Restituire il futuro
Avete mai pensato al futuro? Si, proprio ora, ora che tutto il mondo si sta riconfinando dentro casa. Restituire il futuro soprattutto ai bambini.
Anche qui in Svizzera la situazione è drammatica: Ginevra conta più di 1300 contagiati al giorno. Su una popolazione di 250mila abitanti, capite bene il peso di questo numero.
Pensare al futuro oggi mi riesce difficile.
Passeremo il mese di novembre chiusi dentro casa e dobbiamo appellarci a tutte le nostre forze per guardare a giorni migliori. Per chi ha bambini come me, però, la visione è doppia.
Come hanno reagito i bambini alla prima ondata di Covid? O meglio, quali conseguenze hanno avuto su di loro le misure intraprese? Se ne è parlato tantissimo perché per i genitori l’aspetto emotivo dei figli è stato per certi versi, difficile da affrontare.
Restituire il futuro è il terzo rapporto sul maltrattamento all’infanzia in Italia curato dal Cesvi presentato nei giorni scorsi. Qui potete trovare info. Tra i risultati emersi, intervistando diversi operatori dei servizi sociali di diversi territori su come bambini e adulti hanno risposto alla pandemia, emerge che il Covid 19 ha provocato una vera emergenza di cura.
«I bambini hanno reagito molto bene finora», ha spiegato illustrando il rapporto Giovanna Badalassi, economista e ricercatrice, anche se ogni parte d’Italia ha reagito in maniera diversa. Al nord ad esempio c’era meno apprensione per la situazione economica rispetto al Sud.
In sostanza, chi aveva una situazione stabile, sia familiare sia economica, è riuscita a mantenere, economicamente e moralmente la stabilità. Chi era in difficoltà prima ha avuto più problemi, in molti casi peggiorando la situazione.
«Alcuni operatori -ha dichiarato Badalassi – riferiscono delle risposte psicosomatiche già in atto nei bambini, come la difficoltà a deglutire. Tutti riportano che ci sarà bisogno di maggiore assistenza e si aspettano un peggioramento della salute mentale di tutti, bambini e genitori».
In particolare, il rapporto ha indagato i fattori di rischio che possono inquinare i contesti in cui vivono i bambini nelle diverse regioni raggruppando 64 indicatori. In cima alla classifica, per i servizi offerti, le regioni del Nord, in particolare Trentino, Friuli Venezia Giulia, Veneto; a quelle del sud – Sardegna, Basilicata, Puglia – le ultime posizioni.
Certo, un secondo confinamento può essere devastante per molte situazioni. La cura delle famiglie in Italia è ancora lenta e mai come in questo periodo è necessario trovare delle soluzioni rapide ed efficaci.
Bonetti ha annunciato anche l’istituzione dell’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza e un gruppo specifico coordinato dalla sociologa Chiara Saraceno per avere indicazioni di carattere pedagogico e individuare i processi degenerativi. «Bisogna dare alle famiglie strumenti di auto narrazione e comprensione dei segnali – ha concluso. Sono processi che vanno intercettati prima e in via preventiva per avviare percorsi e dare la sensazione che ci sia una comunità».
Certo è che la normalità di questi tempi è la base per avere un futuro.