Città o campagna? L’eterna sfida sul luogo in cui si vive meglio
C’è chi sostiene che in città, soprattutto in alcune città italiane come, purtroppo, ahimè, la Capitale, stia diventando impossibile vivere.
E come dargli torto?
Traffico, caro vita, inquinamento acustico, ambientale, alimentare, emozionale. Insomma, Roma è un delirio e lo posso confermare. Altre grandi città, a detta di qualche amico metropolitano, costringono comunque ad una vita stressante, ma forse non hanno il livello di invivibilità della Città Eterna.
L’alternativa ai ritmi estenuanti delle metropoli, almeno nell’immaginario collettivo, resta la campagna, con i suoi paesini di provincia, le sue vaste aree non ancora edificate, il silenzio della sera e l’aria decisamente più respirabile.
Scelte più estreme non raggiungono una casistica tale da entrare in graduatoria. Voglio dire: c’è pure chi molla tutto e va a vivere nei boschi o a fare l’eremita sulle montagne, e forse in questo periodo sono in aumento, ma qui si parla di scelte che comunque garantiscono una discreta vita sociale nonostante l’epoca del distanziamento.
Quindi resta il bivio tra vivere in città, dove ci sono più possibilità di trovare un lavoro, fare carriera, andare alle mostre, vedere film, fare shopping e sentirsi al centro del mondo oppure vivere in piccole province, dove la vita scorre a misura d’uomo, le pause pranzo durano tre ore e i pomodori sanno di pomodori.
Vivere in città
I pregi del vivere in una metropoli li abbiamo accennati poco sopra. Sicuramente ci sono molte più occasioni di lavoro, la sanità e l’istruzione sono all’avanguardia rispetto alle città di provincia. Ci sono più servizi e più gente, quindi più chance per trovare, perchè no, anche l’amore.
Ovviamente il rovescio della medaglia è sotto gli occhi di tutti e per non sembrare ridondanti non lo menzioneremo nuovamente. Non si può stare sempre a parlare di traffico, smog, monnezza, mezzi pubblici scarsi… Ops.
Vivere in campagna
La prima cosa che viene in mente è la classica “vita tranquilla”, fatta di uccellini che ti svegliano al mattino, pane fatto in casa, e serate passate a guardare le stelle in veranda. Bello. Ma nessuno pensa mai che campagna vuol dire pure vivere sotto assedio di mosche, zanzare, moscerini, gechi, cimici e altri animali apparentemente innocui, ma che alla fine ti stressano quasi quanto la coda di tre chilometri al semaforo.
Quindi che si fa? Beh, ognuno ovviamente sceglierà in base alle proprie esigenze e anche a quello che la vita gli proporrà. In linea di massima si può stabilire che in gioventù la città attira molto di più, mentre per la terza età si predilige un luogo meno caotico dove trascorrere la pensione.
Ma questo è solo un cliché e forse la scelta non è necessaria, anzi.
Forse non scegliere è proprio la risposta alla domanda posta in apertura. Forse il segreto è vivere in città per un po’, ma lasciarla prima che ti esaurisca e vivere in campagna per un po’, ma lasciarla prima che ti intorpidisca.