Allenarsi d’estate: buon senso o follia?
E’ agosto. Ho ufficialmente mollato la palestra. Non per sempre, sia chiaro, ma questo mese per me vuol dire solo una cosa: vacanze. Le ultime sessioni d’allenamento sono state massacranti: 40 gradi all’ombra, aria condizionata spenta e l’insegnante che sembrava la reincarnazione del comandante dei Marines americani. Corri, dai, salta, ancora, resisti, non fermarti. E intanto io ero un bagno di sudore, le guance paonazze, i capelli da strizzare e la pressione sotto alle suole delle scarpe. Ho resistito (quasi) fino all’ultima lezione poi ho detto basta. Se ne riparla a settembre. Senza sensi di colpa per la prova costume e senza il timore che il sedere possa improvvisamente “cadere”. Che tanto quest’anno persino Sara Sampaio è ingrassata ben 8 chili quindi possiamo stare tutte tranquille.
D’estate allenarsi dovrebbe essere illegale. Pura follia. Ogni volta che in uno stabilimento balneare vedo una palestra a cielo aperto e la gente che si allena, vorrei andare a prendere a sberle tutti quanti, uno per uno. Per non parlare di quelli che si svegliano all’alba per andare a correre sulla sabbia. Che poi fa anche male. O peggio ancora ci vanno quando il sole tramonta. E invece di godersi lo spettacolo del sole che scivola nell’acqua con un bel Mojito in mano, percorrono non so quanti chilometri, neanche fossero dei mezzofondisti kenioti in piena crisi d’identità.
Il decalogo del fitness addicted recita quanto segue: “il fisico si costruisce da settembre a giugno e non il contrario”. Quindi rilassatevi. E godetevi le vacanze. Al resto ci penserete al rientro, quando comincerete a lamentarvi del fatto che non avete alcuna voglia d’iscrivervi in palestra e rimanderete il tutto al mese successivo. Che poi diventerà l’anno nuovo. Che poi diventerà Pasqua e poi diventerà un’altra volta settembre. Nel frattempo concedetevi una nuotata distensiva o una silenziosa passeggiata in montagna. Che non saranno l’equivalente di un’ora di crossfit, ma volete mettere quanta soddisfazione dà un po’ di dolce far niente?