La Natura è maestra di Resilienza!
La Resilienza è per definizione la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi e la stessa cosa vale, in senso figurato, anche per l’essere umano. Maestra d’eccellenza di resilienza è ovviamente Madre Natura, da cui noi abbiamo sempre tanto da imparare.
In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.
Già solo questa definizione di wikipedia non vi fa amare alla follia il concetto di resilienza? A me moltissimo.
Ho scoperto questa parola e il suo significato solo l’anno scorso e l’ho sperimentata sulla mia pelle in questo 2020 così.. diverso (diciamo diverso dai…).
QUANDO HO IMPARATO LA RESILIENZA
Ripercorrendo mentalmente la mia vita mi rendo conto di essere sempre stata molto forte e piena di risorse, ma solo con l’esperienza del lockdown dei mesi scorsi e dell’isolamento di queste ultime 3 settimane posso dire a gran voce di essere una persona resiliente.
Sì, perché mi sono trovata a vivere un’esperienza alienante e soffocante che è in netto contrasto con la mia natura libera e dinamica. E sono comunque riuscita a stare bene e a trarne dei vantaggi.
Stare chiusa in una casa di 40mq per più di 3 settimane, con come unico spazio esterno un piccolo balcone e unico affaccio il muro della casa di fronte è stato tremendo e soffocante. Io che amo stare all’aria aperta e in mezzo alla Natura e adoro camminare per ore mi sono sentita imprigionata in una gabbia. E mai come ora ho capito quanto soffrono i poveri animali negli allevamenti intensivi e si è rafforzata la mia volontà di limitare al massimo il consumo di carne e derivati animali. Ci sono stati giorni di grande nervosismo e frustrazione, fino a quando è scattato qualcosa dentro di me.
IL PUNTO DI SVOLTA
C’è stato un giorno in cui mi sono ricordata di due insegnamenti che provengono da culture millenarie orientali. Il primo è che tutto è impermanente, ha un inizio e una fine. L’altro è che quando non puoi cambiare qualcosa perché non dipende da te, puoi sempre cambiare il modo in cui reagisci e ti rapporti ad essa.
Quindi anche se lungo l’isolamento sarebbe terminato e stava a me prendere tutto ciò che c’era di buono da questa esperienza.
LA MIA RESILIENZA
In primis ho sfruttato al massimo tutto il tempo a mia disposizione per leggere, studiare, portare avanti i miei progetti lavorativi e seguire i corsi online a cui sono iscritta.
In secondo luogo ho messo in atto tutta una serie di espedienti per ricaricare la mia energia. Ho trascorso più tempo possibile sul balcone respirando a pieni polmoni, guardando il cielo e prendendomi un po’ di sole almeno 30/40 minuti al giorno. Cosa che dovremmo fare tutt* sempre. La luce del sole infatti aiuta il nostro corpo a produrre la vitamina D fondamentale, tra le altre cose, per le nostra ossa, per il sistema immunitario e nella prevenzione di diverse patologie.
Ma come risolvere l’impossibilità di camminare? Facile… Ho passato le ore a passeggiare avanti e indietro lungo il balcone, esattamente come un piccione. Ho sfruttato ogni centimetro di quei 5 metri a disposizione, riuscendo anche a percorrere 3 km e mezzo in un giorno. Cioè scusate ma riuscire a camminare per 3 km e mezzo con a disposizione solo 5 metri di balcone secondo me è da Guinness dei primati, non credete? Secondo me questa è una grande prova di resilienza!!
E poi ho instaurato un rapporto molto intimo con la poca natura a disposizione, ossia le piante del mio balcone. Le ho accarezzate, annusate, osservate per ore e ho parlato con loro, ringraziandole per il benessere che mi stavano dando. Insomma un misto tra una folle e una stalker. Ah ovviamente le ho anche annaffiate eh!
LA NATURA CI INSEGNA LA RESILIENZA
Ovviamente questa mia prova di resilienza non è nulla in confronto a quello che devono affrontare tante persone nelle loro vite, trovando risorse incredibili con le quali rinascere dalle ceneri. E soprattutto non è nulla rispetto alle miriadi di forme di resilienza che Madre Natura ha messo in atto da sempre. Spesso purtroppo proprio per resistere alla distruzione che l’essere umano attua quotidianamente nei suoi confronti.
La resilienza della Natura la si può vedere nei ciuffi d’erba e nei fiori che riescono a crescere tra il cemento, nelle piante e negli alberi che continuano a vivere anche senza acqua e cure e nella vegetazione che rinasce e cresce ancora più rigogliosa dopo un incendio devastante.
Uno degli esempi di resilienza del mondo naturale che più mi ha colpito è il caso di Fukushima, che ho scoperto leggendo un articolo del blog Mangia Vivi Viaggia di Gianluca Gotto.
Nel 2011 a Fukushima in Giappone si è verificato uno dei più gravi incidenti nucleari della storia. Da allora la zona del disastro è stata interdetta agli esseri umani e per anni nessuno ha avuto idea delle condizioni in cui fosse l’area.
Fino a quando il fotografo polacco Akadiusz Podniesinski ha realizzato un servizio fotografico in loco, mostrando al mondo di cosa è capace la natura.
Tutto ciò che era stato distrutto dal disastro nucleare apparteneva all’essere umano (auto, case, oggetti). La Natura invece ha attuato un’incredibile azione di resilienza, non solo continuando a vivere, ma prosperando in modo ancora più rigoglioso.
IMPARIAMO AD ESSERE RESILIENTI
E dalla Natura noi dobbiamo imparare ad essere resilient*. Siamo in possesso di forze e risorse straordinarie, che troppo spesso ci dimentichiamo di avere o usiamo in modo negativo. Qualsiasi cosa ci accada nella vita, possiamo reagire e rinascere più fort* di prima. Ancora una volta la Natura è maestra di Vita!