Motivi per odiare l’estate (ma solo perché sta finendo)
Partiamo dal presupposto che io “cerco l’estate tutto l’anno”, sì proprio come Adriano. E quando arriva, sono felicissima di godermela al massimo. Che sia in città prima delle ferie oppure in vacanza, il mio stato d’animo è uno: sono felice. Non soffro eccessivamente il caldo, non me ne lamento, non sono di quelli che senza tre docce al giorno non sanno sopravvivere. Non odio l’insistenza delle cicale (anche se ogni tanto una mezza idea di munirmi di fionda mi sarebbe anche venuta) e neanche quella della mia farmacista, che vorrebbe rifilarmi ogni giorno un nuovo abbronzante.
E il problema forse è proprio questo. Non riuscendo a trovare mezzo difetto a questa stagione, mi sono imposta di farlo. Semplicemente per giocare d’anticipo ed evitare di ritrovarmi tra pochi in giorni in preda ad una depressione da “rientro” che smaltirò, se tutto va bene, a Natale.
Innanzitutto l’estate è una manutenzione continua. Non si può saltare manco mezza ceretta, dimenticare il rasoio o non mettere lo smalto sui piedi. In aggiunta al fatto che non si sa mai come vestirsi. “Basta un paio di pantaloncini” direte voi. Sì, magari al mare. Ma finché si resta in città? Chi glielo spiega al capo che vorresti disintegrare la camicetta di seta e presentarti in ufficio con le infradito? Non si può fare. E mantenere le sembianze di “signorina per bene” è davvero impegnativo, quando l’alone di sudore ti minaccia di continuo ed hai le gambe talmente bianche che mettere una gonna è praticamente impossibile.
Zanzare. Quegli esserini minuscoli così fastidiosi da trasformare in serial killer anche me, che degli animali sono innamorata e sto attenta a non schiacciare neanche le formiche. Instagram poi è (quasi) peggio delle zanzare. Si comincia con la sagra delle cosce stese sul lettino, si prosegue con gli scatti delle braccia alzate al cielo, si finisce con gli zoom sui bikini strizzati nel fondo schiena. Tutti felici e contenti, a cavallo di unicorni gonfiabili fucsia, poeti improvvisati di fronte ad albe e tramonti sul mare, per poi finire con la didascalia “l’estate non è una stagione, è uno stato d’animo”. Come no. Ne riparliamo a dicembre con tre gradi sotto zero.
Discorso a parte vale per il make up. Che potremmo sintetizzare così: 40 minuti di tutorial su YouTube con Clio per vedere la matita colare a picco in un secondo, liquefatta più del burro, quando lo lasci troppo sul gas. E per finire in bellezza non dimentichiamoci il fatidico “che fai a Ferragosto?”. Più fastidioso della sabbia che ti si appiccica tra le dita dei piedi. Più stressante del cambio di stagione. Più inopportuno della pioggia a mezzogiorno mentre prendi il sole. Non era già sufficiente il “che fai a Capodanno?”.
Il vantaggio di lavorare in famiglia, niente obblighi per il vestiario…oddio il buonsenso mi impone di non mettermi shorts ed effettivamente il lato cerette & in estate è meno divertente rispetto all’inverno…Ecco io per quest’anno non mi sono lamentata del caldo, ma è stato troppo anche per me…però l’estate è bella!!!