La casa è dove c’è il cuore ma anche la mente.
Come tutti gli expat, la nostalgia di casa è sempre in agguato. Nel mio caso ammetto che la lontananza non è poi così grande: la Svizzera è geograficamente vicina e rispetto a molte mamme che conosco che vivono in Australia, Stati Uniti o Nuova Zelanda, non posso proprio lamentarmi.
Però la sensazione, credetemi, è la stessa per tutti. Sei comunque lontano dai tuoi affetti principali dove io metto anche la mia città, Roma. Io ho un rapporto viscerale con Roma. Quando sono fuori, tra gli altri, mi manca anche lei.
Per questo, una delle prime cose che faccio quando torno è farmi un giro al centro. Il Colosseo è sempre una delle mie tappe preferite. Lo so, può sembrare stupido, però io ho bisogno di stare fisicamente in contatto con Roma. E’ un fatto di cuore ma anche di testa.
Quest’anno è stato particolare: la nostalgia è stata accentuata anche dalla paura di avere i miei cari lontano e sapere di non poterli raggiungere. I confini chiusi tra gli Stati a causa del Covid-19 hanno incrementato a dismisura la nostalgia. Sapere di non avere la libertà di “correre a casa” in qualunque momento, per me è stato mentalmente devastante. Il ritorno per le vacanze estive quest’anno ha avuto un sapore diverso. Mettere piede finalmente a Roma dopo 6 mesi (sono andata via il 4 gennaio e tornata il 4 luglio) è stato liberatorio.
La mia famiglia, Roma sono i miei luoghi del cuore. Sono quelli dove mi rifugio per stare al sicuro. E’ casa mia. Nessuna città o luogo al mondo dove vivrò mi darà mai questa sensazione di sicurezza e di amore. Però, proprio a causa di questa pandemia, ho scoperto che il cuore va a braccetto anche con la mente. Mi spiego meglio.
C’è una casa in Umbria che è la casa di famiglia. Realizzata negli ultimi 20 anni, mio padre ci ha messo anima e cuore per costruirla, nel tempo è diventata il nostro rifugio. Durante il periodo di confinamento, l’unica cosa che avrei voluto era stare lì. Me la sognavo di notte. Avrei dato tutto l’oro del mondo per poter mollare Ginevra e partire direzione Umbria.
Ora sono qui dove sto trascorrendo le vacanze con la mia famiglia. E’ incredibile la forza che mi trasmette questo luogo. Non c’è altro posto al mondo dove io riesca a dormire così bene, a stare così bene. Impossibile non rilassarsi anche se passo le mie giornate a fare lavori agricoli alzandomi all’alba. L’ho sempre fatto, mi piace e lo considero il mio modo di rilassarmi.
Quando lo spiego ai miei amici mi guardano storto: in vacanza ci si immagina in totale relax, dormire fino a tardi, e non fare niente per tutto il giorno. Invece io mi alzo alle 5, carico la terra, mi metto a zappare, vado nell’orto, oppure mi metto a fare il “falegname”, realizzando piccole cose per migliorare la casa. Lo so, è da folli però mi piace.
Il cuore mi faceva sentire la lontananza degli affetti, la mente quello dei luoghi. I miei posti del cuore sono anche quelli della mente. Quest’anno, che la lontananza è stata “marcata” anche geograficamente dai confini chiusi e da quella limitazione alla libertà di corre a casa, l’ho capito in maniera più forte. Non so se per tutti è così. Sarà forse perché vivo lontano da casa, ma nel mio caso cuore e mente vanno a braccetto con i sentimenti.