TUTT* FEMMINIST*.
Io aggiungo… dovremmo essere tutt* ECOFEMMINIST*.
Se avete voglia di dirmi cosa ne pensate lasciate un commento sotto, perché La tua opinione conta!