Le vacanze dopo i 30 anni
A 20 anni sono tornata da Malta con un piercing all’ombelico. A 21 anni ho ballato fino all’alba in ogni discoteca di Ibiza. A 22 anni ho fatto la stessa identica cosa, ma a Mykonos. Poi è stata la volta di Formentera, di Porto Rotondo, di Palma di Mallorca e di Fuerteventura. Ad un certo punto il mare e la quiete di Favignana mi sono sembrati decisamente più piacevoli. Il tramonto di Zante più rilassante. Il silenzio di Minorca un paradiso. Ed allora ho capito di essere diventata veramente grande.
Parliamoci chiaro: erano belli, anzi bellissimi, i tempi in cui bastava un bagaglio a mano con dentro le prime cose che capitavano a tiro, un alberghetto da poche pretese, un motorino, due caschi ed un cornetto all’alba per riprendersi dalla serata ad alto tasso alcolico. Io a 20 anni il mare non lo vedevo praticamente mai. Tornavo così bianca da quei viaggi con le amiche che i miei genitori si domandavano se davvero fossi stata in Spagna o se piuttosto non avessi optato per un mese di meditazione buddhista su qualche montagna sperduta nel mondo.
Ora invece la programmazione di ogni viaggio comincia con almeno tre mesi d’anticipo: la pianificazione è fondamentale. L’hotel è vicino alla spiaggia? (dopo un anno di lavoro vedi un po’ che mi tocca fare i chilometri a piedi). La camera è con vista mare? (con quello che si paga, pensa te se mi accontento della vista cortile!) Chissà come si mangia? (e giù a leggere TripAdvisor neanche fosse la Bibbia secondo Carlo Cracco). Noleggiamo una macchina? (il motorino non va più bene, mi si guasta la piega e poi di sera al mare tira sempre un po’ di vento, non si sa mai per la cervicale). Prendo la protezione 30 o la 50? (prendiamole entrambe che con il sole la pelle si rovina, poi mi vengono le rughe e allora come si fa?!).
La vacanza vera e propria procede generalmente di pari passo. Una “routine” tutta nuova, della quale non ti sei nemmeno accorta, ma che adesso è imprescindibile per far sì che vada tutto bene. Di sera il massimo dell’ambizione è un ristorantino appartato, magari con vista panoramica, al quale segue una passeggiata “per digerire”. Durante la cena mai oltrepassare la soglia di UN bicchiere di vino (poi mi gira la testa, domani mattina chi si alza?!). Certo, perché al mare si va presto. Sennò poi le file davanti sono tutte occupate e comunque a mezzogiorno fa troppo caldo. Metti la crema, metti lo stick per gli occhi che le zampe di gallina sono dietro l’angolo, spruzza lo spray sui capelli che sennò diventano secchi. E vai avanti così per 14 giorni o quelli che sono. Con (forse) un’unica ed immensa soddisfazione: dopo i trent’anni torni dal mare così abbronzato che Carlo Conti in confronto è un principiante!
Ho capito di essere entrata nell’età adulta non solo per la quiete, su quelli sono nata già vecchia…ma perché ho iniziato a usare creme solari, dopo sole e soprattutto a prendere il sole un po’per volta,… però si anche io pretenderei l’albero di fronte al mare