Tutt* a tavola con sostenibilità e consapevolezza
Sostenibilità e consapevolezza sono due parole chiave di questa rubrica e due dei mantra che devono ispirare ogni nostra azione quotidiana, a cominciare da ciò che portiamo a tavola.
Uno degli ambiti della nostra vita infatti in cui siamo più inconsapevoli delle nostre scelte quotidiane è quello del cibo.
Nella società della fretta e del consumismo sfrenato, siamo mal abituati a consumare tutto e subito anche a tavola. Non rispettiamo più le stagioni e il naturale alternarsi dei frutti della terra, pretendendo di mangiare i pomodori in pieno inverno e le arance d’estate. Abbiamo smesso di prenderci cura di noi e della nostra salute attraverso la cura e l’attenzione della nostra alimentazione. Mangiamo prodotti senza avere la minima idea di cosa siano, che cosa contengano e da dove vengano. E spesso ingurgitiamo cibo senza godere appieno di questo momento magico, per il quale dovremmo prenderci il giusto tempo.
Mangiare che passione!
Mangiare per me è una delle cose più belle della vita, lo è sempre stato e ultimamente lo è ancora di più. Questo perché sto acquisendo giorno dopo giorno una consapevolezza nuova del valore che ha il cibo che assumo, sia in termini di energie sottili, sia come sostanze nutritive che nel suo impatto ambientale.
Sono sempre stata onnivora, ma ultimamente sto prediligendo una dieta prevalentemente vegetariana. Essendo uno spirito libero, non me la sento (ancora) di infilarmi in una categoria precisa e che so che mi starebbe stretta. Per ora ho deciso che resterò una onnivora che sceglie il suo cibo con consapevolezza e amore, sia di me stessa e della mia salute, sia del Pianeta e degli animali.
Fare la spesa
E’ proprio in quest’ottica di sostenibilità che è profondamente cambiato il mio modo di fare la spesa.
Ho ripreso da un anno a questa parte un’abitudine sana che mi avevano insegnato i miei genitori, ma che avevo erroneamente abbandonato nei miei primi anni di vita romana. Ossia andare a fare la spesa al mercato ortofrutticolo.
Quando ancora vivevo a Padova (la mia città d’origine) andavo sempre e solo a comprare la frutta e la verdura fresche e di stagione al mercato che ogni giorno anima le piazze del centro storico patavino. Meglio ancora se i prodotti provenivano direttamente dagli orti dei venditori. Era normale e scontato per me e ringrazio i miei genitori per avermi insegnato a farlo.
Poi però mi sono trasferita nella capitale, ero una studentessa fuori sede prima e poi una giovane lavoratrice a partita iva che per mantenersi doveva fare 5 diversi lavori. Ero pigra prima e mi sembrava di non avere più tempo poi. E così ho smarrito la retta via della sostenibilità. Ho messo da parte tutti i buoni insegnamenti che avevo avuto e ho cominciato a frequentare solo i supermercati, comprando i vegetali soffocati da chili di plastica e chelophane. Che la Madre Terra mi perdoni!
Ok, era per alleggerire un po’ (altrimenti che palle st* ambientalist*), però sono molto seria. Chiedo perdono al nostro meraviglioso Pianeta per tutti i rifiuti inutili che ho contribuito a creare e per aver dimenticato che mangiare sano significa anche rispettare la Natura.
La svolta
Un anno e mezzo fa grazie ad un’esperienza lavorativa disastrosa dal punto di vista personale, ma fondamentale per quello personale, ho iniziato un percorso di cambiamento profondo, che mi ha portato a rivedere scelte di vita e piccole azioni quotidiane, in un’ottica di sostenibilità e consapevolezza. Anche a tavola!
Ho cominciato a interessarmi del cibo che compro e mangio: cosa contiene, che effetti ha sulla mia salute, da dove viene, chi lo ha prodotto, quanti chilometri ha percorso per arrivare da me, quanto impattante è sull’ambiente e così via.
Ho smesso di comprare frutta e verdura al supermercato e contenute nella plastica e vi invito caldamente a fare lo stesso, perché sono estremamente inquinanti a causa del packaging da smaltire. L’insalata in busta soprattutto è il male assoluto, non solo per l’inquinamento incredibile che produce tra plastica e quantità di acqua consumate per lavare il prodotto. Ma anche per i batteri nocivi per la nostra salute che si formano all’interno delle buste. Per non dimenticare i costi molto più elevati.
Alimentazione sana e sostenibile
Sono tornata a comprare prodotti freschi e di stagione, rispettando la circolarità della Natura, andando al mercato ortofrutticolo e prediligendo i banchi gestiti dai contadini che vendono direttamente ciò che coltivano. A volte acquisto anche tramite il GAS, il gruppo d’acquisto solidale, ma questa è un’altra storia che vi racconterò presto.
Come dicevo prima ho un’alimentazione prevalentemente vegetariana, che si basa su un grandissimo consumo di verdure, frutta, cereali e legumi. Ho quasi eliminato del tutto la carne e limitato il pesce e i formaggi a quando vado al ristorante.
Questo perché è stato ampiamente dimostrato che una dieta vegetariana ben calibrata è lo stile alimentare più sano per il nostro corpo e meno impattante per l’ambiente.
” Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana”
(Albert Einstein – fisico e filosofo tedesco)
Avrei ancora tante cose da condividere con voi, ma mi sono già dilungata troppo, quindi vi saluto con una carrellata dei prodotti della terra che offre Madre Natura in questo meraviglioso primo mese autunnale.
Questa immagine l’ho presa dal profilo IG di Andrea Green Coach, che vi consiglio di seguire, per leggere e scoprire curiosità e informazioni per una dieta più sana e sostenibile.
E ora tutt* a tavola con sostenibilità e consapevolezza!