Come si fa un trasloco in poche mosse
Io questo non lo so. Ma qualche settimana fa mi sarebbe stato utile sapere come si fa un trasloco in poche mosse, preferibilmente quelle giuste. Perché anche io l’ho fatto in poche mosse ma quasi tutte sbagliate. Il primo errore è stato sottovalutare la quantità di beni (e mali) accumulati in questi quattro anni a Milano.
Mi sono sempre vantata di essere una che si sa moderare con gli acquisti, capace di contenere in questo quasi lustro ogni smania di abbellimento e arredamento con ninnoli e suppellettili inutili. Quelli che ho sempre tenuto a riempire sono gli scaffali della dispensa e gli scomparti del frigorifero, del resto non mi sono preoccupata. Infatti ero pronta per i casting di Vite al Limite e mai avrei pensato di poter concorrere come leva promettente per Sepolti in casa, o meglio, in camera.
Comunque alla vigilia del primo giorno di trasloco ho stilato mentalmente un elenco delle priorità, oggetti che avrebbero avuto la precedenza e sarebbero entrati per primi in pompa magna nella nuova dimora. Bene, bottiglie di vino e calici hanno vinto. Sul podio insieme a pacchi di pasta. I miei valori, anche nei momenti di crisi e di caos, restano saldi: alcol e carboidrati sempre con me, ovunque andrò.
Questa che doveva essere una grande opportunità per un proficuo decluttering si è trasformata in una sorta di censimento e ricognizione di roba che non sapevo nemmeno di avere. Mi ero ripromessa di disfarmi di tutto ciò che non uso o ciò di cui ho abusato e che adesso è in fase di decomposizione nell’armadio. E invece no, anche stavolta i brandelli logori di un vecchio parka hanno passato le selezioni e sono arrivati in finale nel nuovo appartamento.
E voi cosa non avete avuto il coraggio di buttare durante un trasloco? Ditecelo nei commenti!
Perché poi, dai, quel modellino di nave da crociera, delicatissimo gadget di un viaggio stampa, in piombo placcato rodio, potrà un giorno servirmi. O no? Non si sa mai. Spero solo non balzi agli onori della cronaca come arma del delitto, anche se ne ha tutte le qualità.
Il trasloco è comunque un’occasione in cui ho la cristallina conferma di quanto io sia sprovvista di diligenza e criterio nel confezionare, impacchettare, sigillare. Tutta mia madre. Non c’è stato un solo scatolone giunto chiuso e integro a destinazione. Credo che gli inquilini del palazzo che ho lasciato conoscano ormai il mio guardaroba invernale, giacché nell’atto di riporla in macchina la scatola con i vestiti si è aperta e ho dovuto recuperare i miei capi dal selciato. Ho sfoderato il mio campionario di imprecazioni. Tutta mio padre.
Comunque in questo trasloco ci sono stati anche momenti piacevoli, anzi esagero, da sballo. Le ultime cose le ho trasferite approfittando del car sharing. Entro in macchina e mi investe questo odore pazzesco. Ora, non pratico da un bel po’ di tempo ormai, ma quel profumo non si dimentica. Erba, intensa e vivace. E, a naso, direi di qualità. E’ stato un viaggio rasserenante. Che poi se ti rilassi un attimo vedi tutto più bello.
Ma sai che il gadget della nave è davvero raffinato?!
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